17 Dicembre 2025
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17 Dicembre 2025

Paky, in GLORIA si piega al mainstream e inizia a lanciare messaggi in ottica Sanremo 2027

Il nuovo album di Paky tra racconto di strada, apertura al grande pubblico e cambio di linguaggio

Copertina dell’album Glory di Paky pubblicato nel 2025
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PakyGlory, la recensione del nuovo album pubblicato il 12 dicembre 2025.

È incredibile come, nella vita, a un certo punto ogni singolo umano sia quasi costretto a scendere a compromessi e dire “sì, lo faccio” a qualcosa che mai avrebbe pensato anche solo lontanamente di fare.

Del resto la vita è imprevedibile e le strade che si aprono possono essere infinite e impreviste, nessuno ha la sfera magica e nessuno può dire cosa può accadere tra cinque minuti.

Nel mondo dell’arte e della musica, poi, questa cosa accade molto più spesso di quanto possa sembrare in apparenza. Sono stati in centinaia, se non migliaia in tutto il Mondo, ad accettare qualsiasi cosa pur di ottenere soldi e fama, oppure semplicemente per lasciarsi alle spalle un passato difficile e guardare al futuro con ottiche diverse.

Paky è sconosciuto a chiunque, ma davvero chiunque, non abbia un abbonamento a Spotify e non abbia idea di cosa siano rap, trap, drill e tutti questi generi musicali che sulla piattaforma verde e nera sono delle divinità.

Il suo passato racconta dischi d’oro e platino a pioggia, milioni di streaming, affetto incondizionato dei suoi fan e tutto quello che si può desiderare ma la domanda, per la stragrande maggioranza degli italiani resta la stessa: chi è sto Paky?

Evidentemente, sia lui che il suo staff hanno pensato bene che ci fossero tutte le condizioni per abbattere il muro che divide lo streaming dalla vita reale e tentare la carta del grande salto nel mainstream… con riserva.

Paky piazza il ‘colpo’ Gloria e sceglie il grande pubblico

Cos’è, dunque, GLORIA? La risposta semplice è che si tratta del nuovo album di Paky, rapper di Rozzano (Milano), in cui si racconta una vita triste e piena di problemi ma anche di rivalsa. In realtà questo non è semplicemente un album, e qui arriva la risposta complessa.

GLORIA è una dichiarazione d’intenti, è un messaggio lanciato al mercato e alla gente che lo ascolta da tanto tempo, tanti anni, nel silenzio generale portandolo a toccare vette e numeri che fino a cinque anni fa sembravano utopia.

Il messaggio è che Paky sta arrivando e vuole scalare vette ancora più alte, le stesse che all’apparenza non gli sono mai appartenute neanche per un po’. GLORIA è l’ariete di sfondamento per spalancare le porte del mainstream da un giorno all’altro, senza chiedere neanche permesso.

Dico chiaramente che se fossi un fan di Paky mi sentirei un po’ tradito o, quantomeno, inizierei a stare attento alle pugnalate (metaforiche e solo artistiche) alle spalle e spieghiamo subito il perché: nell’album si continua a raccontare la storia di questo ragazzo, le sue fragilità e difficoltà nate e cresciute parallelamente alla sua vita a ‘Rozzangeles’ (così come la chiamano gli abitanti di Rozzano) ma, come tutti i passaggi di testimone che vengono fatti con criterio, 1/3 del progetto inizia già a parlare una lingua diversa.

Non è casuale l’inserimento di Clara, di Franco126 ma, soprattutto, Alessandra Amoroso così come non è casuale che si parli d’amore senza neanche linguaggio volgare o scurrile in due tre brani. È tutto calcolato e ponderato nei minimi dettagli, non si ripulisce un’immagine in 24 ore.

Dal parlare solo di soldi, droga, armi, donne oggetto si inizia a inserire l’amore, la scalata sociale, le ballad profonde e tutto fatto in maniera metodica.

La carriera di Paky sta seguendo un arco narrativo quasi cinematografico che è iniziato da cattivo, da villain della storia e che adesso lo vede trasformato in un anti-eroe alla Venom. Due tre anni al massimo e il passaggio da Darth Vader a Anakin Skywalker, invertendo la storia, sarà completo.

I 40 minuti di verità di Paky tra la strada e le stelle

Paky, e chi per lui, hanno scelto di dividere l’album in compartimenti stagni e tre differenti aree artistiche. Nella prima è il ‘vecchio’ Paky, quello conosciuto fino ad oggi che ti spiega come si vive a Rozzano, quanto lui pensi ai soldi, cosa ha passato e vissuto e lo fa fino all’interlude Flusso Di Coscienza.

Da quel momento inizia una seconda fase, quella più conscious in cui subentrano tutti i featuring mainstream con le varie Clara, Alessandra Amoroso, Rose Villain, Franco126 ma senza snaturarsi del tutto (mossa furba) e mantenendo il rap con Tedua e Guè.

L’ultima parte, quella più breve, è un ritorno al racconto privato ma anche alla visione sul futuro con le ultime due canzoni 1 Ora D’Aria e Un Altro Inferno.

A tutti gli effetti, questi quasi 40 minuti di musica sono il racconto, se vogliamo vederla sotto il profilo più umano e meno artistico, di un ragazzo che diventa uomo e di una persona che sa di potere recuperare tutto il tempo perso dietro vari errori nei quali si è ritrovato e che non ha scelto.

Quella che lui vedeva come la normalità, in realtà, era solo una delle tante sfaccettature di questo vasto e complesso mondo e l’evoluzione che sentiamo in questo album è la prova che lui lo ha capito.

Poi, chiaro, si tratta sempre di supposizioni e quello che dovrà parlare sarà, come sempre, il tempo ma è indubbio che si sta iniziando a tracciare la strada verso qualcosa di meno aggressivo e più ad ampio raggio.

Come disse un grande filosofo del calcio moderno: “Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma in noi stessi. Uomini forti destini forti, uomini deboli destini deboli. Non c’è altra strada”.

Il destino di Paky può deciderlo solo lui, facendo le scelte giuste e, magari, dando un occhio a quelle stelle che da Rozzano, forse, non ha avuto modo di vedere bene.

VOTO ALBUM: 6 ½
⭐⭐⭐⭐⭐⭐½

MIGLIORI CANZONI: Flusso di Coscienza, Un Altro Inferno
PEGGIORI CANZONI: Lame, Ossa & Carne