EarOne adegua i punteggi delle radio ai dati Audiradio: ora sono le radio che devono tornare a scoprire e diffondere musica
EarOne ha aggiornato i propri punteggi: dalla mezzanotte del 24 ottobre 2025, il sistema di rilevazione dell’airplay radiofonico si è adattato ai nuovi dati ufficiali Audiradio – Primo semestre 2025.
Una modifica tecnica, ma sostanziale, destinata a influire sulla distribuzione dei punteggi e, di conseguenza, sulle classifiche EarOne e sull’andamento dei brani in radio.
Il tutto si inserisce in un processo di evoluzione continua, che ha visto anche il lancio del nuovo sito ufficiale EarOne, piattaforma partner riconosciuta dell’industria discografica italiana, oggi più accessibile e ricca di strumenti pensati per valorizzare artisti e addetti ai lavori.
Il prossimo tassello cruciale riguarda però le radio, diventate da tempo — almeno nel caso dei grandi network — vere e proprie camere a tenuta stagna.
Lo dimostrano le grafiche delle Top 10 Estate 2025 pubblicate sulla nostra pagina ufficiale Instagram, che evidenziano una rotazione praticamente invariata degli stessi 15 brani per settimane, senza alcuno spazio di respiro per gli artisti emergenti.
Una “battaglia” che questo sito porta avanti da tempi non sospetti: era infatti il 2015 quando All Music Italia lanciava una petizione, ignorata dai media ma sottoscritta da oltre 7.100 persone, per chiedere una quota minima di artisti emergenti nelle radio italiane (vedi qui).
Cosa cambia nei punteggi EarOne
L’aggiornamento dei punteggi introduce un adeguamento dei valori assegnati a ogni passaggio radiofonico.
D’ora in poi, il calcolo del punteggio terrà conto dei nuovi ascolti medi stimati (AQH) forniti da Audiradio, l’indagine ufficiale sugli ascolti radiofonici italiani.
Il metodo di rilevazione delle classifiche rimane invariato: a parità di numero di passaggi, un brano trasmesso su un’emittente con un’audience più alta o in una fascia oraria di maggior ascolto riceverà un punteggio più elevato rispetto a una radio con bacino più limitato.
Fino a oggi, i punteggi erano calcolati incrociando i passaggi radio con dati di ascolto storici.
Da ora, l’algoritmo si basa invece sui valori più aggiornati e dettagliati forniti da Audiradio.
Cos’è Audiradio e perché cambia tutto
La nuova rilevazione Audiradio segna una svolta nella misurazione degli ascolti radiofonici in Italia.
Dopo oltre un decennio senza una fonte unica e certificata, l’indagine del 2025 introduce un sistema basato su 200.000 interviste CATI suddivise in tre stream indipendenti (A1, A2 e B) per radio locali e nazionali.
Il risultato è un database unificato che fotografa con maggiore precisione il comportamento degli ascoltatori, fascia oraria per fascia oraria, e che sarà ulteriormente integrato nei prossimi mesi con la Total Audience degli ascolti on-demand digitali.
Questo nuovo approccio porta la misurazione italiana in linea con le best practice europee e consente di valutare l’impatto reale di ogni passaggio radio.
L’emergenza emergenti e la questione dell’indipendenza artistica
Negli ultimi anni si è fatta sempre più evidente una dinamica difficile da ignorare: i grandi network radiofonici faticano ad aprire spazi agli artisti realmente emergenti.
Anche quando un progetto presenta qualità evidente – testi curati, produzioni solide, riscontri positivi di pubblico – il fattore decisivo sembra essere spesso chi produce o distribuisce il brano più che la forza del brano stesso.
In molti casi, un artista indipendente con una buona canzone ma senza l’appoggio dei produttori “giusti” o delle etichette più influenti vede le porte chiudersi prima ancora che il brano possa essere valutato per ciò che è.
È un paradosso che tocca direttamente la libertà creativa: un sistema in cui scegliere di restare coerenti con il proprio suono o con il proprio produttore può significare rinunciare alla possibilità di essere ascoltati.
A volte basta che la produzione sia curata da un certo nome per garantire passaggi, ma questo — va detto — crea dinamiche non accettabili, che finiscono per togliere lavoro a molti professionisti accentrandolo su pochi.
Le radio cosiddette locali, diventate sempre più fondamentali per muovere un mercato che si affida unicamente a talent e Sanremo per trovare nuovi nomi, stanno perdendo quella caratteristica fondamentale di talent scout di nuove canzoni.
Purtroppo anche nel mondo delle locali iniziano a comparire segnali che non fanno bene all’industria: alcune rispondono di trasmettere solo le hit, altre di non ricevere richieste per determinate canzoni.
La domanda resta: come può un brano di valore diventare una hit senza supporto e promozione da parte delle radio stesse?
Tramite improvvisi boom su Spotify — a cui sinceramente eviteremmo di consegnare altro potere rispetto a quello che già esercita — o attraverso la viralità su piattaforme come TikTok, dove la musica rischia di perdere tutti i connotati di arte e lavoro?
No. Rimaniamo convinti che le radio debbano tornare a fregiarsi del merito di aver contribuito a lanciare i successi, e non di averli semplicemente cavalcati.
Ma siamo altrettanto convinti che, senza un reale spazio per gli artisti emergenti, l’intero ecosistema della musica italiana rischi di indebolirsi.
Se un artista non riesce ad arrivare alle radio, alle classifiche indipendenti o a ottenere un numero minimo di passaggi che giustifichi un investimento, sceglierà inevitabilmente di non affidarsi più a un ufficio stampa o a una promozione radiofonica.
Il risultato è un danno concreto per professionisti del settore — uffici promo, uffici stampa, distributori e produttori — che vedono ridursi il proprio ruolo in un circuito sempre più chiuso e autoreferenziale.
In questo contesto, il passaggio ad Audiradio rappresenta un momento cruciale: non solo un aggiornamento tecnico, ma la possibilità concreta di ripensare il rapporto tra radio e artisti.
Se il sistema di rilevazione evolve, è giusto aspettarsi che anche le emittenti facciano la propria parte, tornando a essere motori di scoperta e non semplici amplificatori di tendenze già affermate.
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