3 Aprile 2014
di News, Interviste
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3 Aprile 2014

INTERVISTA A VERDIANA ZANGARO

L'intervista senza freni di ALL MUSIC ITALIA a VERDIANA ZANGARO in occasione dell'uscita del suo nuovo album "Nel centro del caos"

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Verdiana Zangaro, finalista della dodicesima edizione di Amici, ha pubblicato da poco la sua ultima fatica discografica: dopo un ep in studio (Lontano dagli occhi) e uno live (Io dal vivo), arriva il primo vero album, intitolato Nel centro del caos, che vanta grandi nomi tra gli autori (Niccolò Agliardi, Luca Chiaravalli e Brunori Sas tra gli altri) e che è stato presentato dal vivo lo scorso 27 marzo al Blue Note di Milano.

Noi di All Music Italia l’abbiamo raggiunta e intervistata per voi.

INTERVISTA A VERDIANA

Come ti senti in questo momento della tua vita? L’uscita di un disco reca con sé sempre una grande gioia e una tappa importante nella carriera e nel cuore di un artista?

Devo dire che è un momento della mia vita di assestamento e di evoluzione. Il disco è una gioia condivisa con tutte le persone che insieme a me, hanno lavorato per la realizzazione. La condivisione e la passione sono gli elementi forti di questo disco!

“Nel centro del caos” è il nome della title-track. Di cosa parla la canzone? Verdiana Zangaro ne è protagonista, oltre che interprete?

Nel centro del caos” è una canzone che racconta la volontà di amarsi sulla lunga e tortuosa salita della vita, e la costante voglia di tutelare un legame importante dall’ansia che spesso la quotidianità ci spinge a vivere.

Cosa di questo album, è venuto fuori “come da copione”, seguendo tuoi appunti e pensieri pregressi alla sua realizzazione? Quali sono state invece le sorprese e i piccoli (o grandi) cambiamenti maturati e concretizzati durante il lavoro in studio?

Il desiderio primario era quello di confezionare un disco sincero, che fosse suonato live da una band in presa diretta. Alcuni brani erano delle mie composizioni tenute in un cassetto, sono partita da li… poi sono arrivati altri brani e gli incontri con tutti gli autori, con i quali ho avuto la fortuna di lavorare, i quali mi hanno regalato il loro punto di vista sulla musica, e ciò credo che rappresenti sempre la più grande crescita in un percorso artistico.

Ho letto con approvazione che, all’interno di “Nel centro del caos”, hai voluto espressamente la presenza dei componenti della tua band storica, con cui ti esibivi già prima di entrare ad Amici. Spesso, ricorre l’idea pregiudizievole che chi tenti la via del talent, in realtà, si voglia solo improvvisare dal bell’e buono un artista senza aver alcuna esperienza, a differenza degli artisti – quelli veri! – che “si fanno da soli” e avrebbero tutt’altro che bisogno di un escamotage televisivo per ottenere il meritato successo. Come commenti questo punto di vista? E che ci dici a riguardo dei tuoi insostituibili musicisti?

Io dico che ho sempre vissuto la musica senza barriere e senza etichette, ma soprattutto senza il pregiudizio, che trovo essere sinonimo di poca curiosità. Non mi sento figlia di chi si improvvisa, per quanto nella mia vita io abbia improvvisato spesso sul palco, cimentandomi in quello stile col quale sono cresciuta, il jazz!

Sono 18 anni che la musica è il mio mestiere: ho iniziato con mio papà a suonare nei locali e a salire gli stativi delle casse alle 2 del mattino, mentre poche ore dopo andavo a scuola… ho avuto la fortuna di calcare quei palcoscenici che ti tolgono la stabilità dalle gambe, come Sanremo Giovani nel 2003, e di aprire concerti come quello di Vasco Rossi, davanti a 300mila leoni che son lì, pronti a lanciarti qualsiasi cosa. Ma sono ancora qui a raccontare la mia Woodstock, quindi mi è andata bene!

Ho suonato in svariate formazioni e condizioni, dove le ossa te le fai, eccome! Ho mangiato musica sulle pedane di compensato, facendo esperienza sui cavi e appoggiando la testa sul finestrino del furgone, nelle notti in cui tornavamo con la mia band dopo le serate con tanti pensieri, ma tanta voglia sempre di suonare!

