21 Maggio 2014
di Disturbo della quiete pubblica
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21 Maggio 2014

La Mosca intervista ALESSANDRO ERRICO

La Mosca Tze Tze ha ritrovato Alessandro Errico ed è riuscita ad intervistarlo col suo solito modo di fare un po' irriverente e... sorpresa!

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Dopo aver lanciato la sua rubrica WANTED, la Mosca Tze Tze è riuscita a trovare Alessandro Errico, alle prese con un nuovo progetto discografico… ma non finisce qui! Nelle prossime settimane, ci saranno delle importanti novità!
Per adesso… ecco l’intervista!

Ciao Alessandro.
Innanzitutto ti voglio ringraziare per la tua disponibilità e… sono un po’ emozionata perché questa è la mia prima intervista. Eggià, La Mosca Tze Tze non ha mai intervistato nessuno.
In questi giorni è partita la mia nuova rubrica WANTED che andrà a caccia dei cantanti del passato (non troppo remoto) che sono fuori dal giro da un po’ di tempo per scovarli e capire cosa stanno facendo. Il primo nome a cui ho pensato è stato proprio il tuo!

Grazie, è sempre un piacere essere i primi. Se può tranquillizzarti anche per me è la prima intervista con un insetto.

Dove sei stato dal 1997 al 2013 (parentesi SoneTsenZ a parte, perché le vostre canzoni non le trovavo neanche su emule)? Io, per esempio, mi sono laureata e ho fatto almeno 5 lavori diversi, collezionando collaborazioni occasionali, contratti a termine, interinali e porte in faccia del tipo “lei è troppo qualificata per noi”… e tu?

Qualcosa mi dice che siamo in tanti…
Comunque sì, mille lavori strumentali e molta vita in mezzo. Come tutti quelli che non hanno strade spianate o santi in paradiso. Del resto io – come diceva De André – “ho scelto di stare sulla cattiva strada, quella di Gherardino Segalello, di Margherita e di Dolcino, quella delle scelte pericolose contro la ricchezza e contro il potere”.
E quindi probabilmente, nonostante tutto, ho fatto e faccio la vita che voglio.

Come t’è venuto in mente, nel 2013, di rimetterti in gioco come solista? Cioè, mi immagino che tu avessi un lavoro “normale” e una vita “normale” e che, a 40 anni o giù di lì (tanto non sei una signora, si può dire l’età!), hai deciso di cambiare rotta. Mi vengono in mente i miei ormai ex-colleghi a cui hanno offerto 30 mensilità per starsene a casa… sei uno di loro?

 No, magari! In realtà, molto semplicemente, nel 2013 era giunto il momento non tanto di cambiare rotta, quanto di chiudere il cerchio. Dopo un po’ di anni tumulato tra biblioteche e stanze buie, in un certo senso i SoneTsenZ (che tu citavi prima) sono stati il passaggio necessario per arrivare fin qui. Con loro avevo bisogno di sperimentare e capire fino a che punto una canzone potesse raccontare la verità, o quantomeno il mio bisogno di verità. Perché la mente è un po’ come una macchina se ci pensi, per capire quanto può correre devi spingerla fino ai suoi limiti, magari in un posto sicuro e il più isolato possibile. In questo senso, forse alla fine i Sonet non cercavano un pubblico. Eravamo noi il nostro pubblico, i primi spettatori di quello che facevamo. Poi però in strada c’è un limite di velocità e se vuoi stare nel mondo devi conoscerlo e imparare a rispettarlo, anche se hai una Ferrari. Che non significa scendere a compromessi ma soltanto capire che “comunicare” e “condividere” non sono necessariamente brutte parole.

Io ti ho sempre considerato il PRIMO AMICO DI MARIA. Ti sei mai chiesto se sia stata colpa tua il fatto che ora la Maria fa un talent show? Hai mai pensato di essere stato l’artefice (o carnefice), in una sorta di brainstorming involontario, dell’idea del programma?

 Non so quanto sia stato involontario, senz’altro Maria aveva un esempio importante accanto. Maurizio prima di lei aveva scoperto artisti ancora oggi importanti, da Paolo Villaggio a Luttazzi, Covatta, Iacchetti, Vergassola… Fiorello stesso non sarebbe quello che è senza Costanzo. Lui è stato un vero pigmalione”, come si dice. Sicuramente sono stato il primo di Maria anche se come “primogenito”  forse poi ho scritto una storia un po’ diversa da quelli che, volontariamente, ha scoperto dopo trasformando Amici da talk-show a talent-show. In un certo senso io credo d’essere stato l’eccezione che è diventata regola quando l’intuizione (o il desiderio) iniziale di Maria, è diventata un progetto seriale com’è Amici oggi.

Partendo dal presupposto che in Italia trovare qualcuno che parli male della Maria (De Filippi, non l’altra che invece riscuote sempre il suo successo), almeno pubblicamente, è impossibile quanto impedire a Baudo di dire “l’ho scoperto io!!!”…. Tu hai ancora rapporti con Maria? e se no, il vostro allontanamento come è avvenuto? Si dice che per i vecchi ragazzi dei suoi programmi sia quasi impossibile contattarla. Tu, negli anni, hai cercato di riallacciare i rapporti con lei anche solo per consigli?

