17 Febbraio 2024
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17 Febbraio 2024

Ghemon: “Abbiamo bisogno dei dischi di un altro Tenco, non del suo tragico finale”

Dopo le recenti dichiarazioni di Sangiovanni, il cantautore ha condiviso alcune riflessioni sull'industria musicale

Ghemon
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Con un post social Ghemon ha condiviso con i propri fan alcune riflessioni sull’industria musicale, che potrebbero avere a che fare con quanto dichiarato da Sangiovanni negli scorsi giorni, quando ha annunciato un momentaneo ritiro dalle scene:

Non riesco più a fingere che vada tutto bene e che sia felice di quello che sto facendo. A volte bisogna avere il coraggio di fermarsi e sono qui per condividere con voi che ho deciso di farlo. L’uscita del mio album ‘privacy’ e il concerto al forum di Assago del 5/10 sono rimandati”.

In un lungo post pubblicato su Instagram il cantautore ha infatti sottolineato quanto sia difficile difendere la propria creatività in un mondo in cui viene spesso promosso “un modo di pensare ed agire inquinato dal culto dei numeri e dei sold-out“:

Sistematiche nel mondo da cui provengo sono pratiche e frasi volte a smontare pezzo dopo pezzo (se non distruggere) l’autostima dell’artista, per poterl* ridurre a materia senza certezze e perciò più plasmabile. Spesso di tratta di ragazz* giovanissim* che non sono strutturat* per tenere botta a certi colpi, ma ho sentito anche tante persone più grandi di me raccontare esperienze di questo tipo. Credo che ci siano tante altre tipologie di lavoro in cui questo accade, ma siccome chi fa musica si diverte, parlarne risulta marginale e da sfigati.

Come sottolineato dallo stesso Sangiovanni durante la settimana del Festival di Sanremo 2024, non è semplice gestire il successo, tantomeno reggere la pressione data dalle aspettative degli altri e da quella che potremmo definire una vera e propria ossessione per i numeri, che – come spiega Ghemon – spinge spesso a sacrificare la propria identità, “perché l’uniformità rassicura il cliente e il conto economico“.

Secondo la società della performance l’unico modo per esistere è stare al gioco, indossando l’abito che è stato scelto per tutt*, perché quello funziona già. Quell* che gestiscono le tue idee creative spesso sono dipendenti di qualcun altr* e in fase di bilanci rispondono a chi comanda.

Perciò, mettitelo il grembiule che ha funzionato per qualcun altr* se non vuoi essere esclus*. Lavati anche tu con il detersivo per tutti i capi a 90°, anche se tu sei un maglione di lana e vai lavato a mano. Il detersivo ha una gradevole nota di muschio bianco e hha anche degli additivi di ultima generazione! Poi apri la lavatrice e tu non ci sei più. C’è la versione mini del tuo ca**o di maglione.

L’omologazione, come precisa lo stesso cantautore, porta però ad una perdita di identità:

Con gli abiti tutti uguali che non si infeltriscono (le canzoni, le produzioni, i tour, i social) quello che scompare alla fine è la tua identità. Se non si fa in un certo modo, non si sta nel supermercato. Se non sei nel supermercato, cambia anche la percezione che il pubblico ha di te. E tu stai davanti al tuo schermo nel costante confronto, non con il/la collega più brav*, ma con dei numeri esagerati.

Ti do una notizia: ci sarà sempre qualcun* con numeri più grandi dei tuoi. Non puoi lottare contro numeri costruiti da un sistema. Nella catena di montaggio, per un* che arriva prim*, ce n’è sempre un’altr* che arriva ultim*, anche se aveva usato la stessa formula. Ma come? Non doveva funzionare? Allora sono sbagliat* io. 

Clicca in basso su “continua” per leggere le riflessioni di Ghemon.

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