9 Dicembre 2016
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9 Dicembre 2016

La lunga risposta di FABIO ROVAZZI a SALMO: “Fa comodo pensare che io sia un progetto studiato a tavolino… se ci fosse una regola per vendere dischi saremmo tutti miliardari…”

Fabio Rovazzi risponde alla provocazione di Salmo con un lungo e sincero video messaggio con tante risposte a domande e supposizioni

fabio rovazzi
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Mentre Fabio Rovazzi continua a festeggiare i nuovi record raggiunti con il suo nuovo singolo, Tutto molto interessante (in una settimana 11 milioni e mezzo di visualizzazioni del video e il primo posto ininterrotto su iTunes), sul web continua la polemica con Salmo. Dopo il video postato da quest’ultimo su Facebook Rovazzi ha infatti deciso di rispondere al rapper spiegando dettagliatamente il suo punto di vista sul cosa vuol dire fare musica, su come vive lui la musica, sul rispetto che bisognerebbe avere per ogni genere musicale cogliendo l’occasione per farsi conoscere meglio raccontando quali sono stati i suoi ascolti giovanili, da Frank Zappa ai Depeche Mode.

La polemica tra Fabio Rovazzi e Salmo è stata innescata qualche giorno fa da quest’ultimo che ha fatto notare come l’inizio del nuovo video del pupillo di Fedez fosse molto simile a quello di un suo brano…

La parte iniziale del nuovo video di Fabio Rovazzi è una copia spudorata di Mr Thunder. Potete fare 100 milioni di click o 200 dischi diamante ma la vostra originalità è sempre pari a 0 !
Continuate a fumarvi sto cazzo“.

Rovazzi dal canto suo si è inizialmente limitato a rispondere che a sua volta Salmo poteva aver copiato quell’inizio da un video dei Sum 41. Supposizione non del tutto sbagliata infatti, come spiegato anche dagli amici di Rockol in un lungo articolo, i video musicali che iniziano con la scena del confronto manager/casa discografica con l’artista sono veramente tantissimi.

In ogni caso a Salmo non deve essere andato giù il fatto che nella “disputa” si sia intromesso anche Fedez postando sui suoi social un video in cui difendeva Rovazzi, per questo ha postato a sua volta un video in cui ha risposto attaccando entrambi ma chiamandoli con nomi fittizi…

Credo sia arrivato il momento di dire la mia su tutta questa situazione, visto che si è alzato un polverone enorme. In questo video non farò nessun nome, ma voi sapete di chi sto parlando… questo Gigi, vi sembrerà strano, a me sta anche molto simpatico, penso che sia una persona molto intelligente e che non abbia fatto nulla di male. Il problema è che io non ho attaccato la persona in sé ma il personaggio e il fenomeno che crea… A dire la verità, tutta questa roba dell’accusa del plagio è stato un gioco. Sapevo benissimo che qualcuno l’aveva fatto prima di me. Volevo creare un po’ di casino…
Gigi è semplicemente uno youtuber che canta canzoni scritte da altre persone fatte apposta su misura per una fetta grossa di ragazzini che non capiscono un cazzo di musica… Non chiedetevi perché ho fatto questa cosa, perché mi metto contro una persona come Gigi: perché se stiamo tutti al nostro posto e non diciamo mai niente, allora non c’è divertimento, non c’è gioco. Quindi in questo stupidissimo gioco io avevo messo in conto di prendermi una valanga di merda… In questo gioco non c’è nessun vincitore e nessuno sconfitto, c’è solo pubblicità… vorrei dire anche due parole a un’altra persona che si è messa in mezzo a questa situazione, al quale darò un altro nome fittizio. Lo chiamerò Chicca. Questa chicca ha detto che noi non siamo felici, che non ci godiamo quello che abbiamo. dal canto mio è davvero così, non sono mai felice, sto sempre male: ecco perché continuo a scrivere delle canzoni decenti. Voi, invece, che vi sentite così appagati, continuate pure a scrivere le vostre canzoni di merda”.

A questo punto della polemica il giovane Rovazzi ha voluto spiegare ampiamente il suo pensiero rispondendo allo stesso tempo al rapper ma andando più a fondo, chiedendo rispetto per ogni genere musicale.
Qui di seguito trovate la risposta integrale del “non cantante”… abbiamo voluta riportarla per intero perché crediamo che nelle parole di Fabio Rovazzi ci siano tante risposte a tante domande e supposizioni lanciate da quando la sua Andiamo a comandare è diventata una hit, risposte sincere. E la sincerità va sempre premiata a nostro parere…

Faccio questo video tutt’altro che velocissimo. Sarà un video lunghissimo, quindi farò dei tagli perché sono un po’ logorroico, per parlarvi un po’ del polverone che si è alzato in questi ultimi giorni. Anche se tutti mi han detto ‘No, non farne, non fare il gioco’. Vabbè, volevo solo dire la mia, mi interessa dire la mia. E soprattutto volevo parlarvi di un po’ di punti che non abbiamo mai trattato.

