6 Ottobre 2016
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6 Ottobre 2016

I finalisti di VITA: ALE DE ROSA in gara con “Il tempo che passa non esiste” (INTERVISTA e VIDEO)

A partire da oggi conosciamo meglio i 15 finalisti di VITA, il web-talent di Believe Digital. Cominciamo con Ale De Rosa

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Parte oggi una serie di incontri con i 15 finalisti di VITA, web talent promosso da Believe Digital (QUI tutte le informazioni sul contest). Tra i giovani talenti in lizza per aggiudicarsi i ricchi premi in palio troviamo il torinese Ale De Rosa, che concorre con il video della sua Il tempo che passa non esiste ed è l’unico rappresentante del filone alternative rock arrivato alla fase finale di VITA.

Benvenuto Ale. Parlaci di te e del tuo percorso artistico nella musica fino ad oggi.

Ciao a tutti io sono Ale De Rosa, sono un cantautore, bassista e chitarrista di Torino. Ho da poco pubblicato il mio primo album da solista, un concept dal titolo Fuori è Dentro il cui tema centrale è il rapporto tra realtà esterna e realtà interna dell’individuo. Il mio percorso artistico inizia all’età di 16 anni, quando decido, grazie all’incontro con il basso elettrico, di dedicare la mia intera vita alla musica. Negli anni ho fatto studi classici e jazzistici, ma ho sempre avuto un animo rock. Le mie influenze maggiori attingono soprattutto dal rock alternativo americano e dal britpop inglese degli anni ’90, ma amo profondamente anche la black music, in particolare il funk.

Ho suonato il basso in numerosi progetti musicali sia come fondatore sia come “turnista” nel Nord Italia. In passato ho vissuto diversi mesi in Inghilterra, che considero la mia patria spirituale e artistica, dove mi sono esibito come busker in numerose città britanniche tra cui Manchester, Leeds, Londra, Liverpool, York, Belfast. È poco dopo quell’esperienza che ho maturato l’idea di intraprendere un percorso da solista, così hanno iniziato a prendere forma le canzoni di Fuori è Dentro, uscito il 25 giugno 2016, giorno del mio 35esimo compleanno.

Quando e come è nato il brano che presenti in VITA e di cosa parla?

Il brano Il Tempo Che Passa Non Esiste è nato più o meno un anno fa. E’ nato prima di tutto il riff alla chitarra elettrica che è saltato fuori durante un momento di pausa in sala prove. Stavo provando il suono di una chitarra che mi era stata prestata da un caro amico e, giocando un po’ con una scala pentatonica, è uscito fuori questo riff, da cui poi ho costruito il resto della canzone.

La canzone ruota attorno al concetto dell’inesistenza del tempo, che è solo uno strumento che la nostra mente utilizza per vivere in questa dimensione materiale. L’essere non ha bisogno di tempo, perchè esiste nel qui e ora, in unico infinito presente. Tutto l’album Fuori è Dentro è impregnato di concetti filosofico-alchemici e sull’importanza del lavoro su di sè per cambiare la realtà esterna.

Videoclip e musica sono da molti anni, ed oggi nell’epoca di Youtube più che mai, un connubio importantissimo. Quanto conta per te il video di una tua canzone?

Io sono nato negli anni ’80 e ho vissuto pienamente il boom del videoclip come operazione commerciale ma anche come forma d’arte negli anni successivi al lancio. Ricordo ancora le prime volte in cui ho visto MTV, quando ancora era una televisione che si occupava solo di musica. In Italia c’era Video Music e ricordo moltissimi programmi fantastici in cui andavano in onda i videoclip di artisti nuovi. Io grazie ai videoclip ho conosciuto i Red Hot Chili Peppers, i Nirvana, i Faith No More, i Pearl Jam, i Rem, gli Oasis, i Verve e centinaia di altri artisti nati negli anni ’90. Tutte band che mi hanno influenzato tantissimo sotto tutti i punti di vista. Sono stati anni formidabili dal punto di vista delle idee musicali e, i videoclip sono stati senza dubbio una componente decisiva per la loro ribalta. Per me quindi è molto importante il videoclip del singolo o dei singoli dell’album. Attraverso le immagini si può far cogliere meglio il significato di un pezzo, oppure rafforzare e/o lanciare l’immagine dell’artista. Finora io ho realizzato tre videoclip, tutti molto diversi tra loro. Sono tutti video low budget dove con i registi ho sempre cercato di far trapelare la parte più autentica di me, sia esteriore sia interiore.

Raccontaci del video in gara nella finale di VITA?

Il video è stato girato da Letizia Reynaud e Stefano La Bruna. Abbiamo scelto un’ambientazione storica, l’antichissimo Anfiteatro Romano di Susa (TO), che nell’antichità è stato la sede di numerose battaglia con i gladiatori e belve feroci. Il concetto è che il tempo è semplicemente il palcoscenico in cui noi recitiamo le nostre vite, che spesso si trasformano in un gioco molto pericoloso. La vita è un gioco, è un’esibizione e il tempo è il suo palcoscenico. Oltre a questo concetto astratto e filosofico, il video poi ha l’obiettivo concreto di fare vedere la band suonare e fare trapelare il mio animo rock.

Perché hai scelto di partecipare a VITA?

Ho scelto di partecipare per gioco, senza nessun tipo di aspettativa. In quel momento avevo in serbo il mio primo videoclip Sunset Coming Down (sempre dall’album Fuori è Dentro). Mi sono iscritto perché mi è sembrata una buona iniziativa, se non altro per fare in modo che molte più persone potessero notare il mio lavoro, nel bene e nel male. Beh con quel video ho passato le prime due fasi, poi con il video MalaMente ho passato la semifinale e ora eccomi qui a giocarmi la finale. Sono contento, significa che un po’ di persone hanno apprezzato il mio lavoro. Mi fa piacere essere arrivato fino a qui anche perché sono l’unico che porta avanti il genere Alternative Rock.

In attesa di conoscere i suoi concorrenti vi lasciamo ora al video di Il tempo che passa non esiste. Se volete lasciate i vostri commenti direttamente sotto la pagina del videoclip, sosteniamo la nuova musica italiana!

ALE DE ROSA – IL TEMPO CHE PASSA NON ESISTE