28 Ottobre 2017
di Interviste, Recensioni
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28 Ottobre 2017

RECENSIONE:
AMORE GIGANTE – GIANNA NANNINI

"Amore gigante" è il titolo del 18esimo album di Gianna Nannini uscito il 27 ottobre. Ecco la recensione del disco

Amore gigante
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Sarà pure un successo ma Fenomenale è proprio un pezzo brutto, fastidioso quasi, dal testo inappropriato pure per una tigre del rock, che è poi denominazione veritiera senza ombra di dubbio se si parla di Gianna Nannini. Ammetto quindi che mi sono approcciato all’ascolto di Amore Gigante, il suo nuovo album, con la paura reale di trovarci all’interno il puzzo delle carogne sbranate e lasciate li a putrefare come vecchi ricordi di bella musica che fu.

Ed invece pur se non al cospetto di un disco tutto di livello che le competerebbe, ammetto che in Amore Gigante, Gianna è riuscita a rifilarmi diversi graffi, zampate assestate con la sapienza di chi ha imparato dove colpire con precisione. Amore Gigante è infatti un disco più sincero rispetto agli ultimi, che rivela che la tigre ha un po’ perso quelle note sporche ed impossibili degli anni d’oro, sostituite con una proposta più pacata e sostenibile anche live, evitandoci ed evitandosi di cadere in stecche e diserzioni ( come accadde in un Sanremo di qualche anno fa ) da dover poi giustificare, quando sarebbe bastato, appunto, incidere in tonalità più bassa quelle canzoni, come fatto qua. Rispetto ai precedenti lavori sembra che Gianna si sia stancata degli archi, usati finanche a dismisura da Sei nell’anima in poi che, pur presenti qui e là, non sono più linea guida dei brani. L’esempio è proprio la title track, ballad soffusa con inciso di grande apertura, dove ci sono riferimenti non certo velati alla sacralità dell’amore ed alla libertà di viverlo a prescindere dal sesso: “liberiamo le emozioni senza aver paura della diversità, io non sono il tuo riflesso, l’amore non ha sesso…” canta la star recentemente al centro di polemiche proprio per la sua decisione di ammettere un rapporto omosex, vissuto però lontano dall’Italia per questioni di tutele.

Tra le note positive del disco, le zampate ben assestate come si diceva prima, c’è l’approccio elettronico in Piccoli Particolari, candidata a proposta adattissima all’estate con i suoi sha la la la corali di sottofondo, ed anche Tutta Mia dove sono le chitarre a scambiarsi il posto di guida con la voce della nostra che si assume la colpa pur di liberarsi di chi morirà col suo segreto. Tuttoquellochevoglio è la ballad che in un altro disco recente avrebbe avuto a corredo la pompa magna opulenta dell’orchestra, mentre qui è stata prodotta tenendo la ritmica in prima linea, e facendo entrare gli archi solo nella variazione, come abbellimento concreto e giusto. Peccato che il brano sia tagliato un po’ troppo in fretta, come se si avesse paura di sforare i tre minuti, che pure qualche volta vengono scavallati. Come in Senza Un’Ala, il brano largamente migliore del disco, col suo incalzare e variare d’improvviso dove si fa fatica a ripartire dopo che l’amore ci ha spezzato il volo, tolto un’ala; “Ma dov’è l’amore? Nemmeno lui lo sa”. In scia anche la successiva Una Vita Senza Te che premia però la melodia. Qualche passo incerto e trascurabile oltre il singolo c’è però, come la conclusiva L’Ultimo Latin Lover scritta tra gli altri da Annalisa e Francesco Bianconi, che sembra più adatta al repertorio della rossa autrice, o Filo Filo che invece sembra figlia di una Nannini troppo sentita, troppo ripetitiva.

Amore Gigante è un disco che ha comunque titolo giustissimo, perché spiega il sentimento davvero, esaminandone diverse sfaccettature, senza porsi limiti. E del resto la Nannini quando mai se n’è posti?

BRANI MIGLIORI: Senza Un’Ala, Amore Gigante
VOTO: 7/10
TRACKLIST AMORE GIGANTE 

1. Cinema
2. Fenomenale
3. Amore gigante
4. Pensami
5. Piccoli particolare
6. Filo filo
7. Tutta mia
8. Non è vero
9. Quasi quasi rimango
10. Tutto quello che voglio
11. Senza un’ala
12. Una vita con te
13. Sabbie mobili
14. Cosa vuoi
15. L’ultimo latin lover