18 Settembre 2023
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18 Settembre 2023

La vedova Battisti contro Mogol: “Il vostro ‘sodalizio artistico’ si è interrotto nel 1980. Sono passati ormai 43 anni, Giulio!”

Secondo la ricostruzione data negli anni da Mogol il sodalizio si chiuse per una questione di diritti d'autore

Lucio Battisti Mogol
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Lucio Battisti VS Mogol, la vicenda che coinvolge anche gli eredi del celebre cantautore dopo 25 anni non attesta a calmarsi. E così nei giorni scorsi la vedova di Lucio, Grazia Letizia Veronese Battisti, ha scritto una lettera pubblica a Mogol il quale ha successivamente risposto.

Venerdì 15 settembre la vedova di Battisti ha inviato una lunga lettera al, questa l’esatta intestazione, Ragionier Giulio Rapetti, imprenditore, in Arte Mogol, paroliere per chiarire il suo punto di vista sull’ultima parte del rapporto tra Lucio Battisti e Mogol. La motivazione sembrerebbe una nuova, al momento misteriosa, causa intentata dall’87enne Mogol.

Come è noto da anni la famiglia Battisti, la vedova 80enne e il figlio Luca Filippo Carlo, si oppongono a ogni sfruttamento del catalogo di Lucio Battisti se non la pubblicazione di musica su cd e vinile e questo ha generato una lunga battaglia con Mogol sui diritti delle canzoni e sul loro sfruttamento.

La lettera della vedova di Lucio Battisti

Eccomi qui, noto, caro Giulio, che non perdi occasione pubblica per spargere il tuo miele su Lucio, dichiarando di averlo amato tanto: io credo che tu abbia ragioni per amarlo molto di più adesso, visto che ancora oggi, dopo un quarto di secolo dalla sua morte, non ti riesce di separare il suo nome dal tuo…” inizia con queste parole la lettera della signora Grazia Letizia Veronese Battisti che poi continua…

Noto anche che in queste occasioni non fai mai alcun cenno alle innumerevoli cause che hai intentato dopo la morte di Lucio: tre gradi di giudizio per una questione di confini, due gradi di giudizio per un risarcimento danni, per ‘perdita di chance’: una causa che, visto l’esito, ha costretto in liquidazione le Edizioni Acqua Azzurra.

[…] Ti rammento che il vostro “sodalizio artistico” si era interrotto nel lontano 1980. Sono passati ormai 43 anni, Giulio!». Poi la chiusa, secca: “Senza rancore. Grazia Letizia Veronese Battisti“.

Una parte focale della missiva della Vedova di Lucio Battisti riguarda un episodio relativo al periodo in cui il cantautore era molto malato:

Per quanto riguarda la salute di Lucio e le cause della sua morte, ti chiedo gentilmente di lasciar perdere le tue infondate supposizioni e ogni altra illazione. Ti chiedo soltanto di rispettare la sua dignità di uomo, dopo avere tanto lusingato la sua figura di artista.

A tal proposito, ti invito a non raccontare più la commovente storia della ‘lettera consegnata di nascosto a Lucio’, ora da un’infermiera, ora da un medico, ora da un non meglio identificato “professore”… Voglio precisare, una volta per tutte, che mio marito in quei giorni lottava per la sua vita, che nessuno ha mai ricevuto una tua lettera, che Lucio in quegli stessi giorni non è stato mai lasciato solo e che non ha mai pianto, tantomeno ricordando la vostra ‘amicizia’“.

La risposta di Mogol

Il 16 settembre, a mezzo di un’intervista rilasciata a il quotidiano QN, intervista in cui specifica di non aver letto la lettera ma di essere stato informato del contenuto, Mogol ha replicato anche se ha preferito glissare sula maggior parte delle accuse della Vedova Battisti e ignorare la faccenda sulla nuova causa concentrandosi sull’episodio dell’ospedale…

Se scrive lettere contro di me è un affare che riguarda solo lei non dico niente perché non ne vale la pena.

Solo una cosa, l’episodio dell”ospedale è vero, Io le bugie non le racconto, specie di questo genere. Ci sono testimoni che hanno sentito il medico raccontare di aver consegnato la mia lettera, dicendo che Battisti si è messo a piangere. Non direi mai una bugia del genere perché penso che la cosa più importante per una persona sia la propria autostima“.

Antonio Del Santo, medico dell’ospedale San Paolo di Milano, che nel 1998 aveva in cura Battisti ha dichiarato al quotidiano La Stampa:

Consegnai io stesso quel biglietto a Battisti. Gli dissi che arrivava da Mogol e che potevo allungarglielo, leggerlo ad alta voce per lui o stracciarlo. Stava a lui, e soltanto a lui, scegliere. Non pensi a una lettera, era giusto un bigliettino, due o tre righe al massimo e un numero di telefono in fondo. Quelle parole semplici colpirono Battisti al punto da commuoverlo. L’ho detto e lo ribadisco. Sono l’unico a poterlo fare: ero lì“.

Se siete un po’ confusi e volete ripercorrere i momenti salienti delle battaglie legali che hanno visto contrapposti gli eredi di Lucio Battisti, Mogol e anche la Sony Music, cliccate in basso su continua.

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