27 Ottobre 2016
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27 Ottobre 2016

I finalisti di VITA – GIACOMO RIGGI MAZZONE: un talento cosmopolita che si presenta con “Wind In My Mouth” (VIDEO)

Giacomo Riggi Mazzone è uno dei 15 finalisti di VITA. Conosciamolo in quest'intervista e guardiamo il video della sua "Wind in my mouth".

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Un nuovo volto pronto a raccontarsi nella serie di interviste dedicate ai 15 finalisti del web talent VITA, organizzato e promosso da Believe Digital e Zimbalam. Lui è Giacomo Riggi Mazzone e ci introduce al video del suo brano Wind In My Mouth raccontandoci a ruota libera e con dovizia di particolari il suo percorso musicale costituito da esperienze molto varie e variegate.

Al termine dell’intervista trovate il video che potrebbe portare il giovane toscano alla vittoria di questo prestigioso contest dedicato alla musica emergente.

Benvenuto Giacomo parlaci di te e del tuo percorso artistico nella musica fino ad oggi.

Il mio percorso artistico comincia con lo studio degli strumenti a percussione al Conservatorio P. Mascagni di Livorno nel 1994, un percorso ovviamente classico che mi ha portato in poco tempo a suonare con orchestre sinfoniche, enti lirici e gruppi di musica da camera in giro per l’Italia e all’estero. Di pari passo però ho coltivato il mio amore per il jazz, grazie prevalentemente al mio grande nonno Tony, chitarrista di grande spessore, dovrei parlare un pò di lui ma non ci sarebbe più spazio per me…

Con Tony avevamo un quartetto con il quale abbiamo suonato per qualche anno con musicisti della costa labronica, Manlio Pepe al basso e Giangiacomo Debolini alla batteria…e si, io cominciai come cantante jazz; ascoltavo e imparavo a memoria, nota per nota, melodie, testi, soli e arrangiamenti dei più grandi dischi di Sinatra, Mel Tormè e compagnia. Begli anni, importanti, facevo da “leader” ad un gruppo di veterani e nonostante la responsabilità fosse tanta mi sentivo sereno, probabilmente grazie alla grande umiltà e alla pazienza dei musicisti che mi accompagnavano.

Intanto studiavo vibrafono, marimba e timpani con il Maestro Faralli e le orchestre chiamavano sempre di più, Firenze, Roma, Sanremo, Bolzano ecc…grande musica con grandi direttori e tante città meravigliose da visitare (stavo però facendo conoscenza con una nuova amica di nome “Ansia” …ma ne parliamo dopo). Il jazz stava andando avanti, nuovi musicisti (più vicini alla mia età!)  proposte interessanti e nuove amicizie. Devo citare il caro amico Gabrio Baldacci, genio della chitarra, con il quale ho suonato diversi anni e con il quale continuo a collaborare. “Trio formica” era il nome del gruppo col quale suonavamo, composizioni originali di Gabrio, a tratti balcaniche a tratti Jazz d’avanguardia. Il trio diventa quartetto poi quintetto poi sestetto e addirittura ottetto, suoniamo tanto in giro, festival, rassegne, manifestazioni ecc. Le “formiche” sono state il primo gruppo con il quale mi presentavo come vibrafonista.

Cito la famiglia Pellegrini, Andrea (pianista e compositore), sua figlia Chiara (cantante), Nino “Swing” (contrabbassista), sempre presente nella mia vita con la quale di concerti ne abbiamo fatti.

Avevo più o meno 15 o 16 anni quando cominciavo a scrivere le mie prime composizioni, ma assolutamente niente di interessante, il mio primo vero disco di composizioni originali è “Isevarm” con il quale ho vinto il concorso “Waltex jazz competition” e mi ha fatto conoscere e collaborare con Cristina Zavalloni, Cristiano Arcelli e altri, musicisti eccezionali con i quali tutt’oggi collaboro. Passano anni musicali, pieni di generi, stili, musicisti differenti, proprio come piace a me, mi piace cambiare, probabilmente per non annoiarmi. Per abbreviare (a  causa di un esilarante aneddoto e di una serie di “non” coincidenze) mi trasferisco in Colombia, a Bogotà…esperienza che mi cambia la vita, nuovi musicisti, nuovi amici e nuova musica. La Colombia è un paese meraviglioso, lui e i suoi abitanti mi hanno accolto in un modo a dir poco fraterno, ho tenuto corsi, masterclass, ho suonato in festival, locali e feste private…ho addirittura fatto il cameriere in un locale dove suonavo. Questo viaggio mi ha “allontanato” dal mondo classico, allontanato nel senso esecutivo, adoro la musica classica ma adoro ascoltarla non eseguirla. Ho di conseguenza capito che l’83% della mia antica amica “Ansia” veniva proprio da lì.

