3 Agosto 2019
di Direttore Editoriale
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3 Agosto 2019

La “rivoluzione” di Mietta con Milano è dove mi sono persa cambierà davvero qualcosa nelle radio?

Il nuovo brano della cantante e la sua genesi radiofonica ci offre lo spunto per una riflessione su quanto una sola radio oggi possa cambiare il destino di una canzone. Ma le radio sono disposte a tornare ad ascoltare?

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Mietta Milano è dove mi sono persa. Questo è il titolo del nuovo singolo della cantante con all’attivo più di trent’anni di una carriera iniziata giovanissima. Questo è il titolo del brano che, inizialmente ignorato da tutti i grandi network radiofonici, ora dicono stia scatenando una piccola rivoluzione mentre è ad un passo dall’ingresso nell’ambita Top 50 di Earone.

E proprio da questa canzone, e da quanto è avvenuto, che vogliamo partire per fermarci anche a riflettere con voi sul mondo delle grandi radio, sulle sue dinamiche e su quello che può e dovrebbe cambiare.

I dati con cui è stato realizzato questo articolo sono frutto di un’indagine che abbiamo commissionato a Earone, la società italiana che fornisce servizi di classifiche e rilevazioni airplay in tempo reale, partner ormai consolidato dell’industria musicale.

Prima di partire parlando di Mietta facciamo subito una piccola e doverosa premessa per chi non dovesse conoscere il metodo con cui viene stilata la classifica dei passaggi radio Earone.

La classifica non è determinata dal numero di passaggi ma volutamente dal punteggio determinato dagli stessi. Questo punteggio è ricavato in base ad un valore assegnato al singolo passaggio ponderato al dato di audience dell’emittente stessa per fascia oraria e per giorno della settimana.

Per semplificare maggiormente, ogni radio genera un punteggio trasmettendo una canzone. Il valore di questo punteggio è determinato dal numero di ascoltatori della radio per fascia oraria e giorno della settimana.

Per fare un esempio concreto: il passaggio di una canzone su Radio Deejay dopo la mezzanotte del sabato determinerà un punteggio decisamente più basso di un passaggio sulla stessa radio al lunedì mattina.

Questo tipo di classifica è stato adottata ormai da molti anni e approvata dalle stesse case discografiche per impedire che decine di piccole radio con un numero di ascoltatori esiguo, potessero falsare la classifica con un numero di passaggi molto alto ad un singolo brano.

Del resto 10 passaggi su Rtl 102.5 raggiungono sicuramente un pubblico maggiore rispetto al 1.000 passaggi su un’ipotetica “Radio Cisternina” (nome di fantasia).

Dopo questa doverosa premessa passiamo a parlare dell’argomento di questo articolo, ovvero Mietta e il suo nuovo singolo.

“L’INCREDIBILE” ASCESA DI MIETTA, MILANO È dove mi sono persa

Mietta Milano è dove mi sono persa.

Il radio date di Milano è dove mi sono persa risale al 28 giugno. Nel primo mese di programmazione, fino al 25 luglio, il brano ha sempre stazionato fuori dalla Top 200 della classifica generale di Earone.

Per essere precisi in questo primo mese di programmazione le radio che trasmettevano la canzone erano 33 con un totale di 625 passaggi. L’unico network ad appoggiarla al lancio è stato Radio 105 ma con soli 3 passaggi in un mese. Ed è stata proprio 105 che ha determinato il punteggio Earone più alto valido per la classifica: 4074 punti.

Ad appoggiare il brano fino a quel momento tantissime radio regionali come Ciccio Riccio, Radio Manila e Radio Stop (con quasi 200 passaggi).

Succede però che il 26 luglio anche Rtl 102.5 decide di appoggiare il brano seguita da altre radio, tra cui Radio Subasio.

Nel primo giorno di programmazione Rtl concede alla canzone di Mietta 4 passaggi, un numero significativo per la radio più ascoltata d’italia.

Negli otto giorni che portano dalla prima messa in onda di Rtl 102.5 a ieri, 2 agosto, il brano riceve 364 passaggi. Praticamente in soli 8 giorni più della metà di quelli ottenuti nel primo mese di programmazione.

Le emittenti che trasmettono Milano è dove mi sono persa salgono da 33 a 45.

E in questi ultimi 8 giorni il brano inizia a scalare posizioni in classifica Earone fino ad entrare in Top 200 (prima della partenza di Rtl) per arrivare quindi alla numero #56, ovvero ad un passo dall’ambita Top 50 della classifica generale di Earone.

Inutile dirvi che a determinare questa impennata è sopratutto Rtl 102.5.

La radio infatti passa da 0 passaggi del primo mese ai 30 degli ultimi 8 giorni. Una media di 4,3 passaggi al giorno che corrispondono ad un punteggio Earone totale di ben 29945.112.

