20 Ottobre 2021
di Direttore Editoriale
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20 Ottobre 2021

Sanremo giovani: lettera aperta a Amadeus… gli emergenti temono il televoto

Il nostro direttore scrive al direttore artistico della kermesse per farsi portavoce dei timori di molti artisti emergenti che gli scrivono ogni giorno

Sanremo giovani 2021
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Mancano ancora due mesi alla serata finale di Sanremo giovani 2021 ma il sottoscritto preferisce portarsi avanti e scrivere una lettera al Direttore artistico del Festival di Sanremo, Amadeus.

Chi ci legge sa che il presentatore mi sta simpatico, almeno in relazione al Festival. Più che starmi simpatico provo ammirazione per il lavoro fatto in questi due anni, ormai quasi tre, di direzione artistica della kermesse.

Ho apprezzato la sua conduzione. Ho apprezzato la sua voglia di osare dando spazio tra i Campioni in gara a tanti nomi non noti al grande pubblico (una scommessa che ha reso il Festival di Sanremo 2020 quello con più copie certificate degli ultimi dieci anni, vedi qui).

Certo ci sono stati anche errori come l’eccessiva lunghezza delle serate ma, tutto sommato, per me quelli di Amadeus sono stati tra i Festival meglio riusciti degli ultimi 25 anni – televisivamente, perché di televisione sempre si tratta, ma anche musicalmente. E non è facile trovare il giusto punto di equilibrio.

Il fatto che io apprezzi l’operato di Amadeus non vuol dire che mi tiri indietro nel criticare, sempre con garbo, scelte che non ho ben capito. E qui, scusatemi, cambio impostazione a questo articolo, rendendolo una lettera aperta al Direttore artistico del Festival di Sanremo 2022.

Sanremo giovani 2021: lettera aperta ad Amadeus

Caro Amadeus, ti confesso che ho capito solo in parte le tue scelte riguardo al regolamento delle Nuove proposte di quest’anno.

Ne intuisco le motivazioni: negli ultimi dieci anni, i talent sono diventati i veri talent scout musicali, in quanto incentrati su un meccanismo televisivo capace di creare una costante affezione da parte del pubblico; il Festival di Sanremo, per contro, offrendo ai nuovi artisti solo uno o due passaggi, ha faticato a imporre o a lanciare proposte durature.

Del resto i numeri parlano chiaro. Negli ultimi dieci anni si sono affermati realmente sul mercato discografico solo Ultimo, Francesco Gabbani ed Ermal Meta (in questo caso grazie anche al coraggio di Carlo Conti che ha deciso di puntare su di lui l’anno successivo tra i big) e, solo in parte, Fasma.

Lo stesso Mahmood, consacrato da Claudio Baglioni con la formula della promozione immediata a big da te ripresa quest’anno, solo tre anni prima era passato quasi inosservato dal palco dell’Ariston. Così come Irama e altri artisti di talento.

Quindi sì, capisco che una rivoluzione della sezione Nuove proposte fosse necessaria, non so se la formula Baglioni sia la risposta giusta al problema.

Quello che posso dirti dalle mail che ricevo dai giovani artisti è che l’ulteriore abbassamento dell’età per partecipare a Sanremo Giovani, passata lo scorso anno da 36 a 33 e quest’anno da 33 a 29 (o 30 non compiuti che dir si voglia), andava forse comunicato con un certo anticipo.

Tanti artisti sono stati tagliati fuori all’ultimo: dopo aver passato mesi a prepararsi, con anche un bel dispendio economico da parte loro e dei loro produttori, si sono visti negare persino la possibilità di tentare questa carta.

Ma non è questa la questione relativa ai giovani che mi preoccupa maggiormente. Dico “mi preoccupa”, ma in realtà mi faccio specchio e portavoce delle preoccupazioni dei giovani artisti.

le preoccupazioni degli artisti emergenti

Caro Amadeus, te lo dico senza troppo giri di parole. La formula “Claudio Baglioni/Amadeus III” spaventa molti ragazzi, produttori ed etichette discografiche.

Tu mi potresti rispondere: “Ma come, ci sono oltre 700 iscritti quest’anno, i numeri non dicono questo…“. Vero, ma Sanremo è un sogno che coltivano tanti musicisti, uno ci prova lo stesso anche se lo vede irraggiungibile. Ancora più irraggiungibile che in passato.

Preoccupa perché tra i 700 iscritti ci sono tanti artisti che hanno un background molto importante. Conosco i nomi di un buon numero di iscritti a Sanremo giovani 2021 da dirti che ci sono artisti che hanno già collezionato dai 10 ai 50 milioni di stream, che sono diventati virali su TikTok, che hanno partecipato al serale di Amici o a X Factor, che hanno duettato con grandi nomi del rap italiano, che sono sostenuti da una grande major discografica.

Questo fa paura ai giovani artisti, perché i posti sono soltanto due quest’anno.

Certo, 12 (8 se consideriamo solo quelli selezionati da Sanremo giovani) si esibiranno in prima serata su Rai1 con Sanremo giovani ma, anche in questo caso i numeri parlano chiaro: quella prima serata non ha abbastanza appeal per il pubblico da riuscire a lanciare o far realmente notare qualcuno di loro. Non è praticamente mai successo a mia memoria.

I posti sono solo due dicevo (io ne avrei selezionati quattro) e questo spaventa i ragazzi. Hanno paura che le major possano essere avvantaggiate visto che portano anche campioni in gara e ospiti nelle serate. Ma soprattutto hanno paura del televoto.

Per questo vorrei darti un consiglio con una lettera aperta, perché solo tu puoi rassicurarli con i fatti. Riduci quanto più possibile il potere del Televoto nella serata finale di Sanremo giovani, sai bene che il pubblico “televotante” non premia sempre il più brav* o la canzone più bella, soprattutto se contro c’è un artista che conosce già.

I fandom dei giovani artisti noti (non faccio dei nomi perché non lo trovo giusto), che hanno quasi 30 milioni di stream su Spotify o che hanno partecipato ad Amici di Maria De Filippi, sono fedeli e potenti e, grazie al televoto, possono cambiare le sorti di una gara. E gli scritti a Sanremo giovani temono questo.

Del resto abbiamo solo un precedente, quello di Sanremo 2019. Vinsero i due artisti più noti (al di là della loro bravura o meno, non è questo il punto): Mahmood, di Universal Music, autore per altri artisti e con diversi singoli e apparizioni televisive alle spalle, ed Einar, finalista di Amici di Maria De Filippi.

Con stima, Massimiliano Longo