 Ho sentito questa cosa anch’io ma credo sia normale considerando quanti “talenti” scopre che poi ogni anno, inevitabilmente, si perdono per strada. Il fatto è che lei non ha aperto una casa discografica, crea delle condizioni che altri (i discografici appunto) dovrebbero far maturare, cosa che però non avviene quasi mai perché non esistono più discografici in grado di pensare in prospettiva facendo crescere dei ragazzi magari bravi ma che inevitabilmente sono privi di contenuti. Se insomma poi li fanno cantare canzoni di merda non è colpa di Maria, credo.
Io comunque sono stato fortunato evidentemente. I nostri rapporti si sono interrotti non benissimo quando ho deciso di fermarmi e prendermi del tempo (il “mio” tempo). Lei (credo nel 2003), mi chiamò e invitò in trasmissione per dirmi che aveva compreso e capito le mie scelte, cosa che mi fece molto piacere come puoi immaginare. Io però, forse in quel periodo ero completamente da un’altra parte, pensa che finita l’intervista, quando mi chiese se volevo rimanere in studio scappai via come un ladro perché avevo una lezione il pomeriggio all’università! Un po’ di tempo fa però, quando ho finito il disco con i SoneTsenZ, l’ho chiamata e incontrata perché volevo farle sentire cosa era diventato. Abbiamo parlato (soprattutto sparlato) per qualche ora e alla fine le ho lasciato il CD. Dopo un paio di mesi mi ha richiamato dicendomi che le era piaciuto molto, mi chiese se avessi bisogno d’aiuto ma come ti dicevo non cercavo visibilità allora. Oggi è diverso ma non la chiamerei. Un po’ per pudore (diciamo che faccio un po’ fatica a chiedere), un po’ perché sono convinto che sarà lei a chiamarmi semmai vedrà nel mio percorso e in quello che faccio oggi un motivo di orgoglio per se stessa e per quello che in fondo ha iniziato parecchi anni fa.

1996/97 e poi 2013/14. Il prossimo appuntamento sarà nel 2031 o hai dei progetti da mettere in pratica prima della scadenza del mio mutuo (2033 per la cronaca)?

 Complimenti per il coraggio intanto, a me l’idea di fidanzarmi con una banca ha sempre terrorizzato ma in bocca al lupo insomma (sorrido).
Comunque: progetti tanti, certezze nessuna. Scrivo, suono e canto le cose che scrivo, e questa se ci penso, nel bene e nel male è l’unica costante nella mia vita.

Mi spieghi cos’è il flashmobbing che hai fatto il 25 aprile al Quirinale? Ci puoi svelare il contenuto della letterina? Sono curiosa!

 Diciamo che tra le mie attuali idiosincrasie c’è la comunicazione “istituzionale”. Mi spiego meglio: da un po’ di anni studio e lavoro con le parole, sono a tutti gli effetti la mia ossessione quindi credo sia normale che io cerchi di raccontare quello che faccio utilizzando binari comunicativi paralleli a quelli, appunto, istituzionali. Non sopporto i cantanti che vendono canzoni, quella è una dimensione di cui sono consapevole, ci mancherebbe, però quando racconto le mie canzoni non perdo mai il contatto col sangue, il dolore o comunque la scintilla emotiva che le ha generate. Così #Sanremoperforza, l’operazione che ho fatto a Sanremo, è stata il primo step, e lì volevo essere ironico, sarcastico e magari anche un po’ dissacrante.
Con il #Flashmobbing invece avevo bisogno di alzare l’asticella, ridare un senso “politico” alle mie parole. E cantare una “serenata” sotto casa del Presidente della Repubblica mi sembrava la cosa migliore da fare. Non era facile come puoi immaginare, ho rischiato grosso ma in fondo io dico sempre che se nessuno ci ascolta è colpa nostra no? Vuol dire che non siamo stati in grado di farci sentire. Quindi mi sono preso i miei rischi e la mia serenata (che poi è “Il mio paese mi fa mobbing”, una canzone che non a caso inizia con le parole “Egregio Presidente…”) alla fine la cantavano anche i poliziotti… te l’ho detto che siamo in tanti.

Nel 1997 a Sanremo hai cantato “e le mie mani che giocavano tra le tue gambe”. Non te l’hanno mai detto che al festival si cantano solo canzoni con la rima cuore-amore visto che quest’anno ci hai riprovato ancora senza l’accoppiata vincente?

 Sì che me l’hanno detto, quest’anno poi era una vera e propria norma non scritta per partecipare. Cioè: o presentavi una canzone d’amore o stavi a casa.
Il fatto è che io fisiologicamente sono allergico ai diktat, e se lo ero nel 1997 pensa ora… Così ho presentato “Il mio paese mi fa mobbing” (che non è proprio una canzone d’amore) e sono andato a Sanremo lo stesso come 15° Big in gara. E il Festival l’ho pure vinto, con tanto di premiazione, premio della critica ecc. ecc. Ci sono le prove in rete sai?

