Incontro stampa: pixel art, AI e voglia di rallentare
Prima del concerto, i Pinguini Tattici Nucleari hanno incontrato la stampa per condividere alcuni spunti sullo show e sul momento che stanno vivendo come band. «Abbiamo cercato di costruire una scaletta in cui ogni parte del concerto contenga qualcosa di forte», hanno spiegato, «senza concentrare le hit solo nel finale. Negli ultimi dieci anni abbiamo pubblicato tanti brani di successo, e ora possiamo davvero scegliere cosa proporre». Anche gli effetti speciali seguono questa logica: «I coriandoli, per esempio, li abbiamo messi subito, all’inizio dello show. Ci sembrava giusto partire con un impatto visivo forte, tanto poi succede talmente tanto altro che i coriandoli quasi li dimentichi».
Il concept visivo dello spettacolo ruota attorno alla pixel art e all’estetica dei videogiochi anni ’90, con riferimenti a Super Mario e alla cultura arcade. «È un filo conduttore che attraversa tutto lo show. Alcuni effetti sono generati in tempo reale con l’intelligenza artificiale: proviamo a esplorare il digitale nello spazio visivo, anche se a volte l’AI fa un po’ come le pare», hanno scherzato. In Verdura, ad esempio, «l’ambientazione diventa letteralmente un mondo di verdure, un background verduresco che non sempre riusciamo a controllare». Il face morphing, già visto nei live di Jovanotti e Salmo, qui viene spinto verso la contestualizzazione in continua trasformazione.
Uno dei momenti più toccanti del concerto arriva prima del brano Migliore, con un video dedicato a Giulia Tramontano, realizzato dopo un lungo scambio epistolare con la sorella della ragazza. «Abbiamo voluto inserirlo alla fine perché l’inizio e la fine sono i momenti più forti di uno spettacolo», hanno spiegato.
Parlando del proprio passato musicale, i Pinguini hanno ammesso che non tutti i brani degli esordi si prestano a uno stadio: «Servono arrangiamenti specifici, ma nella scaletta ci sono comunque canzoni di ogni epoca. Non ci vergogniamo di niente, anche se siamo cambiati rispetto a dieci anni fa».
Dal palco prende vita anche una riflessione sul ruolo dell’errore nell’arte. «Forse arriverà un punk 2.0. L’autotune lo lasceremo all’AI, mentre gli esseri umani dovranno recuperare l’imperfezione. Magari sarà un quindicenne a indicarci la strada, come hanno fatto Hendrix, i Beatles o i Police».
Al centro della scenografia c’è il Mandala parlante, un’intelligenza artificiale che interagisce con il pubblico durante lo show. «Ci siamo ispirati a Guida galattica per autostoppisti, dove un supercomputer viene interrogato sul senso della vita e dopo anni di calcoli risponde: 42. Il punto è che l’umanità non può capirlo. Il nostro mandala è un’entità superiore, un oracolo a volte incomprensibile, come fosse l’Oracle di Google. Ma ci guida nel concerto».
Infine, uno sguardo al futuro: «Sentiamo il bisogno di prenderci una piccola pausa. Non sarà una lunga assenza alla Calcutta, solo qualche mese per ricaricare le pile e magari pensare a un nuovo viaggio. L’Uzbekistan? Forse. Anche l’Uganda non ci dispiacerebbe».
La nostra recensione del concerto a San Siro
Un inizio col botto, letteralmente. L’esplosione di coriandoli che accompagna Hello World investe il pubblico e accompagna l’ingresso della band, mentre il palco prende vita tra colori e luci. Si continua con Giovani Wannabe, e già lo Stadio San Siro trema. Anche i seggiolini della tribuna stampa si muovono e ruotano con l’entusiasmo del pubblico.
Ringo Starr e Romantico Ma Muori sono i primi brani a fondersi con il linguaggio visivo dello show: il primo videogioco proiettato sui maxischermi introduce il cuore del concept pixel-art. Ed è con Hold On che lo spettacolo si fa anche rituale: un fan sale sul palco per tatuarsi in diretta una frase del brano stesso, come accade ogni sera.
Seguono Ricordi e La Storia Infinita, mentre sul palco fa il suo ingresso un vero bancone da bar. Amaro viene introdotta dopo un sorso di vodka.
Con Bottiglie Vuote, il tastierista Elia Pastori — ormai showman dichiarato — si prende la scena cantando al posto di Max Pezzali e coinvolgendo il pubblico con energia pura e contagiosa.
Nel cuore del live, dopo Bergamo, l’atmosfera si fa più intima: un fidanzato chiede a Federica di sposarlo, mentre tutto lo stadio applaude. Ed è sempre Elia, senza maglietta e con la sua verve da showman, a lanciare Scrivile Scemo da dietro la tastiera.
L’intelligenza artificiale — incarnata nel Mandala parlante — prende voce poco dopo. Ed è subito Antartide, tra effetti visivi e cascate di luce, a portare lo show in un’altra dimensione, quella dell’equilibrio perfetto tra umano e digitale.
Subito dopo, l’atmosfera si fa più riflessiva con Coca Zero e Lake Washington Blvd, inframezzate dal volo scenografico della fisarmonica. Segue Piccola Volpe.
Lo spettacolo prosegue in crescendo con Islanda, il medley centrale guidato dalla consolle del chitarrista Nicola Buttafuoco — che si trasforma in DJ per una parentesi danzante — e con una sequenza intensa tra Dentista Croazia, Verdura, La Banalità del Mare, Giulia e Ridere, arricchite da visual generati in tempo reale con l’intelligenza artificiale.
È il momento più intenso della serata. Migliore viene introdotta da un video di Chiara Tramontano, la sorella di Giulia:
A volte la vita sembra una promessa mantenuta. Non perché manca qualcosa, ma perché tutto quello che c’era non ha avuto il tempo di colpirsi.
Sono Chiara Tramontano. Giulia, mia sorella, era una promessa. E con lei il piccolo Thiago.
Un amore che stava diventando casa, voce, battito.
Giulia è una di quelle persone che non chiedono spazio, ma sanno riempirlo con la forza di chi resta autentico.
Giulia rideva con gli occhi, sapeva leggere il silenzio, e no, non è diventata un simbolo, è rimasta una persona.
Questa canzone non è un ricordo, è piuttosto un passaggio.
È un varco verso il mondo che forse non abbiamo avuto, ma che possiamo ancora immaginare. Un mondo migliore.
Il finale ha il sapore di un falò collettivo con le hit che tutti attendono: Rubami la Notte e Pastello Bianco, che accompagnano il pubblico verso la chiusura.
Titoli di Coda è l’ultimo brano, eseguito con un gigantesco falò.
Appuntamento per il bis a San Siro l’11 giugno.
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Foto di Claudia Mazza











