19 Maggio 2019
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19 Maggio 2019

Africa Unite & Architorti In tempo reale – recensione

Nel nuovo album gli Africa Unite uniscono la propria musica ad un quintetto di archi, gli Architorti ed il risultato...

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Maggio 2019, finalmente una buona notizia, è uscito il nuovo album degli Africa Unite, In tempo reale. O meglio il nuovo album di Africa Unite & Architorti.

Mentre l’Italia affoga nella stupidità – fra urla, uomini bestia, nuovi ducetti a spasso e zero speranza – almeno nella musica qualcosa di buono arriva. Il nuovo disco della band di Pinerolo che in quasi quarant’anni di carriera ha fatto dell’impegno e dell’amore per il suono la propria insindacabile cifra stilistica.

Bunna e Madaski sono 2 tipi ben radicati nella loro storia, che rispettano le proprie radici ma guardano sempre verso il futuro, senza paura di sperimentare. E lo fanno anche stavolta con il nuovo In Tempo Reale, disponibile in free download sul loro sito dal 10 maggio. E già qui giù il cappello…

L’album, che esce a quasi quattro anni dal precedente Il Punto di Partenza, è parecchio diverso dai precedenti lavori degli Africa Unite. Intanto è realizzato insieme agli Architorti di Marco Robino, un quintetto d’archi di formazione classica composto da due violini, viola, violoncello e contrabbasso con cui la band ha collaborato già in passato. Poi non è un album reggae, almeno nello stretto significato del termine e, infine, si tratta di un concept album i cui testi sono tutti incentrati sul complicato rapporto fra l’uomo e i social.

Strano, vero? La più longeva reggae band italiana che realizza un concept con un quintetto d’archi classico. Da uscirne pazzi, e che muoia Sansone con tutta la dancehall!.
Eppure quello che ne esce non è strano affatto, non stride, è tutto fuorché non omogeneo. Ci troviamo semplicemente davanti a un gran bel disco, dove strumenti, suoni e parole si armonizzano, mescolandosi fino a diventare una cosa sola capace di emozionare: dalla calda vocalità di Bunna, alla sapiente dose di elettronica ben miscelata di Madaski, senza dimenticare l’incedere classico degli Architorti a saldare le giunture di questo abito sonoro che veste bene sulle orecchie di tutti a patto che si accendano i neuroni.

Già, perché serve voglia e materia grigia per comprendere e metabolizzare i tanti messaggi profondi che lancia questo lavoro.
E lo si capisce già da NIN (acronimo di Nuove Intrusioni Notevoli, anche se credo si tratti pure di un omaggio a Trent Reznor e ai suoi Nine Inch Nails, che Madaski ama molto), il primo singolo, una preghiera laica sussurrata che ben evidenzia la situazione in cui ci troviamo tutti. L’ignoranza al potere, il potere all’ignoranza.

E noi? Persi fra miliardi di informazioni e la bocca mostruosa dei social ad inghiottirci come ben si racconta in La Morsa del Ragno. Ma non solo vittime, anche noi abbiamo le nostre colpe, e gli Africa Unite ce lo ricordano in La Differenza, dove Bunna esorcizza quello che pensiamo tutti cantando: “Vendi per esser venduto/Mi piace non mi piace questa scelta non c’è/Un’illusione di democrazia è una lama che non taglia più/ La vita vera non si condivide con un foto filtrata filtrata in freestyle/con un’immagine uniforme sbiadita/la differenza la fai solo tu“.
E come dargli torto?

Raramente mi è capito di sentire un disco italiano così figlio dei nostri tempi, la lama che affonda nella contemporaneità senza paura di eventuali conseguenze. L’Impero del Nord, per dire, è una denuncia senza peli sulla lingua – e quando mai li ha avuti il buon Mada – recitata contro questi padroni del dolore che decidono di far morire la gente in mare all’urlo ‘prima gli italiani‘.
In anni in cui l’opposizione è solo moderato cerchiobottismo, gli Africa si schierano forte e chiaro, in un passaggio che andrebbe insegnato a scuola se solo poi gli insegnanti non venissero… ehm… lasciamo stare.

Fra melodie liquide, riflessioni profonde, domande irrisolte e la consapevolezza di chi ha collezionato tante carezze quante cicatrici ( Rughe Indelebili ), il disco si chiude con il bilancio di Il Mio Pensiero Lucido, forse il più bel passaggio dell’album, la sintesi di una riflessione che non si può che condividere: “La verità non vive senza un’anima/ma la cosa che ci manca di più è il coraggio delle nostre scelte/troppa paura per difendere e condividere le nostre opinioni/ non riconosco più tutte le cose a cui potevo assomigliare/anche gli errori che sono la regola di tanti giorni intensi…”. E ancora: “Vivo il mio tempo incatenato all’inquietudine/di chi rifiuta il conto per poi pagare il doppio ma poi non scende a patti mai“.

Ecco, in questo ultimo verso sta il sunto di un disco e di una band che andrebbe difesa come quegli animali in via d’estinzione, l’urlo armonico della bellezza che ancora una volta sceglie di mettersi al servizio dell’intelligenza e di quelli che ogni tanto, consapevolmente, scelgono di disconnettersi.
Per tutti gli altri ci sono i tutorial su you tube.

BRANO MIGLIORE: Il Mio Pensiero Lucido
VOTO: 8/10


TRACKLIST

  1. Hopptiquaxx!
  2. NIN (Nuove intrusioni notevoli)
  3. La Morsa del ragno
  4. L’Impero del nord
  5. Peculiarità
  6. La Differenza
  7. Rughe indelebili 019
  8. Il Mio pensiero lucido

Bonus track:

  • L’attacco alla corda 019
  • M.F.P. 019