4 Marzo 2016
di Interviste, Recensioni
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4 Marzo 2016

RECENSIONE:
ECCOMI – PATTY PRAVO

La diva Patty Pravo è tornata esclamando "Eccomi". La recensione di un disco con autori del calibro di Ferro, Nannini, Zibba, Sangiorgi...

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Essere una diva mica è una cosa semplice? Essere una gloria della musica italiana forse lo è ancora meno! E se poi le due cose le unisci, diva più gloria della musica italiana, può risultare persino insostenibile! Certo è che però se guardi Patty Pravo, una delle ultime dive della nostra canzone, ma che ha anche la fortuna di essere una gloria da esibire per noi, grazie a quei quasi 120 milionicini di copie vendute in nel mondo, tutto sembra fuorché non la sostenga! Sarà per quella sua aria da signora d’altri tempi, quel suo camminare come se fosse spostata da fluidi a mezz’aria, tanto che non le pesano i passi, o forse la consapevolezza di aver fatto talmente tanto nel corso della cinquantennale carriera, caduta proprio quest’anno, che non c’è più bisogno di stupire, ma è sufficiente cantare belle canzoni.

E sono un po’ di anni che effettivamente Patty lo fa, scegliendo con cura gli autori tra il meglio della musica italiana attuale, ma anche tra emergenti a cui dare una possibilità, cercati senza troppa fatica dato che sono loro a proporsi, ma scrutati con circospezione, per tirare fuori il meglio e non accontentarsi di qualche lirica azzeccata. Non cambia il tiro nemmeno per questo Eccomi, uscito a ben 5 anni di distanza dal precedente Nella terra dei pinguini, saltando da quel Sanremo a questo, fatto per festeggiare l’importante ricorrenza, anche se aveva ammesso che non ci sarebbe più tornata. Ma si sa, le dive possono pure sparare qualche caz..beep..ta; è parte integrante del loro dna e pertanto è loro perdonata.
Ed Eccomi è un disco che veleggia alto, in quel che si può definire il bello della musica italiana, essendo portatore sano di melodie senza tempo che non rinunciano ad arrangiamenti curati ed attualissimi. La musica di Patty non invecchia! Come il suo viso, qualcuno direbbe, e come questi anche essa si avvale di qualche ritocco da studio, che è per forza di cose presumibile, vedendo le performance live degli ultimi 15 anni della cantante, che proprio non riesce a raggirare stonature o fastidiosissimi mezzi toni presi laddove la melodia ti porta altrove.
Ma non stiamo qui a scrivere del live, ma di un disco, Eccomi per l’appunto, bello, molto bello e su questo c’è ben poco da obiettare. A partire dalla traccia d’apertura, quella A parte te, firmata dal solito Sangiorgi, solito si, ma che nuovamente non sbaglia il colpo per la grande diva a cui si concede; stupenda era Unisono da Nella terra dei pinguini, altrettanto lo è A parte te, con un’apertura d’inciso che ti fa vivere la storia cantata, di amore importante del passato e rincontrato, che toglie sempre il fiato, le parole. Ed allora perché è finito? “Cos’è che ci ha fatto annoiare?” E poi c’è Tiziano Ferro che firma Per difenderti da me, che si muove su territori midtempo, quali la sua Indietro e che sembra figlia ( a livello di scrittura) del periodo di Alla mia età, in cui l’introspezione era ai massimi livelli così come la sensazione di non essere abbastanza e con le proprie insufficienze rovinare l’altro, da cui è meglio quindi separarsi.

La sanremese Cieli immensi, scritta da un sempre più “fortunato” Zampaglione, ha ciò che ti aspetti da una canzone scritta per restare, per entrare nella testa con un inciso ficcante al cospetto di un titolo orrido e scontato, che però proprio per questo è altrettanto ricordabile. Gli episodi hip hop appaiono convincenti a livello commerciale, forse un po’ meno nella tracklist, con Non siamo eroi, cantata con Emis Killa, che sembra più un feat della divina ad un pezzo di un disco del famoso rapper e la rivisitazione del classico della bionda veneziana di nascita ma cittadina del mondo, Tutt’al più, proposta con l’emergente Fred De Palma anche all’ultimo Festival, nella serata delle cover, che però mantiene il bello nella parte classica del brano, quella già conosciuta e mette sinceramente poca poesia nelle parti rap aggiunte; poesia di cui aveva parlato la stessa cantante.
Interessante come autore Giangi Skip, che firma Nuvole, dando la possibilità alla Pravo di cantare ancora di fragilità di se stessi riflesse in un rapporto, con le sue iperboli e parabole fatte di fantasie che accendono sorrisi ed attrazioni e poi finiscono in paure e gocce che assomigliano alle lacrime. Se Zibba ricorda che volersi male è una fatica in Qualche cosa di diverso, la già Baustelle, nonché provetta solista, Rachele Bastreghi concede al progetto tutto una seraficità mai così sviluppata ne da sola ne con la band, con una Ci rivedremo poi in cui i ricordi belli vanno tenuti saldi perché chissà, “ci rivedremo poi” per l’appunto, quando avrò però nel frattempo dimenticato chi sei e cosa non andava.

Possiedimi è figlia di ultime cose della Nannini, almeno di quelle non costole di Sei nell’anima, che ha generato non poche appendici, tutte inferiori, e che Patty però fa sua con eleganza. Ma la perlina arriva con la conclusiva, cover a parte, Un uomo semplice, firmata da Maria Francesca Xefteris, un’altra possibilità concessa, che parla di tutta quella gente che non ha fatto nulla di speciale o grandioso nella sua vita, ma ha comunque vissuto ed amato, con tutte le difficoltà che anche lo stare nelle retrovie ha.

Eccomi è un’affermazione della cantante che può, con un disco del genere, gridare con fierezza. Ma a Patty Pravo non interesserà farlo! Lei continuerà a volteggiare a mezz’aria, fino al prossimo disco, fino ai prossimi autori, fino al prossimo palco.
Eccomi, è un ulteriore passo in musica a mezzo metro da terra

BRANO MIGLIORE: A parte te
VOTO: 8+

TRACKLIST

1. A parte te
2. Ci rivedremo poi
3. Qualche cosa di diverso
4. Cieli immensi
5. Per difenderti da me
6. Nuvole
7. Noi siamo eroi feat Emis Killa
8. Possiedimi
9. Se chiudo gli occhi
10. Come una preghiera
11. Se
12. Un Uomo semplice
13. Tutt’al più feat Fred De Palma