Perché in passato, per capire ogni termine dei testi delle tue canzoni dovevo farmi aiutare dallo Zingarelli, mentre ora, nonostante il mio neurone sia unico e notevolmente deteriorato, non ho usato google per nemmeno una parolina piccola piccola? 

 Oddio, se me lo dici così lo prendo come un complimento perché semplificare – mi dicono – non è esattamente il mio forte. In fondo io ho sempre pensato che le parole non sono né belle né brutte, o tantomeno facili o complesse. Le parole sono la misura del tuo mondo se ci pensi, quante più parole conosci, più cose puoi nominare e pensieri pensare. Però credo che questo tuo giudizio così edificante in realtà dipenda dal fatto che hai ascoltato solo “Il mio paese mi fa mobbing” che, essendo una canzone “di pancia”, non presenta concetti o parole complesse (“Mobbing” a parte, che però ormai più o meno tutti credo e spero sappiano cosa sia).
Non mi faccio illusioni per il futuro però… magari tu lo Zingarelli non buttarlo… non si sa mai.

Programmi per l’estate? No, non ti sto invitando per una vacanza insieme… sarai in tour/farai dei concerti?

 Sto preparando alcune uscite live in trio, con un violoncellista completamente pazzo e un pianista smontabile. La prima data è in Liguria il 22 giugno, tra l’altro a ingresso libero. Suoneremo quasi vent’ anni di vita, dal grido del silenzio ad oggi. Praticamente una sorta di seduta psicanalitica, per giunta gratis. Se ne ha bisogno sei mia ospite ovviamente.

Vuoi aggiungere qualcosa?

 Qualcosa.

Mi suggerisci un tuo collega sparito da andare a cercare? Tipo Leandro Barsotti e Alessandro Mara che hanno partecipato a Sanremo Nuove Proposte 1996 con te?

 Dipende che vuol dire per te “sparito”. C’è chi in effetti cambia proprio vita, chi magari fa percorsi meno visibili ma non per questo meno importanti, anzi. Alessandro Mara ad esempio mi dicono che oggi sia un avvocato di successo e che abbia addirittura tentato di acquistare la Reggiana Calcio qualche anno fa (con la musica a mala pena poteva comprarsi la maglietta ufficiale d’altronde quindi, volendo, ha pure fatto bene). Petra Magoni invece ha solo cambiato pubblico, da Sanremo e dalle cronache italiane, all’Olympia di Parigi e ai Festival internazionali. È solo questione di prospettiva, però loro due sono i due nomi che ti faccio.

Salutameli eh?

Ed eccoci giunti alla fine: il ROMPI CD, la caratteristica di ogni intervista di AllMusicItalia! Ti elenco delle coppie (ed un trio) di eventi musicali o cantanti e tu devi dirmi chi scegli:

    1. Gianluca Grignani vs Massimo Di Cataldo oooppps non siamo più nel 1997 quando vi dividevate le copertine del Cioè!
    2. Marco Carta vs Dennis Fantina
    3. Syria vs Silvia Salemi (Sanremo NP 1996)
    4. I doppio CD dei Sanremo di Baudo vs le compilation digitali dei Sanremo di Fazio
    5. Il Dizionario di Italiano vs Wikipedia e il correttore di Word
    6. Amici vs X-Factor vs TheVoice

 Allora:

  1. Scelgo Gianluca Grignani perché almeno ha fatto un bel disco (“La fabbrica di plastica”). E anche quello dopo sui pop corn non era male. Di Cataldo al momento mi viene solo in mente la foto della compagna massacrata. Spero non sia vero e che riesca a dimostrarlo perché altrimenti altro che ROMPI CD.
  2. Il secondo non so chi sia, il primo invece sì ma non credo di aver mai ascoltato una sua canzone. Che canta?
  3. Silvia Salemi l’ho rivista ultimamente in un programma in cui si travestiva da Lady Gaga e la imitava… quindi scelgo lei perché credo ne abbia più bisogno.
  4. Baudo tutta la vita.
  5. Devoto-Oli (magari in versione APP per iPhone).
  6. Allora. Questa è durissima. Amici lo escludo perché sono troppo coinvolto emotivamente. Tra X-Factor e The Voice scelgo il secondo per una ragione: mi sembra il più onesto perché non cerca di creare popstar, l’unica cosa che conta, lo dice pure la pubblicità, è la voce. Quindi per una serata lobotomizzato sul divano è perfetto, non devo neanche fare la fatica di immaginare quelli che ci vanno mentre cantano canzoni originali. Vuoi mettere?

 

Continuate a seguirci perché noi aspettiamo il video del #Flashmobbing e, soprattutto, la Mosca non può mica declinare l’invito di Alessandro per il 22 giugno!
A presto.
La Mosca Tze Tze e la sua prima intervista.

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