26 Settembre 2022
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26 Settembre 2022

Anche YouTube ce l’ha piccolo… grazie agli shorts!

I contenuti brevi sono migliori di quelli lunghi? Il principio di Bill Gates, "il contenuto è sovrano", vince su tutto?

Youtube shorts
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Conoscete YouTube Shorts? No, non sono pantaloni brandizzati della famosa piattaforma!

Shorts è la parte di YouTube dove è possibile registrare, condividere e guardare tutti i video in formato breve, cioè per un massimo 60 secondi.

Si tratta di creare video, caricarli nella sezione shorts, inserire la musica, un testo e usare i filtri di modifica dell’immagine…insomma tutto identico, interfaccia del display compresa, alle modalità di caricamento su TikTok!

Sembra che (fonte: www.hypebot.com) una larghissima fetta di utenti di YouTube pari al 75% dei 2 miliardi di utenti, guardi i cortometraggi e che i musicisti con video di lunga durata segnalino un aumento del coinvolgimento per tutti i loro contenuti di YouTube dopo aver aggiunto i cortometraggi.

Ancora una volta mi ritrovo a pensare che i contenuti brevi siano migliori di quelli lunghi. Ancora una volta mi ritrovo a riflettere sulla nostra sempre più evidente scarsa capacità di mantenere alta l’attenzione oltre il minuto di tempo!!

Del resto, una volta che le persone si abituano a guardare o ascoltare contenuti brevi, hanno difficoltà a concentrarsi in qualcosa di più lungo!!

Grazie a Shorts hai la possibilità di scegliere la parte migliore, per esempio di una canzone, per ottenere la giusta attenzione nella speranza che il pubblico apprezzerà abbastanza la versione breve da dare un’occhiata a quella più lunga.

Certo, tu produttore, autore o compositore potresti non gradire che il tuo lavoro di studio venga mutilato, ma i dati parlano chiaro: le piattaforme social sono a favore di contenuti brevi. YouTube, nota per i videoclip integrali e ufficiali, è dovuta scendere a patti con la sua stessa sostanza di piattaforma e creare i contenuti shorts, in una perfetta imitazione del modello cinese.

La mia considerazione, mista a sconforto sta prima di tutto nella realtà del fatto che tutte le fasce d’età stanno miseramente erodendo la capacità di concentrazione e questo riguarda tutto ciò che è comunicazione e apprendimento, la seconda è che queste note piattaforme, per migliorare le loro performance sanno solo copiarsi tra di loro.

YouTube, Facebook, Instagram e TikTok si copiano e si ricopiano palleggiandosi gli stessi sistemi di intrattenimento.

YouTube si giustifica dicendo che i canali che utilizzano i cortometraggi crescono più velocemente di quelli che non lo fanno, il che sembra un buon motivo per introdurre la novità, che realmente è stata testata per la prima volta in India nel 2020, ma a partire da marzo 2021 si è estesa ad altri paesi.

Inoltre la più recente comunicazione da parte della piattaforma riguarda la creazione di un fondo di 100 milioni di dollari istituito come ricompensa per il contributo dato alla community di YouTube, quindi se sei un Creator che gira e condivide Shorts, puoi partecipare al programma e guadagnare con i tuoi video.

In sostanza l’azienda statunitense, secondo sito web più visitato al mondo, alle spalle solamente di Google, che ha raggiunto tale notorietà grazie ai video lunghi – ricordiamo che la fidelizzazione al video, cioè la capacità di tenere l’utente collegato allo stesso il più a lungo possibile, era una delle leve della monetizzazione – oggi rivede la strategia, andando a copiare chi realmente rischia di fargli le scarpe.

Vale dunque sempre il concetto fondamentale nel marketing online che “Content is King”, il contenuto è sovrano? Lo disse Bill Gates nel lontano 1996, affermando che “i contenuti sono l’oggetto su cui mi aspetto che vengano sviluppati la maggior parte dei guadagni su internet”.

Questo principio vince su tutti gli altri aspetti?

Ricordate le volte che TikTok è stata attaccata e colpevolizzata dalla gente perché permette ai bambini di avere un proprio account.

Bene, ho cercato i requisiti che un Creator di YouTube Shorts deve avere per partecipare al Fondo di 100 milioni di dollari. Tra gli ovvi come una soglia di 1.000 iscritti e 10 milioni di visualizzazioni spicca l’età: 13 anni, in barba al parental control, punta di diamante di YouTube!

Punti di vista e spunti di riflessione ne abbiamo?

Io esprimo i miei in “Spunti di vista”, la mia nuova rubrica su All Music Italia.