2 Ottobre 2025
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2 Ottobre 2025

Carmen Consoli Amuri Luci: “Essere utili alla comunità è già politica” – il disco che parla al presente

La cantantessa presenta il nuovo disco: Sicilia, mito e comunità, ma anche parole forti su Gaza e politica.

Carmen Consoli durante la presentazione di Amuri Luci, il disco che intreccia mito, radici siciliane e riflessioni civili su Gaza.
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carmen consoli amuri luci – Un disco necessario

Non è un disco pensato per passare veloce in streaming: Amuri Luci avrà anche una pubblicazione fisica in edizione limitata. Una speciale release con CD-book conterrà i testi, le storie e i significati dei brani, raccontati direttamente da Carmen. Un modo per restituire al pubblico non solo la musica ma anche il pensiero e il lavoro di ricerca che stanno dietro a ogni canzone. Per Natale, poi, arriverà anche una special edition in vinile, pensata come oggetto da conservare, quasi un rito laico di ascolto e memoria.

Un viaggio in tre capitoli

Con Amuri Luci prende avvio un progetto discografico ambizioso: una trilogia in tre dischi che esplorerà le anime della Cantantessa – le radici mediterranee e linguistiche, la matrice rock e il cantautorato.
Il primo capitolo affonda nelle origini siciliane, intrecciando siciliano, arabo, greco e latino per dare voce a un’isola polifonica, crocevia di civiltà. È un album che parla di amore e luce, di mito e comunità, ma anche di guerra e sopraffazione.

Nei brani scorrono storie collettive e intime: La terra di Hamdis con Mahmood, che intreccia poesia araba medievale e migrazioni contemporanee; Parru cu tia con Jovanotti, un inno alla ribellione e alla coscienza civile; Qual sete voi con il tenore Leonardo Sgroi, che riprende lo scambio poetico tra Nina da Messina e Dante da Maiano. E ancora Mamma Tedesca, dal testo di Ignazio Buttitta, che racconta il dolore della guerra, fino a Galáteia e Bonsai #3, dove il mito diventa metafora dell’amore e della perdita.

Consoli firma anche la produzione e costruisce un paesaggio sonoro che unisce strumenti tradizionali e timbri contemporanei. Non è un lavoro da ascoltare di corsa: è un’esperienza che chiede attenzione, che restituisce al pubblico un senso di comunità e responsabilità.

Con questo primo capitolo Carmen apre un viaggio che non è solo discografico, ma politico e civile, un percorso che conferma la sua capacità di trasformare la musica in coscienza, bellezza e resistenza.

Alla fine della mattinata, uscire dalla sala della Triennale è diverso da come ero entrata. La sua esuberanza, la sua lucidità, la sua ironia hanno risvegliato in me il sentimento di appartenenza: ad una regione, ad una comunità che vuole stare dalla parte dei più deboli.

Questo disco non è solo un album: è un atto politico, un’opera artistica di alto valore. Come ho pensato ascoltandolo: un lavoro che dovrebbe essere messo in filodiffusione per la città, ogni giorno un pezzettino, perché ti fa bene.
Grazie Carmen, per essere ancora – e sempre – la Cantantessa.

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