Secondo me ci stiamo dimenticando di che cosa stiamo parlando. Stiamo parlando di musica. La musica è quella che a me piace ascoltare quando sono triste e voglio tirarmi su di morale, quando sono felice e voglio enfatizzre il momento. Insomma, la musica è una cosa personale, ognuno ha il suo genere. Esistono dei festival EDM con migliaia di persone, esistono dei festival rock con migliaia di persone, esistono i festival punk, esistono i festival hardcore, esistono un sacco di generi, ognuno ha di fronte una scelta, ha i suoi gusti e sceglie che cosa ascoltare.

Io da piccolo ascoltavo i Led Zeppelin, ZZ Top, Frank Zappa, Elio e le Storie Tese, ascoltavo di tutto. Poi ho iniziato ad ascoltare i Depeche Mode e mi sono innamorato della musica elettronica, è stato un genere che mi è sempre piaciuto e mi piace tutt’ora seguire.

Io considero internet un posto fantastico, lo considero il futuro di tutto. Sapete perché? Perché non impone niente a nessuno. Nel senso che (…) se a me una cosa non mi interessa, non la vado a guardare. Vado a vedere le cose che mi interessano, le cerco, le guardo e penso ‘Questa cosa mi piace farla’. Anche se la trovo in home, e so già che è una cosa non mi interessa, non ci clicco sopra, non vado lì a fare il commentino. E secondo me questo qua è il futuro, perché non c’è dell’imposizione.
Una volta noi dovevamo guardare la stessa faccia tutte le sere in televisione, perché magari sugli altri canali c’erano i film drammatici. Adesso non è più così perché abbiamo questa grandissima libertà di guardare quello che vogliamo e secondo me è una cosa fantastica.

Un punto che voglio trattare è il fatto che molte persone asseriscano che io sia un progetto studiato a tavolino per vendere milioni di dischi. Fa molto comodo pensarlo, questa è la verità, perché se ci fosse una regola per vendere tanti dischi saremmo tutti miliardari. Il problema è che non è così, io abito in un bilocale, primo piano, in un ex casa popolare a Milano, vi assicuro che sono passati i tempi in cui si diventava miliardari con la musica.

A me piace quello che faccio, non ve lo nascondo, non posso dirvi che la mia roba mi fa cagare. A me piace un sacco, mi diverto, vi faccio divertire, è proprio una cosa che mi piace fare. Detto questo: vende dischi? Bene, io sono molto contento che mi sia andata bene e che abbia avuto questa fortuna, magari la prossima volta non ce l’avrò. Nessuno puo saperlo.

Tra l’altro dovete sapere che nel mondo della comicità è molto più difficile fare cose semplici, che non farle senza filtri. E vi assicuro che è veramente complicato riuscire a fare un prodotto che piaccia a tutti. Io voglio essere sincero con voi, io ho ammirazione per le persone geniali, a volte provo veramente invidia, tanta invidia. Io invidio chi, facciamo l’esempio nell’arte, fa un quadro con un puntino e lo vende a quattro milioni di euro, piuttosto di uno che fa un quadro neorealista e lo vende a mezzo euro.
Devo dirvi una cosa sconvolgente: il mio progetto non è semplice. Ve lo fa credere, vi fa credere di essere un progetto semplice, ma non lo è. Io con i miei amici ci perdo mesi e mesi dietro, e vi assicuro che è tutto fuorché semplice.

Un altro punto di cui vi voglio parlare ed è molto importante è quello del mito della raccomandazione, che c’è un po’ ovunque. Alcuni dicono che io sia difeso da poteri forti di chissà quale genere, che io sia un progetto nato a tavolino. Non è niente di tutto questo. Però per spiegarvelo, ve lo spiego dal principio.
Inizialmente, quando io per i cavoli miei, con i miei amici, ho fatto “Andiamo a comandare”, nessuno, e dico nessuno, mi cagava. Nessuno ci credeva nel mio progetto. Neanche io quasi quasi. Andavo a cercare sponsor per fare un video un po’ più bello, tutti mi chiudevano le porte in faccia. Porte che ora sono diventate scorrevoli come quelle delle banche.
Gli unici che hanno creduto in me sono Fede e Ax: io li ammiro molto, e li stimo un sacco per il fatto che mi abbiano preso con loro in squadra perché ci hanno creduto. Detto questo, loro hanno avuto anche altri artisti nella loro etichetta che non hanno venduto un disco.
Io non ho imposto a nessuno di farmi la promo, non ho neanche cercato una strategia per farlo. Non sono andato in radio a chiedere di passare il pezzo, non sono andato in televisione a dirmi di invitare perché ho fatto “Andiamo a comandare”. Non è stato niente di tutto ciò. Alla gente piaceva quello che avevo fatto, gli divertiva il progetto, gli faceva ridere la canzone, il balletto, e mi hanno chiamato. Alcune cose le ho fatte, altre le ho rifiutate, come ad esempio fare dei film, scrivere e farmi scrivere dei libri. Ho rifiutato un sacco di cose.

