27 Ottobre 2020
Condividi su:
27 Ottobre 2020

Rovazzi: Chiuso il procedimento sugli inserimenti pubblicitari nei videoclip

Con le sue parole l'artista si toglie un sassolino dalla scarpa contro il Presidente dell'Unione Nazionale Consumatori

Condividi su:

Oggi, martedì 27 ottobre, Fabio Rovazzi ha voluto rilasciare una dichiarazione relativa alla chiusura del procedimento relativo alla gestione degli inserimenti pubblicitari nei suoi videoclip.

Una questione che sta molto a cuore all’artista che ha nei videoclip e della sua passione per il cinema, uno dei tratti di riferimenti della sua attività musicale.

Ecco le parole dell’artista in merito:

Il Garante per la comunicazione ha archiviato il procedimento relativo alla gestione degli inserimenti pubblicitari nei miei videoclip.

Sono felice per una serie di motivi: il primo è che siamo arrivati a un’intesa che fa giurisprudenza con un accordo equo che non rovina i video, equiparati ormai anche a livello europeo, a opere cinematografiche, ma fa chiarezza sulle inserzioni pubblicitarie anche se mancano ancora normative chiare e linee guida.

Proprio per questo mi sono battuto fin da subito non solo per una giusta causa, ma anche per farmi portatore di un interesse collettivo ed essere l’apripista di una materia tutta da disciplinare, per la quale non avrebbe avuto alcun senso sanzionare gli artisti solo per ottenere una cassa di risonanza mediatica. E meno che mai me, che ho sempre indicato gli ‘sponsor’ a fine video.

Alla luce di queste considerazioni, con il Garante, abbiamo individuato una modalità da me proposta per fare chiarezza sull’inserimento di contenuti pubblicitari rendendoli chiari al consumatore, senza stravolgere i videoclip, esattamente come avviene per le opere cinematografiche. Insieme al mio avvocato abbiamo infatti raggiunto un giusto compromesso che prevede l’inserimento dell’avvertenza nei titoli di coda.

Rovazzi spiega meglio quanto per lui, ma non solo, sia importante questo traguardo raggiunto.

Questo serve a contemperare diversi interessi: quello di non ‘sporcare’ il video, di essere trasparenti con gli utenti e di evitare confusione su cosa sia sponsor e cosa no. Per esempio, se indosso un mio orologio, per intenderci da me semplicemente acquistato, in un video, quello non può sicuramente rientrare fra i cosiddetti ‘product placement’.

Sono contento di essere il primo artista italiano a far passare questo messaggio, mantenendo intatta l’integrità delle opere. Ne approfitto per togliermi un sassolino dalla scarpa nei confronti del presidente dell’Unione Nazionale Consumatori che qualche mese fa si era lasciato andare ad accuse pretestuose e, alla luce di questo accordo, totalmente infondate.

E colgo l’occasione per ringraziare chi nell’Antitrust in questi mesi ha lavorato fra incontri e audizioni insieme al mio team legale per arrivare a questo importantissimo accordo.

 

Foto di copertina di Fabrizio Cestari