27 Marzo 2019
di Interviste, Recensioni
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27 Marzo 2019

Fil Bo Riva Beautiful sadness – Recensione

"Beatiful sadness" è il disco d'esordio del giovane cantautore italo tedesco che ha già alle spalle anni di gavetta in tutta Europa

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Qualche giorno fa mi è stato spedito dal mio Direttore un disco di un giovane talento chiedendomi di ascoltarlo attentamente per recensirlo totalmente libero, come al solito, di esprimere il mio sincero giudizio. Il ragazzo si chiama Fil Bo Riva, e il disco Beatiful sadness.

Diciamo subito che in linea di massima, come critico, io non sono uno di quelli che tende ad incensare subito i giovani artisti, anzi, ci vado sempre piuttosto cauto. Mi comporto per default come un professore che insegna in una prima superiore e, non conoscendo gli allievi, alle prime interrogazioni non si sbilancia mai, per paura di essere deluso la volta successiva.

Però le eccezioni non sono fatte soltanto per confermare la regola, ma anche per dimostrare a se stessi di non essere ottusi e questo Beautiful Sadness dell’italo/tedesco ( ma con vissuto anche in Irlanda, Spagna e Uk ) Fil Bo Riva è l’occasione per non andarci con i piedi di piombo ed essere lesti nel riconoscere un talento puro, pulito, che ha frequentato le migliori scuole stilistiche da cui ha fatto suoi concetti pop, rock e persino psichedelici, rendendoceli in una maniera squisitamente personale.

Di fronte a tale lavoro non posso striminzire gli entusiasmi, proprio no! Beautiful Sadness mi fa pensare alla musica senza tempo di uno dei baronetti del britpop dei ’00, tale Richard Ashcroft, ( scusate se è poco eh! ) capace di disegnare melodie nell’aria molto ampie, nonostante la voce monocorde e abbastanza piccola, cosa che invece Fil Bo Riva aggira con una buona padronanza e gamma di sfumature. Ne è l’esempio Radio Fire, che include momenti elettrici che tamburellano alla base di un racconto sonoro diviso in parti, come se fossero atti di uno spettacolo teatrale. Le chitarre dello special sono l’abbandono ad immagini di coste martoriate da onde alte e vento.

Suadenti sono i lamenti di Baby Behave, sorretta quasi esclusivamente da una chitarra e qualche intervento corale di potenze calibrate in base ai momenti. In Head Sonata le intenzioni musicali cambiano di continuo; ci sono al suo interno dei “punzecchiamenti” di chitarra che fanno tanto The Cure, e momenti quasi esclusivamente affidati alla ritmica, prima di esplodere in un inciso che ha arrangiamento più corposo, pieno. E’ chiaro che Filippo ( Bonamici il nome completo all’anagrafe ndr ) componga con la chitarra, ma gli andrebbe chiesto come nascono le idee di vestire poi di altro le sue canzoni; ascoltando per esempio L’Over, scorgi nel mezzo di un’essenzialità dello strumento, improvvise aperture che sembra quasi che questi parli, al pari dell’ipnotico la la la che costituisce l’inciso del brano.

A Happy Song sembra una composizione hippy anni 70, di quelle che nell’immaginario vedono giovani seduti in cerchio, tra fumo, trecce e fasce fra i capelli, a cantare mentre qualcuno più in là si apparta a fare i fatti suoi. Su tutto questo è geniale l’idea di utilizzare L’Impossibile come primo singolo, unica canzone che svela oltretutto quali siano i luoghi natii del nostro, con quell’inciso cantato in italiano e che rompe un sound molto british, uno dei pochi in cui sono usati effetti, per aprire ad una melodia che è ancora una volta senza tempo, che è tremendamente lovely oggi, come lo sarebbe stata negli anni 60.

Potrebbe fare tranquillamente parte del repertorio dei Beatles un brano come Is It Love? che se chiudi gli occhi e provi a pensare alle voci di Lennon/McCartney ti viene da chiederti se Fil Bo Riva non lo abbia trovato in qualche meandro sepolto dalla polvere, come provino mai pubblicato dai Fab4.

Detto tutto questo richiedo di nuovo: sembra il caso di andarci stretti di natiche? No, perché di Beautiful Sadness arriva chiara una cosa e cioè che non si è lavorato su un’idea, su un effetto per crearci attorno un brano, ma semmai si è lavorato avendo tra le mani dei brani a cui poi dare i giusti effetti. Le parole sono le stesse, ma invertendole vedete come il concetto suona diverso?
Ecco, Beautiful Sadness è un disco che suona diverso! Tra poco sarà in concerto in Italia (qui le date), non fatevelo scappare!

BRANI MIGLIORI: L’Impossibile; Is It Love; L’Over… ma a seguire tutto il resto!
VOTO: 9/10


TRACKLIST

  1. Sadness (intro)
  2. Time is your gun
  3. Radio fire
  4. Go Rilla
  5. Baby Behave
  6. Head sonata (Love control)
  7. Is it love?
  8. L’Over
  9. Blindmaker
  10. L’Impossibile
  11. Different but one
  12. A Happy song
  13. Beautiful (outro)

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