A questo mondo tu puoi essere figlio di chi vuoi, puoi pagare quello che vuoi, puoi farti passare in radio quante volte vuoi, ma se la tua canzone fa cagare, farà cagare sempre e comunque. L’avrai solo mostrata a più persone, che è diverso. Perché si sta parlando di musica, non si sta parlando di un posto di dirigenza in Pirelli.
Volevo spiegarvi un attimo la questione “Io non sono un cantante”. È semplicemente la mia opinione, non vuole essere una regola, è tranquillamente discutibile. Io oggettivamente non so cantare, non l’ho mai fatto e non sono mai salito su un palco. Mi sono ritrovato di colpo su dei palchi giganteschi e non lo avevo mai fatto in vita mia. Non dico di aver imparato perché tutt’ora sono super nuovo in questo ambiente, non posso dire di essere un cantante e non lo sarò mai. Perché non ho le capacità per farlo.
Io sono di questa idea: a nessuno interessa che tu sappia cantare, che tu abbia delle doti canore. Quello che manca adesso sono le idee. Se tu non hai delle idee, non sei carismatico nel presentarle, a nessuno interessa seguirti.
Come diceva Bennato: sono solo canzonette. Quindi è inutile che ne facciamo una guerra, ci sono un sacco di altri temi importantissimi di cui discutere.

L’ultimo punto riguarda una persona sola, a cui voglio parlare, che si chiama Maurizio. Avevo trovato anche io un nome fittizio, che era Salmone, perché mi faceva ridere l’idea che tu andassi controcorrente, però chiamiamoci da persona a persona e non da personaggio a personaggio.
Io ti dico sinceramente: ti ammiro, perché mi hai fregato. Mi hai fregato perché io sono giovane, mi sono appena ritrovato in questo mondo, mi sono ritrovato nel rap game senza essere un rapper, non ha assolutamente senso questa cosa. Mi hai fregato, non dovevo risponderti, ti ho risposto e ho fatto il tuo gioco, ti ammiro perché hai fatto una buona strategia.
Tra l’altro, ammiro i tuoi video, mi sono sempre piaciuti, abbiamo la stessa passione anche se ci sono generi differenti, però io credo che il mondo video sia una cosa universale. Ciò che è bello, è bello, anche se di un genere differente.
Non ho mai giudicato il tuo genere, non mi sono mai paragonato a te, è una cosa che non avrebbe senso fare. Primo perché non seguo il tuo genere, secondo perché siamo due persone completamente diverse che fanno cose completamente diverse.

Il fatto che tu abbia detto che io ti ho copiato, che ha generato questo mega polverone, alla fine era becero marketing. Anche tu lo hai ammesso. Però tu hai anche detto che sei un provocatore, ti definisci tale. Il problema qual è, che il provocatore non provoca per ottenere consensi.
Mi hai accusato di fare marketing a tavolino, tu hai fatto la stessa cosa. Sai qual è la differenza tra me e te? Che io trovo di una bassezza incredibile farlo in questo modo. Credo che attaccare me in modo strumentale, senza capire, senza informarsi delle cose di cui si sta parlando, sia poco rispettoso anche nei confronti delle persone che mi seguono.

Tu stesso hai fatto la metafora del gioco: ogni gioco ha le sue regole. Tu hai fatto una cosa un po’ strana, hai messo il carro armato nella pancia dell’allegro chirurgo, hai dichiarato guerra al Cluedo mentre cercavi di accaparrarti un albergo a Monopoli. Sai qual è la cosa divertente del gioco? Che il gioco teoricamente dovrebbe divertire, non dovrebbe essere una guerra.
Io mi diverto in quello che faccio, mi piace divertirmi, mi piace far divertire le persone. Penso che sia una cosa importante, la ritengo una cosa fondamentale. Non siamo nel Bronx, stiamo parlando di musica, stiamo parlando di generi e di opinioni, e quindi secondo me non ha senso sollevare una cosa del genere.

Vabbè, a me sembra di aver detto tutto quanto, il video qui mi segna 51 minuti di registrazione, spero che poi con dei tagli riesco un attimo a scremare questa asciugata cosmica esistenziale. Quindi direi che questo video si autodistruggerà entro 3, 2, 1… ah no, lo avevi già fatto tu. Vabbè smettiamola con questo gioco che poi lo aveva già fatto Tom Cruise in Mission Impossible, ciao!“.