La musica è sempre stata la mia scelta a 360 gradi e per viverne me la sono reinventata in mille modi, e passavo dai laboratori di musicoterapia con i bimbi ai laboratori sulla canzone d’autore con i ragazzi, fino ai concerti nei locali: bussavo alle porte come tanti e a dire il vero, confesso che oggi è difficile farsi ASCOLTARE! Il talent rappresenta una porta di ascolto, va vissuto secondo me, con la consapevolezza che è una possibilità, ma credo fermamente che prima e dopo bisogna faticare tanto!!! La mia band è la mia forza, la mia famiglia musicale, la mia sostanza… il mio viaggio continua con loro.

Complici probabilmente alcune similitudini nello stile e nel groove dei due pezzi, nella tua “Broken together” mi ricordi molto quella Celine Dion ispirata della cover “(You make me feel) A natural woman” che tutti abbiamo amato. Ma nel tuo disco, come accade nella quasi totalità dei casi per quanto riguarda gli artisti italiani – purtroppo! – c’è spazio a stento per un brano in inglese anche se è fuor di dubbio che l’inglese sia la lingua della musica, guardando oltre il bacino circoscritto del pubblico italiano! Ora, mi domando e così ti giro questa patata bollente: perché mai, salvo rarissime eccezioni, in Italia vengono prodotti solo album in italiano, quand’anche molti interpreti, tra i quali mi permetto di annoverarti, si esprimono così magnificamente in lingua inglese, lingua che più di tutte permette di spalancare porte e portoni al mercato estero?

Perché siamo ITALIANI e il nostro patrimonio culturale risiede nella lingua, sia nella letteratura che nella canzone. Credo fermamente che la nostra forza sia proprio la scuola del cantautorato! Perché a chi ascolta la musica piace ritrovarsi in alcune frasi che raccontano spesso le circostanze di vita comune, e certe espressioni o certi modi di dire cambiano da una lingua all’altra: l’incisività che la gente coglie nella propria lingua è ineguagliabile!

Per contro dico che io amo tantissimo cantare in inglese e amo quella musica figlia della cultura afro-americana, che a parer mio deve assolutamente rimanere fedele alla lingua della tradizione. Così “Broken together” essendo un brano molto soul, non poteva non essere cantato in inglese! L’estero mi ha sempre affascinato e per certi versi, a volte ho pensato di poter avere una chance al di fuori del mio Paese, semplicemente perché la musica che mi entra nelle vene e fa parte completamente di me, rimane relegata in una sfera che pochi hanno voglia di ascoltare.

“Aria” ha anticipato l’uscita del tuo ultimo lavoro. Ce lo racconti? Quali motivi – nella musica, nel testo o in altri parametri – ti hanno suggerito che fosse un buon biglietto da visita per il disco?

Aria” è uno dei pezzi che mi girava in testa all’inizio di tutto il disco, è la mia verità, segue il viaggio che la mia voce vuole fare. Non è un pezzo semplice, di facile appiglio, non è un pezzo pensato per strategia commerciale: è solo un pezzo sincero che, tra le tracce del disco, racconta in 3 minuti l’essenza di Verdiana, ma in italiano.

La seconda traccia, scelta come singolo di lancio, recita: “Inesorabilmente, scordo già tutto il male che c’è stato. Resta solo il bello di noi, conta solo il bello di noi. Di tutto quello che c’è stato, prendo solo il bello di noi”. Il quesito sorge spontaneo: decontestualizzandole dal brano, queste parole rispecchiano il tuo modo di essere? Come vive Verdiana Zangaro questa faccenda di fare la cantante a tempo pieno? Ci riesce a tenere il bello per sé e a ricacciare lontano ugualmente i dolori e le delusioni che si presentano?

Sono sempre stata una persona particolarmente sensibile e difficilmente gestibile da un punto di vista emozionale! Negli anni le delusioni, le porte in faccia, i no e anche la consapevolezza che spesso si scelgono strade che non vengono condivise da tutti, mi hanno insegnato la tenacia, la caparbietà e la voglia di portare avanti sempre le cose in cui credo, evitando di assecondare i gusti degli altri, perché non sarei sincera né con me, né con loro! La vita da cantante a tempo pieno mi dà la serenità di dedicarmi a quella parte della musica che avevo bisogno di sprigionare… e prima non era possibile perché lesinavo il tempo!

Cosa ti ha permesso – o cosa ti sei permessa – di dire attraverso questo disco? Cosa lasci essenzialmente a chi ascolta?

Questo disco mi ha permesso di sentirmi libera di esprimere alcuni concetti chiave che mi stanno a cuore. Primo fra tutti il CAOS, fotografia della mia generazione, che spesso si trova a dover fare scelte diverse da quelle sognate, da quelle per le quali si è studiato e sacrificato ogni cosa. Spero lasci l’augurio di trovare la propria stella danzante, qualcosa che strabordi di umanità, qualcosa che non sia standardizzato nell’epoca odierna, ma presenti e conservi una sua unicità.

