1 Giugno 2022
di Direttore Editoriale
Condividi su:
1 Giugno 2022

Niccolò Agliardi ricorda Michele Merlo con toccanti parole sul senso della vita, della scomparsa e su noi che spesso viviamo di rimandi

Tra pochi giorni, il 6 giugno, cadrà il primo anniversario della scomparsa del cantautore romantico e ribelle

Michele Merlo Niccolò Agliardi
Condividi su:

L’1 giugno, a pochi giorni dal primo anniversario della scomparsa di Michele Merlo, avvenuta il 6 giugno scorso a causa di una leucemia fulminante, Niccolò Agliardi, cantautore, autore e scrittore tra le penne più sensibili del panorama musicale italiano, sceglie di ricordarlo sulle sue pagine social.

Il cammino dei due artisti si è incrociato, come spesso succede, nei locali milanesi e da quell’incontro i due si sono scambiati confidenze confrontandosi sul mondo della musica, così importante e viscerale per chi sente la necessità di esprimersi attraverso di essa e, al tempo stesso, una vera e propria palude di sabbie mobili fatte di grandi vittorie quanto di frastornanti discese.

Michele Merlo… le parole dell’amico Niccolò

Agliardi, come è solito fare con molti artisti che hanno intrapreso questo percorso, ha condiviso parte della sua esperienza con Michele Merlo e, proprio per questo, sceglie di ricordarlo con una foto e delle parole molto profonde quanto lucide. Eccolo qui a seguire:

Non serve a nulla provare a chiedere spiegazioni a quell’inspiegabile flutto di sangue che vorrebbe che un ragazzo a nemmeno trent’anni venisse già scordato; ma non gliela daremo per buona a quella sorte indegna. Noi che a Michele abbiamo voluto bene, riusciremo a spingere un piede davanti all’altro anche contorcendoci di dispiacere. Lo faremo per onorare la sua fatica e la sua mancanza.

Michele conosceva l’inquietudine, l’insoddisfazione e il senso di incompiutezza di quelli che sfiorano la porta giusta ma per qualche strana ragione non riescono ad abbassare la maniglia per aprire. Michele era agitato, fragile e spaventato come una piuma nel vento. Aveva gli occhi pieni di una malinconia speciale: quella che capisce solo chi l’ha dovuta accogliere perché non ce l’ha fatta a scacciarla.

Il destino non è una scienza astratta, esiste e si fa sentire. In questi giorni, quasi un anno fa, ha fatto di tutto perché molti di noi si accorgessero della sua potenza. Ma non è la rabbia, non è lo stupore, l’incredulità, la sinfonia dell’addio, non sono le parole di circostanza, i post sui social, che mi hanno convinto così tanto – come il tormento di Michele in vita – che al destino bisogna rispondere. Con la propria voce e con i propri muscoli. Con il cuore scomposto, le imprecazioni e le fitte alla gola.

Lasciare andare chi si ama, da vivo o da morto è uno sforzo immane. Ma a tutti tocca a un certo punto e mai più nessuno resta uguale. In quella zona fragile del linguaggio dove si definisce il mai più tutto si trasforma. Allora, che il viaggio di Michi serva a tutti noi. Che talvolta esistiamo nel rimando, nel tiepido prendere tempo, nel ciondolare tra quello che non siamo e quello che vorremmo diventare.

Noi, sopravvissuti alla sua morte, catapultati all’improvviso in una storia impossibile da comprendere e a piangere un amico che sapeva perfettamente che il frastuono dell’ansia è proporzionale all’attaccamento alla vita.

Allora, mi lascio attraversare da una nuova, banalissima e struggente consapevolezza che devo anche a lui: che la vita è fatta per i vivi.
E questo dolore che ancora non passa, ne è la dimostrazione. Ciao Michi.

Parole importanti e due frasi su tutte che ci hanno colpito al cuore nel ricordare Michele Merlo: “Lasciare andare chi si ama, da vivo o da morto è uno sforzo immane…” e “Allora, che il viaggio di Michi serva a tutti noi. Che talvolta esistiamo nel rimando, nel tiepido prendere tempo, nel ciondolare tra quello che non siamo e quello che vorremmo diventare.

Noi dal canto nostro abbiamo scelto di omaggiare e ricordare Michele a nostro modo. Mettendo nella nostra home page un banner che porta al suo ultimo brano inedito da poco pubblicato, Farfalle.

N.