26 Novembre 2021
di Direttore Editoriale
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26 Novembre 2021

Amadeus risponde a Mazza della FIMI: “Quote rosa, al Festival? Io scelgo le canzoni… se si vuole cambiare qualcosa si partisse dalla discografia”

Il direttore artistico del Festival di Sanremo ha risposto alla proposta del CEO della FIMI alla Milano Music Week

Amadeus Sanremo 2022 quote rosa
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Amadeus Sanremo 2022 e le quote rosa proposte dalla FIMI.

Amadeus risponde alla proposta lanciata a mezzo Adnkronok da Enzo Mazza, Ceo di FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) sull’inserimento di quote paritarie al Festival di Sanremo 2022 tra artisti uomini e donne… ed è un deciso no. Per fortuna aggiungiamo..

Amadeus Sanremo 2022 quote rosa: La proposta di MAzza

Qui a seguire la proposta di Enzo Mazza:

Sanremo: Mazza (Fimi), Amadeus scelga un cast col 50% di donne

Sanremo sia all’insegna della gender equality. Ad invocare la parità di genere nel cast dei cantanti che Amadeus si appresta a scegliere in vista dell’annuncio in diretta su Rai1 del 15 dicembre, durante la finale di Sanremo Giovani, è Enzo Mazza, il Ceo di Fimi, la federazione dei discografici italiani.

Mazza, dopo aver assistito alla presentazione, nell’ambito della Milano Music Week, di una ricerca di Spotify e Gfk che certifica quanto le artiste siano ancora poco rappresentate nelle classifiche musicali in Italia, ha chiesto al direttore artistico del Festival di Sanremo di fare la sua parte.

Dai dati presentati risulta che la presenza femminile nelle classifiche italiane di musica è di poco superiore al 14%. Da qui la proposta di Mazza:

Un’ipotesi per ridurre questo gap potrebbe essere anche quella di dare una svolta già dal prossimo festival di Sanremo. Amadeus potrebbe scegliere un cast fatto per il 50% di artiste donne dando un segnale concreto per superare questo gap.

Sappiamo quanto Sanremo influisca sui costumi e anche sulle classifiche di inverno e primavera, quindi se Amadeus accogliesse la proposta, sicuramente si vedrebbero dei risultati.

LA risposta di Amadeus

Il direttore artistico del Festival di Sanremo dalla Milano Music Week non si è fatto attendere nel rispondere ed è stato molto chiaro:

Con grande rispetto, io non sono d’accordo con le quote rosa. Non ho mai scelto una canzone in base al sesso dell’artista. Sarebbe un grave errore. Io scelgo la canzone in base alla bellezza della canzone.

Anzi lo trovo addirittura offensivo nei loro confronti dover dire: ho 10 posti a disposizione, 5 devono essere donne e 5 uomini. Perché si può arrivare a mettere i 5 uomini o le 5 donne per poter arrivare alle quote rosa e non perché lo meritano

Ma non solo, visto che la proposta è arrivata dal CEO della Federazione dell’Industria musicale italiana, Amadeus ha colto l’occasione per un’osservazione pertinente..

L’industria musicale potrebbe cominciare dal suo interno con le quote rosa. Tranne Caterina Caselli per la Sugar, i vertici delle grandi etichette sono tutti uomini. E anche delle associazioni musicali

Enzo Mazza sui social ha rilanciato con un Tweet: “Il paese di lava sempre la coscienza così. Si parla di meritocrazia e si lascia tutto com’è. D’altra parte nessuno dice niente nemmeno su una commissione solo di uomini. Bene così, anzi, molto male.” Su questo va detto però che la Commissione Musicale, nelle edizioni di Amadeus almeno, si è sempre e solamente occupata (in collaborazione con il Direttore artistico) dei giovani. Le canzoni del Festival sono sempre state scelte dal solo Amadeus.

Amadeus Sanremo 2022 quote rosa. La nostra opinione

Dal nostro canto non possiamo che dar ragione ad Amadeus. Che senso potrebbe avere stabilire dei numeri fissi ed eguali di uomini e donne nel cast del Festival?

E’ già accaduto nel 2005, 2006, 2009 su idea di Paolo Bonolis che divise il cast in categorie (Uomini, Donne, Band, Classic) con il risultato di avere un cast eterogeneo ma anche tanti brani meno meritevoli di altri.

Un esperimento assolutamente da non ripetere. Non crediamo che un’artista donna sarebbe felice di avere un posto al Festival perché parte di una quota minima da raggiungere.

I numeri rilasciati da Spotify Italia sono allarmanti ma non rappresentano certo una novità. Le artiste donne in Italia faticano di più e, tranne poche eccezioni, vendono anche meno.

Le case discografiche investono meno sulle artiste donne? Vero. Ma del resto qual è la percentuale di musica ascoltata a loop in streaming, e di dischi comprati a pacchi agli instore da ragazzine innamorate dell’idolo belloccio del momento che, spesso, viene sostituito entro un paio di anni da un altro artista? Diciamo un volume notevole. L’industria e le case discografiche ne sono al corrente e, ovviamente, cavalcano questo trend.

C’è anche un altro motivo per cui le donne vendono meno, e non è una questione di qualità ma, purtroppo, culturale e sociale. Per un ragazzo può andare bene acquistare un album di Adele, Billie EilishLady Gaga. Lo stesso non avviene per le artiste italiane.

La percentuale di maschi che comprano o comprerebbero invece il disco di un’artista donna italiana è purtroppo più bassa… e si basa sul machismo. Un esempio che va al di là della questione di genere? In tantissimi ascoltano oggi le canzoni di Justin Bieber da Purpose in poi ma è molto difficile che un ragazzo lo ammetta.

Non è portando dieci donne al Festival che quelle stesse artiste esploderanno necessariamente su Spotify. Questo può succedere se la canzone sarà davvero bella e intercetterà i gusti degli ascoltatori, soprattutto giovani, magari presentando, come come fece Elodie due anni fa, una buona proposta discografica che coinvolga nel proprio progetto anche rapper o artisti amati dal pubblico maschile.

Lo sappiamo può sembrare un’analisi brutale e anacronistica? Può essere, ma la realtà non è molto lontana. Lontani invece sono ancora i ruoli dirigenziali nella discografia per le donne… su questo ha ragione Amadeus.

Il problema va affrontato in maniera più profonda, il Festival di Sanremo è lo specchio del paese, dicono, ma è uno specchietto che dura qualche mese in realtà e qui, ricordiamolo, stiamo parlando di arte e l’arte va giudicata sotto criteri “estetici” e non di genere.

Come suggerisce Amadeus bisogna iniziare riflettendo e agendo sui ruoli di potere e, in secondo luogo, cercare di cambiare questa cultura retaggio delle generazioni precedenti; i giovani di oggi dal canto loro su questo stanno già evolvendosi al contrario di tutte le persone che, in qualsiasi settore, dalla musica alla politica, sono ai vertici nel nostro paese.