14 Maggio 2020
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14 Maggio 2020

Roberto Razzini di Warner Chappell risponde al Presidente Conte: “Gli artisti non sono giullari di corte…”

Conte nella presentazione del nuovo decreto ha ringraziato "gli artisti che ci fanno divertire..."

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Ieri il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è tornato a parlare per spiegare agli italiani il nuovo decreto e, ancora una volta, poche parole sono state dette a favore dei lavoratori del mondo dello spettacolo. Parole che hanno suscitato la pronta risposta di Roberto Razzini, Managing Director di Warner Chappell Music Italiana.

Il Presidente Conte infatti, parlando degli artisti italiani, ha pronunciato la frase “Per i nostri artisti che ci fanno divertire…”

Questa frase è risultata a tutti molto superficiale, in quanto è andata, probabilmente involontariamente, a sminuire il ruolo degli artisti nella cultura italiana, gli introiti che questi settori generano, la maestranze dello spettacolo che, come più volte sottolineate, sono lavoratori come tutti che meritano rispetto.

In ogni caso Conte ha iniziato a dimostrare un minimo di attenzione per il settore cultura. Ecco le sue parole:

Per il settore cultura, non dimentichiamo neppure questo settore, abbiamo un occhio di attenzione per i nostri artisti che fanno tanto divertire e ci fanno tanto appassionare.

Per gli iscritti al fondo pensione lavoratori dello spettacolo che abbiano versato almeno 7 giorni di contributi nel 2019 arriverà l’indennità di 600 euro anche per i mesi di aprile e maggio e creiamo anche un fondo cultura con la dotazione di 50 milioni per il 2020 finalizzato alla promozione di investimenti e altri interventi per la tutela, fruizione, valorizzazione e digitalizzazione del patrimonio culturale…”

La risposta di Roberto Razzini

Ecco la risposta che il capo della divisione italiana di Warner Chappell, ultimamente molto attivo sui media per cercare di smuovere le acque e attirare l’attenzione sulle difficoltà del mondo dello spettacolo, ha postato sulle proprie pagine social:

Del discorso del Presidente Conte di questa sera, un passaggio mi ha colpito.
Mi ha colpito quando ha pronunciato la frase ‘Per i nostri artisti, che ci fanno divertire’.

Questa affermazione rappresenta la considerazione che questo Governo e queste Istituzioni dimostrano di avere per il mondo dello spettacolo, dell’intrattenimento in tutte le sue forme: musica, cinema, teatro, arte in genere.

Questa affermazione mi ha fatto comprendere come siamo percepiti da chi dovrebbe tutelarci: dei semplici giullari di corte… Ma così non è, caro Presidente Conte, Lei sta sbagliando. Mi creda Presidente Conte, Lei sta sottovalutando la questione.

Gli Artisti, punta di un iceberg tanto complesso quanto sconosciuto, sono certo coloro i quali ‘fanno divertire’. Ma sono anche coloro i quali producono un bene immateriale, fragile, volatile ed operano in un ecosistema molto delicato e molto poco tutelato, rappresentando con il loro lavoro e il loro impegno, decine di migliaia di operatori del settore.

Gli Artisti sono coloro i quali vivono esclusivamente della loro creatività e della loro arte, vivono esclusivamente del bene che producono. Un bene chiamato CULTURA.

Un bene essenziale, fondamentale per il benessere sociale. Un bene che in questo Paese ha da secoli radici profonde, grandi tradizioni e nobili padri.

Tutte caratteristiche che ci vengono riconosciute ovunque, tranne che a casa nostra.

Un bene che contraddistingue questo Paese, ne ha segnato le sue tradizioni e ne ha caratterizzato le diverse evoluzioni storiche e sociali.

Se il ‘sistema cultura’ non verrà adeguatamente tutelato, sostenuto e difeso e se non lo saranno anche coloro i quali nella cultura investono ed investono, a tutti i livelli e con diverse professionalità, allora questo Paese si inaridirà, non solo economicamente, ma anche socialmente.

Allora non avremo solo un Paese con molto meno cinema, musica, teatro, arte; avremo un Paese sicuramente più povero, sotto tutti i punti di vista.

Ci pensi, caro Presidente Conte”