Fanno seguito Radio 105 (6 passaggi, 7591.754 punti), Radio Zeta (85 passaggi, 5559.319 punti) e Radio Subasio (6 passaggi, 1595.753 punti),

Ecco nel dettaglio come si è evoluta la situazione di Mietta con Milano è dove mi sono persa in queste prime cinque settimane di programmazione.

28 giugno al 4 luglio: fuori dalla Top 200
5 luglio al 11 luglio: fuori dalla Top 200
12 al 18 luglio: fuori dalla Top 200
19 al 25 luglio: posizione numero #136
26 luglio al 2 agosto posizione numero #56

Questo ci fa capire una cosa in modo inequivocabile. Basta solo una radio oggi, seppur si parli della più ascoltata in Italia, a rivoluzionare completamente l’andamento di un brano e, spesso, la sua sorte.

Va inoltre detto che questo è un caso senza accordi editoriali o altro a cui appigliarsi per muovere critiche. Di questi tempi è bene specificarlo.

IL CASO MIETTA CAMBIERÀ qualcosa?

Partiamo da un presupposto. Quando una canzone è bella, come nel caso del singolo di Mietta, necessità di una serie di fattori per funzionare e non passare inosservata.

Il primo di questi è sicuramente il promoter radio (che a volte è anche l’ufficio stampa, nel caso della cantante NewTone Agency). Se l’ufficio stampa lavora bene riesce ad ottenere almeno l’appoggio delle radio regionali che, in ogni caso, hanno un importante valore nella diffusione capillare del brano.

Ma non solo, se l’ufficio stampa lavora bene un bel brano riesce ad ottenere spazi anche dalla stampa, sopratutto quella web. È stato il caso del nostro sito, che dal primo giorno ha appoggiato Milano è dove mi sono persa (qui la nostra videointervista), e del critico musicale Michele Monina, di cui parleremo tra poco. A parte noi due ci sembra di averne letto sulla stampa specializzata solo su Rockol.

Anche i fan, di cui se spesso si tende a sminuire il ruolo (visto che le radio oggi non ascoltano più le richieste degli ascoltatori) hanno il loro peso. Il fandom di Mietta è infatti partito con un’azione di massa taggando giornalmente le radio con centinaia di messaggi a dimostrare che l’artista ha ancora il suo seguito. E non è un seguito silenzioso.

Nonostante quanto sopra però il successo di una canzone è ancora oggi determinato dalla visibilità che un grande network radiofonico può dare. Sopratutto se si parla di musica pop.

I dati che Earone ha elaborato per noi e che vi abbiamo presentato in questo articolo lo dimostrano. Su questo Michele Monina ha avuto sicuramente un suo peso quando ha suggerito ai grandi network di smetterla di inseguire Spotify e i numeri dello streaming.

O meglio, lo ha avuto su Rtl 102.5, Radio per cui ha lavorato, e dove il patron Suraci, a quanto pare, tiene molto in considerazione quello che Michele scrive.

Il pubblico che ascolta musica su Spotify non ascolta la radio. Anzi, è un pubblico tendenzialmente giovane che non ha nessun rapporto con la radio. Lo dimostra del resto il successo di artisti (sopratutto del mondo rap) come Sfera Ebbasta, Nitro, Capo Plaza ma anche dello stesso Salmo.

Tutti artisti di successo che nelle grandi radio sono passati raramente con le loro canzoni.

Certo ci sono poi delle eccezioni. Per esempio ci sono artisti pop, spesso i più giovani, che riescono a trovare seguito sia nello streaming che nell’Airplay radiofonico. Da Benji & Fede a Mahmood, da Irama ai Maneskin.

Stesso discorso vale per artisti consolidati nel tempo come Laura Pausini, Tiziano Ferro, J-Ax ma anche Marco Mengoni e Alessandra Amoroso.

Ma in tutto questo c’è un enorme vuoto in cui sono relegati giovani artisti di talento, noti ma non abbastanza per i grandi network probabilmente, o artisti di indubbio talento, proprio come Mietta che, dopo un periodo di pausa o qualche brano sbagliato, vengono giudicati dei nomi non più di richiamo. Al di là della canzone.

Ed è proprio questo il grande controsenso. Nella radio, qualcosa che si ascolta, il nome vale più della canzone. E allora la piccola “rivoluzione” avvenuta su Mietta e Milano è dove mi sono persa può essere tale solo se ha un seguito.

Solo se realmente cambia qualcosa e non rimane “il solito caso” di radio che, per un motivo o l’altro, sceglie di sposare un progetto e scommettere su una canzone.

Se ogni grande network da oggi deciderà di sposare belle canzoni ascoltandole e non leggendo il nome dell’artista, qualcosa può muoversi nel mondo della musica italiana.