5 Dicembre 2025
di Direttore Editoriale
Condividi su:
5 Dicembre 2025

La Niña, tra coerenza e visione: perché l’artista ha scelto di non correre per Sanremo 2026

Una scelta che è la conferma di un percorso identitario costruito in sinergia con BMG Italia

La Niña, cantautrice BMG, approfondimento sulla scelta di non partecipare a Sanremo 2026.
Condividi su:

La Niña, una delle cantautrici più identitarie della nuova scena italiana, torna al centro del dibattito attorno al Festival di Sanremo 2026 non per una mancata convocazione, ma per un chiarimento su quella che è una scelta precisa: restare coerente al proprio percorso artistico.

Una coerenza condivisa con la sua casa discografica, BMG, che sta accompagnando il suo sviluppo con un’attenzione rara nel panorama attuale.

Perché La niñA era nelle liste di Sanremo

Negli scorsi mesi il nome di La Niña è circolato frequentemente nelle numerose liste dei possibili concorrenti al Festival di Sanremo 2026. Quando all’annuncio ufficiale non è comparso tra i 30 in gara, molti l’hanno immediatamente, e poco professionalmente, definita “esclusa”. Ma questa narrazione non tiene conto di un punto fondamentale: La Niña non ha mai inviato un brano alla Commissione.

Cogliamo l’occasione per spiegare come funzionano le nostre liste dei rumors, almeno quelle dei siti che ogni giorno trattano di musica. Prendiamo ad esempio la nostra.

Le nostra prima lista quest’anno è stata già pubblicata ad agosto. Una lista pubblicata ad agosto non rappresenta un elenco di “rumors certificati”, ma un lavoro editoriale che individua gli artisti che un direttore artistico potrebbe realisticamente valutare per il Festival unitamente a quelli che, per un motivo o l’altro, è noto ci proveranno e con buone possibilità.

In quella fase, nelle liste compaiono profili che riteniamo “appetibili”, sulla base del percorso, della rilevanza artistica, della fase di carriera. Ed è evidente che, per qualità e costruzione, La Niña rientrasse pienamente in questa categoria.

Con il passare delle settimane, tra ottobre e novembre, le liste diventano sempre più tecniche: ci accertiamo che un artista abbia presentato almeno un brano, o che questo sia stato fatto ascoltare a Carlo Conti. E proprio per questo motivo, nel nostro articolo dedicato agli esclusi, La Niña non compariva: sapevamo che né lei né BMG avevano inviato materiale che la riguardava.

La scelta di non partecipare: un atto di coerenza, non di distanza

È stata La Niña stessa a chiarire la sua posizione:

In questi giorni ho letto il mio nome tra “gli esclusi” di Sanremo. Ma non si può essere esclusi da qualcosa a cui non si prende parte: non ho mai inviato alcun brano al Festival, quindi non c’è nessun mistero e nessun retroscena. È una scelta semplice e radicale, maturata nel tempo.

In questi anni ho sfiorato da vicino quei mondi, ne ho osservato i meccanismi, le luci, le gerarchie.
È anche grazie a quella distanza vigile che ho capito dove, per me, la musica resta viva e necessaria.
Il modo in cui oggi Sanremo mette in scena la musica appartiene a un altro paesaggio: un grande dispositivo che decide dove puntare la luce e dove toglierla, secondo logiche che hanno poco a che fare con la cura, l’ascolto e la ricerca.

La parole finali della cantautrice, che nel 2024 salì sul palco dell’Ariston per affiancare BigMama con Sissi e Gaia sulle note di Lady Marmelade nella serata delle cover, chiariscono che non c’è giudizio e che non chiude le porte al Festival per sempre, ma di sicuro per il momento sì.

Non è un giudizio morale, è una distanza di linguaggio.
Io non mi riconosco in quel racconto.
La mia musica preferisce altri luoghi e altri tempi: i palchi dei club, dei teatri, dei festival, dove ci si può guardare negli occhi e respirare insieme.

BMG e il valore di un percorso non snaturato

Questa scelta si inserisce perfettamente nella filosofia di BMG, che negli ultimi anni si è distinta per la cura con cui tutela l’identità dei propri artisti.

Un esempio concreto è rappresentato dalle parole del Presidente di BMG Italia, Dino Stewart, ultimo discografico a seguire i progetti di Ornella Vanoni. Dopo la scomparsa della grande artista, Stewart ha chiarito che nessun progetto che non rispecchi gli standard qualitativi di Ornella e della sua lunghissima e raffinata carriera vedrà mai la luce.

E infatti, anche se i brani e gli album della Vanoni sono tornati in classifica nelle ultime settimane, non è stato realizzato alcun progetto studiato per “cavalcare” la sua scomparsa. Una scelta rara nel mercato discografico italiano, e a BMG questo va riconosciuto.

Il percorso di La Niña: un’identità costruita senza compromessi

Dalle radici a “Furèsta”: una traiettoria artistica precisa e coerente

La scelta di non partecipare a Sanremo 2026 diventa ancora più leggibile se inserita nel suo percorso artistico. La Niña non è un’artista nata per seguire le logiche dell’immediatezza televisiva: viene da anni di ricerca, studio e sperimentazione, in cui ogni passo è stato calibrato per costruire un’identità precisa.

Nata a Napoli, cresciuta in una famiglia immersa nell’arte, ha sviluppato un immaginario fortemente culturale, passando dalla filosofia ai primi progetti musicali, fino all’approdo a Milano. Il suo percorso attraversa il progetto Yombe, la scrittura in inglese, la successiva scelta di tornare alle radici con la lingua napoletana, e collaborazioni con realtà come La Tempesta, Sony, Sugar e oggi BMG.

Con l’album Furèsta ha consolidato definitivamente la propria identità: un lavoro premiato con il Premio Lunezia Elite e la Targa Tenco, risultato di un impianto sonoro che affonda nelle tradizioni mediterranee e nella musica barocca, senza mai sacrificare la scrittura.

È evidente che la traiettoria di La Niña non sia quella dell’“occasione giusta al momento giusto”: è una costruzione rigorosa, lenta, meditata. E il suo non approdo a Sanremo 2026 non rappresenta una rinuncia, ma la conferma di un posizionamento artistico chiaro, condiviso con la sua etichetta.

La Niña resta così uno degli esempi più limpidi di un’artista che cresce senza snaturarsi. E di un modello discografico — quello di BMG — che fa qualcosa di raro: supportare un percorso, non forzarlo.