23 Luglio 2020
di Direttore Editoriale
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23 Luglio 2020

Sanremo 2021: le dichiarazioni esclusive di Sergio Cerruti di AFI e Enzo Mazza di FIMI sull’abbassamento dell’eta per le Nuove proposte

Il parere discordante di due figure di rilievo della discografia italiana

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Sanremo 2021. La decisione di Amadeus di abbassare il limite di età della categoria Nuove proposte (Nuove proposte, non Giovani, ricordiamolo) da 36 a 30 anni sta generando pareri discordanti sul web e parecchie critiche.

Del resto, come abbiamo sottolineato in questo articolo, con una regola del genere non avremmo mai visto decollare da quel palco artisti come Andrea Bocelli, Fabrizio Moro, Ermal Meta, Francesco Gabbani, Amara, Zibba, Diodato e molti altri ancora. Tutti artisti che hanno partecipato al Festival (e ne sono stati lanciati) dopo i 30 anni.

In molti, tra artisti, cantautori, Produttori e lettori appassionati di musica, ci stanno scrivendo chiedendoci di lanciare una petizione al riguardo rivolta ad Amadeus.

Chi ci segue del resto sa che negli scorsi anni ne abbiamo lanciate, e portate a compimento, due. Una più “ludica” per Cristina D’Avena super ospite al Festival di Sanremo, e una, doverosa, per il premio alla carriera a Milva.

Questa volta non intendiamo lanciare nessuna petizione ma semplicemente sollevare, come già abbiamo fatto, la questione degli spazi per gli artisti non più giovanissimi nell’epoca dei talent, di TikTok e dello streaming.

Nei prossimi giorni pubblicheremo una serie di commenti che ci sono arrivati da artisti, discografici e ascoltatori di musica.

Ci teniamo a sottolinearlo, noi non siamo contro l’abbassamento dell’eta per la categoria NUOVE PROPOSTE, la troviamo anche un’azione giusta e sensata, ma solo se si apre uno spazio anche per chi ha più di 30 anni e qualcosa da dire.

Nel frattempo abbiamo voluto contattare Sergio Cerruti, Presidente di AFI (Associazione Fonografici Italiani) per avere un’opinione sulla questione da parte sua.

AFI, in maniera molto democratica, ha lanciato un sondaggio tra i propri associati per capire cosa ne pensano di questo cambio nel regolamento.

Nei prossimi giorni Sergio ci farà sapere i dati riguardanti il pensiero degli associati all’ Associazione Fonografici Italiani.

Nel frattempo ha dichiarato in esclusiva per noi:

Aspetto di saperne cosa ne pensano i nostri associati. Posso dirti che apprendere le cose da Tv Sorrisi & Canzoni mi lascia interdetto.

Mi concentro quindi un attimo anche sulla modalità, perché noi nelle riunioni che abbiamo fatto, proprio per la natura di quello che noi rappresentiamo come associazione di categoria, e quindi a tutela dei diritti dei discografici ma anche degli artisti, non abbiamo avuto modo di dibattere anche su questo e avere un confronto. Io personalmente lo apprendo da Tv Sorrisi & Canzoni.

Al netto di questo, che mi lascia perplesso e dispiaciuto, se posso essere onesto, si può fare una serie di valutazioni e si possono avere delle motivazioni per fare un ritocco a questo limite, però facendo ben attenzione alla qualità della musica rispetto alle generazioni attuali: bisogna fare una verifica se questo abbassamento possa in qualche modo inficiare il livello artistico perché la vera domanda è ‘A che età si matura artisticamente in Italia?’ .

Questa è la domanda: ‘A che età si matura in Italia e perché, nel caso, si matura così tardi… E perché per tanti anni abbiamo lasciato questo limite, e perché in questo momento lo abbassiamo in questa maniera senza un adeguato e democratico confronto?

Anche Enzo Mazza, CEO della FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), si è espresso su Twitter, dimostrandosi totalmente a favore della scelta di Amadeus.

Abbiamo interpellato anche Mazza per farci rilasciare una dichiarazione sulla questione dal suo punto di vista…

La separazione giovani e big nel 2020 è anacronistica.

Abbiamo artisti che arrivano ai primi posti delle classifiche che hanno vent’anni o poco più.

Il mondo è andato avanti e qui ragioniamo ancora come se fossimo negli anni ottanta.

Ben venga questa decisione della RAI che si rende conto dell’evoluzione della musica nell’era dello streaming. La gara unica senza distinzioni era stata una decisione coraggiosa.

Non esistono più le categorie.

Il dibattito continua insomma.