27 Aprile 2022
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27 Aprile 2022

Testo & ConTesto: Mahmood & Blanco Brividi, una canzone che usa moduli antichi per raccontare un amore nuovo

Il nostro Prof di latino ci svela il significato e i segreti del testo che rappresenterà l'Italia al prossimo Eurovision Song Contest

Mahmood & Blanco Brividi testo
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Mahmood & Blanco Brividi TESTO &ConTESTO. Il Prof di latino Davide Misiano analizza oggi per noi il testo della canzone che rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest 2022 (per leggere il nuovo adattamento clicca qui).

C’è qualcosa di primitivo in questo racconto dell’amore con cui Mahmood e Blanco hanno conquistato il pubblico italiano dal palco dell’Ariston e con cui si apprestano, speriamo, a convincere il pubblico europeo. C’è qualcosa di originario e antico che, in bocca a dei ragazzi così giovani, suona come la più delicata delle verità.

Ci raccontano un amore che sbaglia, che si affanna, che ora tenta ora indietreggia. Un amore che non ha ancora imparato le regole, ma vorrebbe dominare tutto. Un amore che sa essere totale, anche nelle sue contraddizioni e nei suoi abissi.

Sembra la storia di ogni amore che si misura con il bilancio; e l’amore, ahimè, viaggia sempre a braccetto con il fallimento, perché, se amiamo tanto e senza riserve, siamo prima o poi chiamati a cadere.

Ma la sfumatura più bella e vera del sentimento che i due artisti ci descrivono è quella sensazione di inadeguatezza vissuta irrimediabilmente da chi ama: “ti vorrei amare, ma sbaglio sempre”.

L’amore rivela sempre i nostri limiti, le nostre incapacità: denuncia persino la poca conoscenza che abbiamo di noi stessi, il poco controllo che esercitiamo sulle nostre emozioni. L’amore ci fa sentire sempre immaturi di fronte alla sua grandezza.

MAHMOOD & BLANCO BRIVIDI: ANALISI DEL TESTO

Nel leggere il testo abbiamo la percezione che Mahmood e Blanco stiano cantando un amore al capolinea. Nonostante il veleno che ci sputiamo addosso e il male che siamo capaci di farci, io ti vorrei amare, canta ciascuno dei due. Una confessione e insieme un’ammissione di colpa, tipica di chi ama ma non ha ancora imparato a farlo, di chi ama ma sente di sbagliare tutto.

Abbiamo sognato tanto insieme, abbiamo sognato in grande, dice Mahmood; poi qualcosa è cambiato, la luce nei tuoi occhi si è spenta, la paura ci ha invasi. La prima strofa è fatta di iperboli: enormi erano i sogni, enormi sono le paure che ci allontanano.

Ho sognato di volare con te
su una bici di diamanti
Mi hai detto “Sei cambiato,
non vedo più la luce nei tuoi occhi”.
La tua paura cos’è?
Un mare dove non tocchi mai

Non scappare, non lasciarmi, gli sussurra. Nonostante tutto.

La strofa di Blanco è diretta, a volte cruda. È rivolta a un “tu” che viene richiamato insistentemente.

Tu che mi svegli il mattino
Tu che sporchi il letto di vino
Tu che mi mordi la pelle
con i tuoi occhi da vipera
e tu

All’anafora (tu… / tu…/  tu…) si aggiunge la forza evocativa di alcune immagini quotidiane: in fondo l’amore ha i suoi gesti, i suoi rituali, i suoi movimenti banali che diventano irrinunciabili; l’amore fa della routine poesia, carica di significato ogni atto che è sempre uguale a sé stesso.

E ti amo anche se sei il “contrario di un angelo”, gli dice. Ti amo anche se sei sconfitto o fallito “come un pugile all’angolo”. Anche se scappi da qui.

Il ritornello, cantato con delle armonie vocali di una toccante semplicità, rese nitide dal perfetto amalgama delle due voci, è il perno di questo dialogo fatto ora di accuse ora di comprensione, ora di commemorazione ora di rimorso. Nel ritornello le due voci cantano la stessa cosa: la loro nudità di fronte a un amore che è senza sbocco, ma che non può essere perduto. È un amore che attraversa la pelle, questo amore scomposto. Un amore che mette i brividi e apre proiezioni.

E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre
E ti vorrei rubare un cielo di perle
E pagherei per andar via
Accetterei anche una bugia
E ti vorrei amare, ma sbaglio sempre

Notate il polisindeto, la ripetizione ossessiva della congiunzione e? Notate l’accumulo dei condizionali (vorrei… pagherei… accetterei)?
Sono scelte retoriche che rendono perfettamente l’inquietudine del desiderio degli amanti. Chi canta confessa uno dopo l’altro i suoi tormentati desideri, un po’ come facevano i poeti provenzali del Medioevo nei loro plazers, a riprova che questo racconto d’amore, come vi dicevo all’inizio, si serve di moduli antichi, primitivi e insuperati. Chi canta è disposto a tutto pur di tenersi stretto quell’amore.

Lo special è l’esplosione del tormento: stiamo sbagliando tutto, ammettono. E stavolta non sussurrano, ma gridano il loro bisogno di esserci ancora.

Dimmi che non ho ragione
E vivo dentro una prigione
E provo a restarti vicino
Ma scusa se poi mando tutto a puttane e
non so dirti ciò che provo, è un mio limite
Per un “ti amo” ho mischiato droghe e lacrime
Questo veleno che ci sputiamo ogni giorno
io non lo voglio più addosso
Lo vedi, sono qui
su una bici di diamanti, uno fra tanti.

Mahmood & Blanco Brividi testo – SCRUTINIO FINALE

Non mi soffermerò sui giochi fonici e metrici (rime, assonanze, allitterazioni) che rendono ancora più delicato il testo, perché rischierei di scomporre e sfilare troppo il tessuto del brano, che ha una musicalità apprezzabile da qualunque orecchio, e rischierei di far apparire artificioso e costruito ciò che è invece essenziale e istintivo.

Però voglio ancora farvi notare un elemento importante del testo, che trova una perfetta corrispondenza nella resa scenica e nell’interpretazione proposte dai due artisti. Quando ciascuno dei due cantanti si riferisce alla persona amata, non usa mai marche di genere: non c’è un aggettivo declinato o declinabile, non c’è maschile o femminile; non c’è omosessualità o eterosessualità, e non c’è neppure la negazione dell’una o dell’altra.

Resta un’ambiguità che è plusvalore. Resta una sola grande volontà di tradurre, anche nella selezione lessicale, un messaggio di fluidità erotica di cui abbiamo tanto bisogno.

E spero che proprio questo messaggio aggiuntivo arrivi all’Europa forte e chiaro, così che anche un modo primitivo di raccontare l’amore possa dimostrarsi davvero attuale e rivoluzionario.