16 Giugno 2021
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16 Giugno 2021

Intervista a Scarda: “In ‘Bomboniere’ non scrivo più esclusivamente in rima baciata”

E' uscito lo scorso 4 giugno il nuovo album di Scarda Bomboniere prodotto da Gianmarco Manilardi, con gli arrangiamenti di Riccardo Di Paola.

Scarda
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E’ uscito lo scorso 4 giugno il nuovo album di Scarda Bomboniere, il terzo, registrato presso L’isola Studio di Milano e prodotto da Gianmarco Manilardi che ha collaborato con Riccardo Di Paola per gli arrangiamenti.

La poesia è l’obiettivo del disco, che è fortemente pop ma con una chiara inclinazione cantautorale, intesa come forte empatia, semplice e diretta, che fa entrare il ritornello forte e chiaro quando arriva il momento.

INTERVISTA A SCARDA BOMBONIERE

Come mai hai scelto come titolo “Bomboniere”?

Ascoltando le canzoni ho avuto l’impressione che fossero tutte gentili, delicate, fragili. Piccoli omaggi confezionati molto bene, le ho viste belle, dei piccoli gioiellini, delle piccole bomboniere. E’ un titolo che come tutti i titoli vorrebbe trasmettere una sensazione più che una descrizione, e seconde me la parola “bomboniere” trasmetteva la giusta sensazione.

Dal punto di vista sonoro qual è stata la linea guida?

Non lo so, non credo si sia seguita una linea guida precisa, per ogni canzone è stata diversa, per ogni canzone Gianmarco Manilardi (il produttore) ha trovato un mood, e nella quasi totalità dei casi sono stato totalmente d’accordo con le sue scelte, sono poche le cose su cui abbiamo dovuto trovare un punto di mediazione. Il risultato mi piace molto, si è voluto realizzare un pop che non fosse commerciale, che conservasse dentro di se una vena cantautorale, incastonata nell’elettronica e in alcune influenze estere anche rockeggianti, ci si è allontanati molto dalle sonorità del primo disco e un po’ da quelle del secondo, sicuramente la cosa che sta sparendo sempre di più è la chitarra acustica, ma non è un percorso a senso unico, sicuramente tante cose torneranno e tante cose spariranno in futuro.

Qual è il filo conduttore che lega i vari brani?

Amore e donne, sono questi i macro argomenti. Poi altre cose, come l’amicizia, vengono sfiorate ma in generale si parla di altro. E’ l’argomento più trattato da tutti, sicuramente, ma io come tutti rivendico il mio diritto a parlarne, a dire la mia su un argomento che viene accusato di essere “poco sociale”, ma la verità è che è uno degli argomenti più sociali che esistano, una delle cose che più fa girare il mondo e quindi è questo l’argomento, l’amore che muove il sole e le altre stelle, l’amore bello, che fa stare bene, quello brutto, che fa stare male, quello che rompe le amicizie, quello che ti fa dare importanza alle cose che vedi, che senti, che annusi.

Scarda

Come mai hai scelto “Niente” come singolo di lancio?

Mi sembrava un brano molto mio, molto alla “Scarda”, che poteva fare da ponte tra le cose del disco passato e le cose del disco futuro (adesso presente). Possiede al suo interno quella coltellata inaspettata al cuore che io cerco sempre di dare con tutte le canzoni.

Cosa rappresenta per te il brano “Risacca”, uno dei migliori del disco?

Risacca parla dell’amore che fa stare bene, la coppia che combatte per allungare una giornata felice, che trova ancora linfa nei piccoli gesti come una colazione portata a letto, che non guarda le altre coppie perché si basterebbero anche da soli nel mondo, l’amore gentile, che copre le spalle con la giacca, l’amore che abbraccia, protegge, che spera di restare per sempre, di non finire. Credo che sia uno dei migliori pezzi del disco, si, posso già confermarlo con i primi dati d’ascolto che ho monitorato.

Ho particolarmente apprezzato anche il brano “Da Solo”. Qual è il messaggio che hai voluto lanciare?

Da solo è un’altra canzone che parla dell’amore che fa stare bene, ma parla anche di un amore che ti fa essere schiavo, che ti mette paura, ma solo perché schiavo ci vuoi rimanere per sempre e con lo stesso padrone. E’ un testo ispirato a una famosa poesia di Pedro Salinas, che mi colpisce particolarmente perché sento che parla di me, di quello che sono stato in un periodo della mia vita e anche quello che sono adesso sotto alcuni punti di vista. Il messaggio è la “nobiltà” di questo sentimento, essere asserviti alla persona amata è un atteggiamento criticabile, ma descritto da Salinas diventa santità, beatitudine, nobiltà appunto.

“E’ stato Lui” è il brano che più si discosta dagli altri dal punto di vista sonoro, ma anche nel testo. La domanda sorge spontanea… è un pezzo autobiografico?

No, sono dinamiche che ho visto, mi hanno colpito e mi hanno ispirato. Mi hanno dato voglia di parlarne, tra l’altro immedesimandomi, parlando in prima persona femminile. E’ un pezzo un po’ diverso, vero, ma mi piace spaziare ogni tanto, mi piaceva l’idea di fare questo pezzo ballabile, un po’ estivo. Parla di un argomento non molto trattato dalla musica, che è il tradimento di un’amica per questioni di uomini, il tradimento doppio che riceve una delle due, da lui e dall’altra, che deve decidere se perdonare entrambi, nessuno, o solo uno.

Quali sono state le difficoltà di immaginarti donna nel testo del brano “Asciutto”?

Nessuna, perché non ho pretese, mi lascio un margine d’errore, le cose di cui parlo sono cose che credo di aver visto chiaramente, in almeno tre ragazze, che ho riassunto in una sola, sono ragazze che non camminano sul suolo, planano, innamorate dei i loro difetti, che sventolano come una bandiera, il diritto di essere imperfette, di seguire l’istinto nella loro quotidianità, anche a costo di sacrificare la logica. Che si fanno trascinare nelle situazioni sconosciute perché sanno che si arricchiranno e sembrano fortissime ma poi piangono di notte perché in realtà sono fragili ma non lo vogliono mostrare, preferiscono mostrare la vita che, scorre dentro, scorre sempre, anche quando sono sole, sul letto e non le vede nessuno.

Il disco assume un valore speciale ascoltandolo dall’inizio alla fine. È un caso o hai prestato attenzione alla tracklist?

Ho cercato di dare equilibrio ritmico, di non mettere le ballate una di seguito all’altra, di alternare canzoni rilassate a canzoni più movimentate, in un flusso simile ad un’onda, che sale e che scende. Quindi si, ho prestato attenzione alla tracklist, volevo che somigliasse ad un’onda.

“Bomboniere” è fondamentalmente un disco d’amore. La pandemia ha modificato il tuo modo di scrivere canzoni d’amore?

Al momento no, ho imparato molte cose sullo scrivere durante la pandemia, cose per lo più tecniche, per esempio non scrivo più esclusivamente in rima baciata. Ma se parliamo dei contenuti, del modo di raccontare l’amore, no, credo che la pandemia non abbia minimamente modificato ciò.

Ora… si torna finalmente dal vivo. Che tipo di spettacolo proporrai?

Uno spettacolo molto semplice, in cui saliamo sul palco e suoniamo, con amore, suoniamo i pezzi del nuovo disco e quelli classici del mio repertorio, siamo molto felici di aver ricominciato, speriamo continui così senza ulteriori stop.