Fedez, Marra e Luca Jurman hanno trasformato la nuova puntata di Pulp Podcast in un confronto a viso aperto sul sistema musicale italiano, sui talent show, da Amici a X Factor, sulle dinamiche di potere di Spotify e molti altri contenuti interessanti.
Un episodio “esplosivo” per ritmo e contenuti, in cui si alternano denuncia, memoria storica e visioni opposte, che vi consigliamo di seguire sul canale ufficiale del podcast.
Jurman: «Il talent ha segnato uno spartiacque. In peggio»
Alla domanda di Marra su quando il sistema musicale in Italia sia cambiato, Jurman individua una cesura netta:
“Lo dicono in tanti: il talent. Il talent italiano, va detto, perché è un’altra cosa rispetto all’estero. Fuori il talento resta al centro; da noi, da 20-30 anni, c’è un gap enorme, anche nella discografia, di conoscenza. I grandi direttori e presidenti che conoscevano davvero la materia non ci sono più: tutto è stato sostituito andando nella sola direzione dei numeri”.
Il vocal coach ripercorre anche il momento di rottura con la tv e con Amici:
“Ho capito che dall’interno certe cose non attecchivano più. In televisione stavano cercando di restringere il campo per mettermi in una condizione di disagio, fino a farmi non essere recepito nel modo corretto dal pubblico. A quel punto ho detto: ‘Ciao a tutti, esco di qua e comincio a dire le cose come stanno da fuori’. Da dentro era diventato praticamente impossibile sia combatterle, sia farle comprendere”.
Da lì, la scelta di denunciare pubblicamente meccanismi e distorsioni del sistema, un sistema – aggiunge – «dove anche chi non ha reali competenze viene fatto passare per professore».
Fedez riconosce lo “strapotere” dei talent ma lo colloca in un preciso periodo:
“È vero, c’è stato uno strapotere dei talent. Ma ci dimentichiamo che questo mondo non è uno sprint: è una maratona. Le cose che rimangono sono quelle che dimostrano di avere altre carte, tra cui la personalità, e di conseguenza una maggiore longevità”.
Una riflessione giusta, almeno numericamente parlando, anche se su alcuni generi, il pop in primis, le strade sono poche e le discografiche stesse tendono ancora a indirizzare i ragazzi verso i talent.
L’aneddoto di Fedez e la questione Zerbi
Su questo punto Fedez racconta un aneddoto che coinvolge il rapper Moreno e Paola Zukar.
Il rapper ha ricordato il suo debutto discografico nel 2013, in piena era Amici, quando Moreno divenne il primo rapper a vincere un talent. Un successo “fast food”, racconta, “fatto in un mese e prodotto da Paola Zukar, la stessa che poi si è presentata come la donna pura dell’hip hop e poi fa il disco di Moreno scritto occultamente da Fabri Fibra o con pezzi scartati da lui, per soldi”.
Ricorda poi l’incontro fatto in quel periodo con Massara, presidente di Universal: “Mi disse: “Finalmente abbiamo trovato l’artista con cui spaccheremo il culo”. Quando lo incontro gliela rammento ancora, viste come sono andate le cose…”.
Su un punto Fedez e Jurman sono totalmente d’accordo: l’ex presidente di Sony Music e oggi “professore” di Amici, Rudy Zerbi.
Fedez: “Ma nessuno ha mai analizzato la biografia di Rudy Zerbi? È il discografico che ha fallito di più nella storia della discografia, e viene presentato come un discografico di successo. Questo nessuno lo dice mai…”.
Fedez su Spotify: «Piattaforma corruttibile, non dovrebbe essere rilevata»
La discussione si sposta sulle piattaforme. Jurman non risparmia critiche a Spotify:
“Avevo fatto una campagna in cui dicevo: ‘Spotify deve chiudere immediatamente’”.
Fedez replica con un esempio concreto:
“Non dovrebbe essere rilevata da FIMI/NIQ nel momento in cui la tua piattaforma è corruttibile, e te lo dice uno che lo sa. Ti faccio un esempio: un giorno Spotify ha deciso di rendere visibili le visualizzazioni delle puntate. Guardiamo i nostri numeri e quelli di altri podcast che erano sempre primi in classifica, ma scopriamo che facevano meno della metà delle nostre views. Chiediamo spiegazioni e ci dicono che non funziona così: la classifica è calcolata in un altro modo… alla fine, ai primi posti, ci sono sempre i prodotti delle stesse grandi compagnie o quelli prodotti da Spotify stessa”.