Poi il recente e fortunato incontro con Irene Scardia e la sua Workin Label mi ha portato alla pubblicazione del mio secondo disco da leader “Linea S” e l’ultimo disco “Into my life” dal quale provengono i singoli in gara per Vita.

Ora suono su alcune navi da crociera…esperienza che avrebbe bisogno di essere raccontata in un libro a parte. In sintesi, ho fatto e continuo a fare tante cose, amo il cambiamento, amo viaggiare (e la nave questo lo può offrire) e continuo a camminare lungo questa strada in salita che si è ripida ma è anche la più bella che abbia mai potuto scegliere.

Quando e come è nato il brano che presenti in VITA e di cosa parla?

Wind in my mouth è un brano che ho scritto in Colombia per l’appunto, esattamente dal 28 Dicembre 2015 al 2 Gennaio 2016. Ero rimasto solo nella mia piccola casa in affitto a Bogotà, nel quartiere Galerìas proprio durante le feste di Natale. Proprio solo solo non direi, avevo il mio microKorg, un piccolo-grande synth con il quale ho scritto Wind in my mouth. Questa canzone parla della mia (a volte) seria difficoltà nell’addormentarmi, parla della lotta tra corpo e mente, il primo rilassato e pronto al riposo, la seconda sempre attiva e scattante.

L’idea mi è venuta quando durante una delle tante nottate mi rendo conto che non sto effettivamente dormendo e mi chiedo il perché; cerco allora di “analizzarmi” per trovare una ragione e …la trovo! Stavo stringendo forte i denti e nel silenzio del buio sentivo un suono, un suono come il vento, un suono come quello del mare quando ci avviciniamo una conchiglia alle orecchie. Beh…quel suono è bello, mi piace, è interessante e riesce quasi a stregarmi ma…devo dormire adesso!

Videoclip e musica sono da molti anni, ed oggi nell’epoca di YouTube più che mai, un connubio importantissimo. Quanto conta per te il video di una tua canzone?

Devo essere onesto, come avrete potuto leggere provengo da un mondo misto tra musica classica e jazz, per i quali il video in sè non è esattamente indispensabile. Ho cominciato ad apprezzare e comprendere l’importanza del video ascoltando gruppi di diverso stampo artistico quali i Queen, Pink Floyd, M. JacksonRadiohead ecc…

Riconosco pienamente che oggi, con la quasi totale presenza di Youtube, social-network e quant’altro il connubio video-canzone sia essenziale.

Raccontaci del video che hai presentato su ViTA?

Non sono un regista e non sono per niente ferrato in materia di videoclip musicali! Dico questo perchè quando so di non sapere mi affido 100% alla persona che filmerà, posso solo condividere alcune mie idee e pensieri (che spesso sono un disastro dal quel punto di vista). In questo caso Laura Sgherri dopo essersi ascoltata molte volte la canzone e letta molte volte il testo mi ha proposto la sua visione. Mi è piaciuta molto perchè ha colto l’essenza del testo usando piccoli particolari, dettagli e accorgimenti essenziali. E’ un video scarno, diretto e chiaro. E brava Lauretta!

Perché hai scelto di partecipare a VITA?

Ho scelto di partecipare a Vita dopo essermi consultato con Irene Scardia. L’abbiamo deciso insieme. Per quanto mi riguarda ho deciso di partecipare per vincere(ride ndr), a parte gli scherzi ho deciso di partecipare per mettermi un pò alla prova con qualcosa di nuovo e come qualsiasi cosa nuova ci porta nuovi stimoli, nuovi ostacoli e nuovi traguardi a prescindere dall’esito finale. E’ in pratica un’occasione per non stare fermi e creare cose nuove.

Una voglia di creare che ha portato alla realizzazione della clip che vi presentiamo ora, chiedendovi di commentare al link in modo da far arrivare il vostro riscontro a queste nuove realtà musicali.

 

GIACOMO RIGGI MAZZONE – WIND IN MY MOUTH – VIDEO