Tra le penne più interessanti della nuova scena autorale italiana, Lorenzo Vizzini annuncia con un mese di anticipo l’arrivo del suo nuovo singolo Austu, in uscita venerdì 29 agosto per Surf Music con distribuzione ADA Music Italy.
Lorenzo Vizzini nasce a Ragusa nel 1993. Inizia a scrivere canzoni da bambino, imparando da autodidatta pianoforte e chitarra. A 18 anni inizia a lavorare con Mario Lavezzi e firma otto brani per il disco Meticci di Ornella Vanoni e Mario Lavezzi, dando inizio a una carriera d’autore che lo porta a collaborare con alcuni tra i più grandi artisti italiani.
Nel 2016 riceve il Premio SIAE come miglior autore under 30. Scrive due brani in gara a Sanremo 2019 (Mi sento bene di Arisa e Le nostre anime di notte”di Anna Tatangelo), firma musica per il cinema (Tic Tac, candidata ai Nastri d’Argento), e co-produce con Tricarico il disco Da chi non te lo aspetti.
Parallelamente porta avanti la propria produzione cantautorale con gli album Il Viaggio (2015), L’aria di Casa (2017), SuXmario (2021) e l’EP Riviera (2022), ispirato alla musica leggera anni ’60. Scrive in italiano e spagnolo, con uno stile che unisce osservazione, suono e parola. “Austu” rappresenta oggi un nuovo inizio.
Con “Austu” Lorenzo Vizzini racconta la sua Sicilia
San Giovanni, la Playa, la Gazzetta macchiata di caffè, le prime sigarette fumate per sembrare più grandi e quei desideri di fuga che arrivano solo crescendo in provincia. Con Austu, Lorenzo Vizzini apre una nuova fase del suo percorso da cantautore: un brano scritto interamente in siciliano, che racconta una Sicilia che ferisce, consola e chiama a sé.
“Austu è ‘n suonnu di sicunna manu / mi spacca i rini e poi mi duna n’vasu / na ucca sulu pi stuzzìa / ‘a stati è na picciotta ca s’ammuccia e si nni va”
Il pezzo nasce, racconta l’artista, a circa un anno di distanza dal trasferimento definitivo da Ragusa, la sua città natale. “Scriverla è stato un modo per sentirla ancora vicina”, spiega. “Agosto, da noi, finisce con la festa di San Giovanni. È il mese più amato e il più beffardo, una promessa disattesa. Austu è una canzone sulla malinconia delle cose che sfuggono e sul sentirsi fuori posto, anche tra le persone che ti vogliono bene. Sulle maschere che impari a indossare da piccolo, per essere accettato. E sul mare, che per fortuna non si addormenta mai”.
“Austu” è una ballata intima e lucida, scritta in dialetto e lontana da qualsiasi visione stereotipata del Sud. Non c’è nostalgia compiaciuta ma una memoria viva, concreta, fatta di voci, odori, rituali. Un pezzo che racconta cosa vuol dire crescere in un luogo che ti chiede di andartene e al tempo stesso ti resta incollato alla pelle. Una canzone per chi è partito e per chi, pur volendo, non riesce mai a staccarsi del tutto.











