15 Dicembre 2016
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15 Dicembre 2016

DYLAN MAGON Vs RISERVA SONORA. L’etichetta replica alle pesanti accuse (INTERVISTA)

Marco Mori dell'etichetta Riserva Sonora replica alle dure accuse di Dylan Magon. Ecco cosa ha raccontato a All Music Italia.

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Negli scorsi giorni abbiamo dato spazio (QUI) alle accuse mosse da Dylan Magon nei confronti di più soggetti. Un duro sfogo affidato ad un video dove l’ex concorrente di The Voice ha lanciato diverse accuse.

Fatto scatenante l’interruzione del rapporto con Riserva Sonora. L’etichetta avrebbe liquidato con un SMS il giovane e il suo produttore Steve Luchi alla vigilia di un’importante appuntamento. Il lancio del suo nuovo singolo Ricorda Che. Un brano che ha portato Dylan ad un passo da Sanremo Giovani e che avrebbe dovuto avvenire con un videoe con 100 copie fisiche che invece non vedranno mai la luce.

Un progetto che – a sentire Magon – ha rischiato di deragliare a causa del comportamento di Adriana Rombolá (titolare dell’etichetta) e di Marco Mori (A&R della stessa).

Dopo la diffusione del video, abbiamo raggiunto Marco Mori che vuole replicare a quanto sostenuto dal cantante.

Ecco cosa ci ha detto.

INTERVISTA a MARCO MORI (RISERVA SONORA)

Benvenuto Marco, riprendiamo i punti contestati da Magon. Lo stesso aveva annunciato ufficialmente la stampa delle copie fisiche del nuovo singolo e la realizzazione del video. Il tutto basandosi sull’appoggio di Riserva Sonora. Come mai avete deciso di interrompere il sodalizio con Luchi e Magon?

Dopo l’esclusione dai 60 di Sanremo Giovani, in uno scambio di messaggi nel gruppo di collaborazione whatsapp, Marco Mori e Luchi, ipotizzavano come far uscire al meglio Dylan da questa avventura e si accennò delle 100 copie firmate. Senza che nulla fosse stato portato alla decisione aziendale, pochi minuti dopo Luchi fece pubblicare a Magon, sulla sua pagina Facebook, la notizia che avrebbe regalato quelle 100 copie.
L’amministratrice e titolare di Riserva Sonora, non volendo screditare Dylan, non smentì ma chiese lumi riguardo alla cosa. Riguardo al video, come per altre cose, Riserva Sonora non ha mai preso decisione alcuna e veniva praticamente messa davanti a fatto compiuto o quasi.

Nella vostra prima replica parlate di pretese che avrebbero comportato uno squilibrio all’interno dell’assetto aziendale. A cosa vi riferite?

Al fatto che il ruolo che Steve Luchi si offrì di ricoprire in Riserva Sonora serviva, di fatto, a veicolare solo il progetto di Dylan mettendo in secondo piano o escludendo addirittura, artisti che fanno parte del roster dell’etichetta. Artisti su cui l’etichetta ha investito risorse umane ed economiche.

Avete sottolineato l’assenza di contratti e quindi di obblighi. Come mai non è stato formalizzato nulla nonostante il progetto fosse effettivamente in fase di concretizzazione?

Perché a Riserva Sonora, a fine estate, venne chiesto inizialmente di dare una mano al progetto Magon. Si voleva rilanciare il singolo Atomi & molecole attraverso la pubblicazione digitale e la promozione sul circuito RadioAirplay. Il tutto dopo che con lo stesso singolo, l’artista, partecipò ad un contest di Radio Deejay.
Venne anche chiesta a Luchi una bozza di scrittura privata da valutare. Mai arrivata, così come i moduli Siae per il rideposito del brano con punti di edizioni.
Anche il brano presentato per Sanremo Giovani è stato depositato dal Sig. Luchi senza riconoscerci alcun punto editoriale, pur chiedendoci di portare la proposta come etichetta, condizione per iscrivere l’artista.

Nel video viene contestato anche il modo di comunicare le vostre intenzioni, Un SMS. Cosa vi sentite di dire a riguardo?

Ci fu un incontro Skype con i vertici dell’azienda, in cui si definirono a grandi linee le idee del percorso di collaborazione, tra cui anche l’eventuale stampa dei 100 CD. All’indomani della pubblicazione di un nostro artista arrivarono nel gruppo WhatsApp di cui sopra alcuni messaggi di Luchi. Chiedeva di ripulire pagine social e il nostro sito da artisti che, a detta sua, minavano l’immagine di Dylan.

Il tutto con l’intento di imporre Dylan come unico impegno dell’etichetta. All’indomani della pubblicazione di un artista già in essere con Riserva Sonora. Messaggi che sono risultati offensivi nei confronti dell’operato dell’azienda e degli artisti su cui si lavorata.

L’amministratrice e titolare di Riserva Sonora, Adriana Rombolá, decide quindi di rispondere, con cortesia, che con quei presupposti non poteva più esserci un rapporto con il Sig. Luchi poiché dimostrava poco rispetto dei collaboratori e degli artisti esistenti in etichetta.

Gli venne comunicato che era libero di portare il progetto di Dylan dove ritenesse più opportuno. Con l’augurio di riuscire a portarlo al successo.

Avete avuto modo di chiarire direttamente con Dylan o con Steve Luchi dopo lo sfogo?

Dopo lo scambio di messaggi WhatsApp, nessuno dei due ha cercato Riserva Sonora. All’indomani del video, Adriana Rombolá ha tentato di chiamare Dylan ma dopo il primo squillo l’idea è stata quella di avere il numero con la ricezione bloccata.

Qual’è la cosa che vi ha dato più fastidio delle accuse mosse nel video?

Sinceramente più che accuse abbiamo ravvisato un atteggiamento calunnioso e diffamatorio. Questo ha portato la società ad attivare il suo ufficio legale e credo che la stessa cosa faccia Universal. Forse è stato mal consigliato. Forse ha cercato un po’ di notorietà. Di certo ha sbagliato metodo ed obbiettivo. Riserva Sonora è una piccola realtà indipendente. Una realtà che, con l’attuale mercato discografico, vive di sacrifici e passione per la musica. Non certo di business.

Queste le parole di Marco Mori.

Noi di All Music Italia abbiamo dato spazio alla vicenda perché, aldilà delle polemiche crediamo offra ai nostri lettori uno spaccato della scena musicale.

Retroscena e rapporti professionali non sempre positivi che crediamo possano essere materiale di interesse per chi è appassionato di musica a 360°.