Inizi a cantare da giovanissima e ad Amici, hai dimostrato di avere una tecnica pulita e assolutamente fuori dal comune, oltre che una bellissima voce. Come sei arrivata ad essere una cantante così sicura dei propri mezzi? Mi interesserebbe capire prima del talent, se hai studiato a lungo canto, oppure ti sei affidata più al tuo orecchio e all’istinto per trovare la migliore via di espressione?

Non ho avuto maestri di canto da bambina, ma possedevo una grande voglia di imparare e così ho ascoltato tanti dischi, per ore e ore andavo avanti e indietro con la piastra per le musicassette a ripetere i passaggi vocali delle grandi cantanti che amava tanto il mio papà, Billie Holiday ed Ella Fitzgerald! In realtà non sono sicura dei miei mezzi e quando lo sarò, forse smetterò di cantare, perché quando la ricerca e l’evoluzione si fermano è meglio iniziare un altro percorso.

Questo nuovo anno si prospetta piuttosto impegnativo per te, ma anche il 2013 è stato davvero pieno: la finale di Amici, l’uscita di due EP, l’inizio del sogno e del rapporto col tuo pubblico, che solo su Facebook conta attualmente più di 80 mila persone. Ti capita di sentirti spaventata per aver acquisito tanta popolarità così repentinamente, senza aver avuto il tempo materiale di abituarti? Avverti la pressione o ti senti a tuo agio nonostante tutto?

Amo le piccole dimensioni e ammetto che la popolarità sia una cosa che in parte mi spaventa, perché ho visto come artisti che per me hanno cambiato la storia della musica, abbiano vissuto vite difficili e infelici a causa di quella; ma ammetto anche la vanità che risiede in me come tutti gli esseri umani, ed è bello ricevere l’affetto di tanta gente che si affeziona alla tua musica e a te!

Ti piacerebbe partecipare come ospite – o magari in altre vesti, a partire dalle prossime edizioni – al serale di Amici, per esibirti con qualcuno dei tuoi nuovi pezzi? C’è qualche allievo di quest’anno che trovi particolarmente in gamba e che per te merita di avere successo dopo la fine del programma?

Certo, sarebbe bello tornare con le mie canzoni a calcare nuovamente un palco che mi è familiare: un po’ come tornare nella tua vecchia casa, ti ricordi come avevi sistemato i mobili, i libri, le mensole… ammetto di aver visto poco, mi piace però il fatto che ci siano le band e che ci sia la musica suonata live! Faccio un in bocca al lupo a tutti i ragazzi!

In questi giorni sei impegnatissima con la promozione di “Nel centro del caos”, soprattutto con le date degli instore in giro per lo stivale. Ti chiedo un’ultima cosa, a beneficio dei tuoi fan: ci sarà un tour estivo? Ci anticipi qualcosa?

Ci sarà assolutamente un tour che partirà prestissimo, un tour che abbiamo anticipato con una data al Blue Note di Milano il 27 marzo. Questo disco necessita del live, altrimenti non avrebbe ragione di esistere!

Questa domanda arriva tramite Twitter da una tua fan: @samantharossi15. Cosa significa per te “nel centro del caos”?

Il caos è la situazione in cui tutti i giovani di oggi vivono ed io, anche per il lavoro che faccio, spesso mi sento al centro di questo caos.

Bene, non so se conosci il simpatico gioco, con cui di solito chiudiamo le nostre interviste a All Music Italia. Sulla falsariga del “Chi butti dalla torre?” Cara Verdiana, a chi rompi il disco? Rispondi pure con tranquillità, naturalmente si fa per scherzare!

Giorgia o Elisa?
Questa vi è andata male perché le amo entrambe.

Fiorella Mannoia o Cristina Donà?
Dura anche qui, ma ammetto di essere vittima del fascino di Cristina, che quando imbraccia la chitarra e intona “Settembre“, mi pervade in ogni angolo del corpo e della mente, quindi devo rinunciare a Fiorella!

Ligabue o Eros Ramazzotti?
Qui mi attiro inevitabilmente l’ira di una parte d’Italia, ma se devo scegliere, tengo il Liga e saluto Eros!

Moreno o Greta?
Dai, son due Amici. Va beh, Moreno!

Emma o Annalisa Scarrone?
Boooooooooo!! Troppo difficile!

Claudio Baglioni o Antonello Venditti?
Ma quanti ne avete messi??? Dai salvo Baglioni, perché non ci ho ancora duettato e la prima canzone che ho cantato nella mia vita era proprio: “Quella sua maglietta fina tanto stretta al punto che…

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