Una riflessione che mette in discussione la trasparenza delle classifiche e il peso effettivo dei numeri nelle piattaforme streaming.
La causa tra Luca Jurman, Fascino e RTI
Jurman racconta anche la sua battaglia legale in corso da due anni con Fascino PGT di Maria De Filippi e con RTI:
“Ho cominciato a fare critica e a dire determinate cose da fuori. Hanno scritto che screditavo il programma, così mi sono arrivate tre denunce: una penale e due civili per diffamazione. Inizialmente chiedevano che pagassi 50.000 euro e smettessi di fare critica, non ho accettato e allora è arrivata una richiesta danni in un altro modo… ora è arrivata a quasi 10 milioni di euro”.
Fedez commenta:
“Bravo che non hai accettato. Il fatto che abbiano cercato di fermarti è perché ci sono tre persone che tengono per le palle Mediaset: Davide Parenti, Antonio Ricci e Maria De Filippi. E nessuno va contro la De Filippi”.
L’accusa e la richiesta danni verso Luca Jurman rientrano in un contenzioso più ampio tra Mediaset e Twitch che riguarda anche altri creator che fanno critica usando spezzoni dei programmi televisivi.
Jurman definisce la sua vicenda legale come una vera e propria SLAPP, una causa intimidatoria nata per limitarne la libertà di critica. L’ex coach spiega di essere stato accusato di utilizzare materiali dei programmi Mediaset nelle sue reaction su Twitch.
Marra e Fedez hanno le idee chiare su questo argomento: “La tua è opera trasformativa. Dipende dalle sentenze ma se un contenuto non è completamente sostitutivo e viene utilizzato per fare critica o divulgazione ci sta”
«ma erano contenuti commentati e trasformati, non sostitutivi».
Nella causa, oltre ai 10 milioni di euro, viene richiesta l’inibizione per Jurman dal fare reaction a Amici utilizzando materiale Mediaset, e la pubblicazione della sentenza su tutti i principali giornali. Una cifra calcolata, secondo la denuncia, su una base di 1.000 euro per ogni minuto di contenuto utilizzato.
“Dai, è una causa intimidatoria”, commenta Fedez.
Del resto, come sottolineano i conduttori, se dovesse vincere RTI inizierebbe una sorta di censura per tanti creator: “Castighiamo uno per punirne cento“.
L’esperienza di Fedez a X Factor
Sul finale, Fedez parla anche della sua esperienza nel talent X Factor:
“Il motivo per cui non me ne sono andato, ma mi sono fatto cacciare, è semplice: non riuscivo più a emozionarmi. Ricordo il primo anno, quello della vittoria di Lorenzo Fragola. All’epoca credevo davvero che un talent potesse offrire un’opportunità vera. Poi capisci che in realtà questi ragazzi sono solo pedine, parte di un programma televisivo, e non di un percorso musicale. Gli ultimi anni non avevo più voglia e lo facevo solo per soldi, tanti soldi.
Ricordo che una volta volevano eliminare un concorrente perché durante l’esibizione si vedevano le rotelle del pianoforte e non erano televisive. Ho detto: “Andate a cagare, non lo elimino per questo”. Ma poi capisci che i fili sono altri, che le scelte sono guidate da esigenze di spettacolo, non di musica”. Certo, trovare un modo per nascondere i piedi era sicuramente più facile che cacciare un ragazzo con i suoi sogni, aggiungiamo noi.
“Oggi – conclude – non so nemmeno chi abbia vinto Amici o X Factor l’anno scorso. È più utile farsi la musica in cameretta, sfruttare i propri canali web: sono molto più potenti di un talent”.
Jurman spiega anche perché, nonostante le sue reaction siano non solo su Amici, ma anche sui talent esteri, su Sanremo e The Voice, X Factor lo sconvolge meno del talent di Canale 5: “X Factor almeno non è una scuola, eppure riesce a fare un po’ meglio…”
Luca lancia anche una sfida a Fedez ma, come tanti altri punti affrontati nella puntata, vi consigliamo di seguire la puntata di Pulp Podcast, disponibile in abbonamento.
Una puntata che, per temi e intensità, vale davvero l’ascolto: cliccate qui per seguirla.
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