3 Novembre 2017
di Interviste, Recensioni
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3 Novembre 2017

SANREMO GIOVANI: le pagelle delle canzoni dei giovani – parte 3 di 6

Terzo appuntamento con le pagelle dei brani presentati a Sanremo giovani. Tra loro Eva Pevarello e i Desideri

Sanremo giovani
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Continuano gli ascolti di Fabio Fiume nella rubrica Sarà Sanremo?
I brani dei 69 aspiranti partecipanti a Sanremo giovani giudicati dal nostro critico musicale.
Potete trovare la prima parte qui e qui la seconda. Ma partiamo subito con altre undici canzoni.

Eva ( Pevarello )– Cosa ti salverà

Voce molto particolare ma cosa già notata in quel di X Factor decima edizione. In quel contesto però Eva ha sfornato un inedito migliore, che aveva melodia malinconica mista a grinta. Qui siamo di fronte invece ad una ballata che per quanto valida è più prevedibile, ascoltabile ma senza fare la differenza.
Sei

Eva ( Giacomo Runco ) – Cuori di cera

Le cicatrici sono i tatuaggi più riusciti al mondo…” assoluta ed acuta verità. Voce che sa giocare su una base elettronica convincente, con buona differenza tra strofa anche parlata ed inciso invece spiegato tra note piene e falsetti. Questo tecnicamente, mentre la canzoncina scorre come easy pop leggero le cui tracce però possono sbiadirsi in poco tempo.
Sei

Forlenzo – Lammerica

Cambiano gli equilibri nei giochi d’immigrazione e spostamenti di massa e vengono raccontati con un forte piglio teatrale a metà tra il teatro canzone e le capacità musicali di assemblaggi pop/folk di artisti alla Mannarino. Il tutto arriva sia come messaggio che come sensazione che una semplice canzone riempia un palco.
Sette

Fratto – 5:9 – 12

Un memorizzabile fischio è base di un inciso che chiaramente non passa inosservato, ed è paradosso per un brano che racconta invece di chi passa inosservato o meglio non ascoltato. Tutti troppo distratti, presi dalle proprie cose mentre sotto al nostro naso succede di tutto anche a chi dovrebbe interessarci ed invece…
Sette

Gabriele Deca – A tempo

Concetto cantautorale ben definito e con qualche punto di riferimento ben identificabile in alcuni esponenti dell’attuale scuola romana. Non è però il tipo di brano che può ottenere chissà quale attenzione dal pubblico. Anche quei cantautori lì hanno esordito dando una prova di scrittura si sagace, ma anche canticchiabile, memorizzabile e su concetti condivisibili.
Quattro

GionnyScandal – Malpensa

Musicalmente è farcita di anni 80, usati anche con un certo rispetto, il che meriterebbe un plauso pure, vista la giovane età del nostro. Ma il testo? Passi alcune giovanilistiche soluzioni, sempre per fattore anagrafico non solo suo ma anche del suo pubblico medio, ma frasi come “a Milano Malpensa mi mangio una pesca che sembra che sappia di te…” oppure “sei così dentro di me che se mi taglio esci tu” solo per citare due vette, fan venire la voglia di buttarcisi di sotto da quelle vette.
Quattro

Giulia Casieri – Come stai

Tra cantato e rap, che pur nel frangente lascia intendere che la nostra sappia cantare ed usare fraseggi soul. Interessanti alcune evoluzioni melodiche dell’inciso che non lo rendono prevedibile. Il testo è una richiesta d’ascolto che sia davvero interessata e non sia solo figlia di curiosità spicciola, di un pour parler, o di una visita da un analista che ti ascolta davvero ma per soldi.
Sei ½

Hale – Meteora

Il piano lascia il passo ad una base abbastanza stereotipata, così come il testo che gode di un solo passaggio ispirato ovvero: “non posso fare a pezzi i sentimenti perché nascono anche quando non li vuoi”. Un po’ poco per un pezzo intero che invece si completa di frasi prese in saldo al mercato rionale del Giovedì mattina.
Quattro

Hugolini – Babele

Marcetta scanzonata con suoni di strada annessi, coralità, allegria, alla ricerca della libertà, anche se questo può significare gettarsi dalla torre di Babele, decidere anche di essere niente, perché in fondo what a wonderful world. Piacevole.
Sei ½

I Desideri – Musica adesso

Questo è l’ombelico del mondooooo. La partenza è la medesima e pur anche le battute e gli snodi del tempo. Così si perde un’idea che avrebbe avuto un suo perché grazie alla cantabilità corale ed al ritmo incalzante. Si, Jovanotti insegna ed è un buon insegnante ma poi lo studente deve elaborare da sé sennò l’idea si perde.
Quattro

Io Sono Aria – Un cerchio

Sofisticata ma anche noiosa nella sua evanescenza ed interpretazione senza guizzi, tutta lasciata scorrere in maniera monocorde. Il cerchio è quindi come quelli ottenuti da un sasso lanciato nell’acqua… scompare dopo un po’.
Quattro

Jasmine Furlotti – Un sogno è di più

Voce pop, elementi folk, qualche spruzzata di chitarra rock per un tutto che è confuso come resa ed una canzone che non ha in sé nemmeno la motrice che le permetta di essere ricordata. Almeno non per dare uno start importante ad una carriera.
Cinque =