24 Marzo 2016
di Direttore Editoriale
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24 Marzo 2016

LOREDANA BERTE´ la donna che ha rivoluzionato la musica italiana

La donna che ha rivoluzionato la musica italiana sta tornando... Ecco come LOREDANA BERTE´ ha lasciato il suo segno nella nostra musica

LOREDANA BERTE´
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L’artista più eclettica, innovativa e controversa della musica italiana sta tornando sul mercato discografico per festeggiare i 40 anni di carriera.
Sì, proprio lei LOREDANA BERTE´… non la giurata di Amici, come magari può etichettarla qualcuno dei i ragazzi delle nuove generazioni, ma la donna che in Italia ha osato di più musicalmente dettando mode e tendenze, musicali ma non solo.

Loredana Bertè è colei che nel suo album del 1974, Streaking, pronunciò per la prima volta la parola “caxxo” in un disco e, non contenta, vi apparve completamente nuda in copertina incorrendo nella più totale delle censure.

Sempre lei ha regalato involontariamente a decine di teenager in crisi ormonale l’inno generazionale da cantare ai proprio idoli durante i concerti o in tv (Sei bellissima).

È la ragazza che, durante un viaggio in Giamaica, scoprì in un concerto un allora semi sconosciuto Bob Marley, lo ascoltò attentamente, se ne innamorò musicalmente. Quando tornò in Italia, portò per la prima volta il reggae nel nostro paese con E la luna bussò; un brano che entrò in classifica anche Germania, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Sud America.

Persino Lady Gaga l’ha copiata di recente esibendosi con un finto pancione da donna incinta, “ignara” che anni prima (nel 1986) la Bertè getto scandalo sul palco di Sanremo cantando Re scritta per lei da Mango con un vestitino di pelle vertiginoso e un cuscino a un cuscino a simulare una gravidanza.
Lo fece proprio nella patria del nazional popolare, quel Sanremo che non l’ha mai capita relegandola sempre oltre la decima posizione della classifica… salvo l’anno in cui duettò con Gigi D’Alessio in Respirare (e questo dovrebbe farci riflettere, e parecchio).

Nella sua vita ha incontrato nomi illustri, dal presidente Bush Senior a Andy Warhol che fu, oltre che amico, regista con la sua Factory del videoclip di un suo brano, Movie.

Nel 2012 Rolling Stone Italia ha definito un suo album, Traslocando prodotto nel 1982 da Ivano Fossati, il miglior lavoro discografico interpretato da una donna in Italia (e per la cronaca sulla cover di quel disco era vestita da suora tanto per non annoiarci mai…).

In questi 40 anni di carriera ha venduto oltre 7 milioni di dischi senza però mai arrivare alla numero 1 della classifica, traguardo che forse riuscirà a portare a casa il prossimo aprile quando uscirà questo speciale Best ofAmici non ne ho… ma amiche sì.
Per ora ha dovuto “accontentarsi” della numero 2 nei singoli (anno 1982, Non sono una signora) e negli album (anno 2005, BabyBertè).

Parliamo di una donna che ha saputo alternare il ruolo di interprete a quello di cantautrice sempre con credibilità… Fabrizio De Andrè la definì “una delle poche donne che sanno davvero scrivere testi…”.
Per lei ha scritto il Gotha della musica italiana… 
Ivano Fossati, Mango, Gianni Bella, Pino Daniele, Ivan Graziani, Edoardo Bennato, Bruno Lauzi, Ligabue, Mariella Nava, Enrico Ruggeri, Renato Zero, Biagio Antonacci, Mario Lavezzi e persino la sorella, l’indimenticata e indimenticabile Mia Martini, con cui incise e presentò anche una canzone a Sanremo, la sfortunata Stiamo come Stiamo.

Loredana Bertè nella musica rappresenta la genialità, l’innovazione, la curiosità, la sperimentazione e soprattutto la capacità di rischiare, con quel graffio sempre aperto nel cuore… tutte caratteristiche che dovrebbero rappresentare un’artista e che oggi sembrano essere venute a mancare… ma nonostante tutto questo, Loredana Bertè è anche un’artista che il pubblico italiano non sempre ha compreso.

Ora, dopo dieci anni di silenzio alternati da poche canzoni inedite, Loredana torna e, per una volta, si fa festeggiare… dalla sua nuova produttrice, Fiorella Mannoia, e da tante colleghe che duettano con lei nel suo nuovo album affiancandola in canzoni che sono un paragone assoluto per qualsiasi donna che voglia intraprendere questo mestiere.

Un album bellissimo nel concept, un tributo dovuto ma non totalmente riuscito…
Tra le cose più belle di questo disco l’intensa Luna, cantata insieme a Paola Turci. Due voci e due donne che il dolore, in modi diversi, lo hanno conosciuto bene al punto da poter intonare “vaffanculo luna…“.
Emma invece risulta perfetta con la sua voce nell’accompagnare “l’icona delle voci rotte” in Non sono una signora, mentre Patty Pravo riesce a dare nuove sfaccettature ad uno dei brani più cari alla Bertè, la straziante Mi Manchi.
Aida Cooper, compagna di tante tournée, è perfetta al fianco dell’amica nel cantare la canzone più recente nella produzione di Loredana, Ma quale musica leggera.
E poi c’è quel duetto che vale un disco, quello con la sorella sulle note di Stiamo come stiamo che per la prima volta Loredana ricanta come “doveva essere”… senza tutti gli stravolgimenti che improvvisò a Sanremo nel 1993… questo è il suo regalo per Mia.

Il disco vive anche però di scelte discutibili fatte per rincorrere il popolo più social o le radio… interpretazioni a volte poco incisive perché queste non sono solo canzoni, ma pezzi di storia della musica italiana al femminile che hanno un peso, spesso cucite sull’interprete originale come fossero un “pezzo unico”.
Restano fuori tante amiche (del resto il disco si intitola così no?!?) come Marcella Bella, data per certa fino all’ultimo… Syria, che iniziò la sua carriera proprio ricantando la Berté a Sanremo Giovani nel 1995 e trionfando con Sei bellissima… per non parlare dell’altra grande rocker della musica italiana, Gianna NanniniDolcenera rinata artisticamente a Music Farm stravolgendo (ancora una volta) quel pezzo monumentale che è Sei Bellissima e poi ancora Giusy Ferreri e Rita Pavone.

Ma al di là di questi dettagli, ci troviamo comunque di fronte ad un album che merita l’acquisto ad occhi chiusi… un disco contraddistinto da una tracklist di capolavori con unica vera regina la voce di una rinata Loredana Bertè.
Dopodiché, non ci resterà che aspettare il nuovo disco di inediti di Loredana, per sentirla finalmente tirar fuori tutta la rabbia, la delusione e quella malinconia sotto pelle che è parte inscindibile della sua arte e della sua forza interpretativa.

Insomma la “non signora” della musica italiana sta tornando e no, questo non è un elogio ad un’artista che non c’è più… a quello ci ha già pensato con largo anticipo proprio Loredana che, sempre geniale, chiude questo nuovo lavoro con un inedito da lei scritto, Il mio funerale, una canzone in cui ritrae il quadro perfetto di quello che accadrà dopo la sua morte, tra molti e molti dischi, ed è accaduto alla scomparsa di tutti i grandi artisti scomparsi negli ultimi anni.