30 Giugno 2023
di Interviste, Recensioni
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30 Giugno 2023

Pagelle Nuovi Singoli In Uscita Venerdì 30 Giugno: Drillionaire sforna la hit per i giovani. Continuano a non convincere i Jalisse

La Golden song della settimana è un brano soul che strizza l'occhio agli archivi Motown

Pagelle Nuovi singoli 30 giugno 2023
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PAGELLE NUOVI SINGOLI 30 giugno

Giulia Pratelli – Tutti i santi

Il pezzo ha una bell’atmosfera ma anche una colpa: non esplode mai! Ad un certo punto ti aspetti che arrivi una battuta, che lo aiuti ad essere cantabile, ad essere un po’ più per tutti. Invece purtroppo resta solo molto suo. E chissà, parlando di ed a qualcuno che non c’è più, la cui assenza ci ha tolto la voglia di cantare , forse doveva restare davvero molto suo. E allora mi chiedo perché farne un singolo? In quest’ottica dovrei bocciarlo ma, in verità, al fine mi piace e lo capisco, quindi essendo fuori dagli standard promozionali, non lo voto.
Senza Voto

Jalisse – Perdono

Fra i pochi realmente famosi in gara all’ultima Isola dei Famosi, i Jalisse, chiusa l’esperienza televisiva, tornano alla musica e lo fanno con un brano articolato ma pure parecchio confuso. Ci sono aperture rock nel sound, con addirittura momenti epici tipici di un certo tipo di rock fine 80, inizio 90, ma anche effetti elettronici ed echi. Il tutto è poi amalgamato ad un canto decisamente più classico, quello di Alessandra, addirittura filo/aulico quello di Fabio. E nonostante li trovi assolutamente bravi, non posso fare a meno di sottolineare quanto siano le canzoni ad essere sbagliate, qualche volta addirittura vetuste, come questa.
Quattro
⭐⭐⭐⭐

Ivan – Nessun dolore

Canzone che ha un padre che è troppo enorme ed una madrina d’eccezione, quasi vent’anni dopo, che aveva ribattezzato il pezzo con una valenza ottimale. Forse non era quindi il caso di scomodare un pezzo che è così identificabile con i due artisti, Battisti e Giorgia, rispettivamente. Ivan, di suo, ha comunque scelto un arrangiamento che ne rallenta il tempo e che si poggia su note più scure e piene. Purtroppo il termine di paragone è davvero troppo schiacciante. Non brutta, ma avrei scelto altro.
Cinque
⭐⭐⭐⭐⭐

Diego Conti – Gin tonic

Il mondo sonoro di Conti sembra si stia definendo sempre più; la direzione è un rock moderno che si concede più di qualche passaggio elettronico, ma che fondamentalmente si basa su una ritmica importante e suonata. Per trovare esempi esaustivi d’ispirazione si deve andare dietro ad un periodo inizio 80 quando erano in molti a cercare di uscire dal cantautorato importante schitarrando un po’, anche se, devo ammettere, che le aperture vocali mi hanno fatto pensare anche al primo Nek… e siamo quindi negli anni 90. Se il mondo sonoro sta diventando sempre più certo, la canzone in questione però arriva ancora un po’ debuluccia, non contraddistintiva almeno per una carriera che ha bisogno del pezzo importante che lo ancori ai ricordi del pubblico.
Sei =
⭐⭐⭐⭐⭐⭐=

Claudym – Cose che si dicono

Mistura di possibilità musicali in questo brano: attitudine pop, inciso arrangiato in simil rock (magari la ritmica più reale sarebbe stata molto meglio), sensazioni underground ed una voce che si posiziona a metà fra l’impertinenza ed una passiva spossatezza. In alcuni passaggi mi ha ricordato una Avril Lavigne, svestita però della sua irruenza. brano comunque adatto alla sua autrice/interprete, senza chissà che sforzo.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Korishanti – Fuori dal fango

Pop di base, con battuta ritmica reggaeggiante e una strumentazione che porta in dote ben più che un assaggio di world music. I colori sono quelli della Sicilia ma potrebbe essere tranquillamente un pezzo arabo, piuttosto che del nord Africa. La valenza commerciale è limitata assai ma il brano è sicuramente vetrina dell’essenza della band, delle loro possibilità live. Non tutta la musica, per fortuna direi, si fa per vendere. Come promozione di se stessi è senz’altro sufficiente.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Jessica Morlacchi & Luci Al Neon – Nella playlist dei tuoi pensieri

Canzoncina easy con basso in prima linea a guidare la melodia. Jessica ha come sempre una voce molto buona, che però è messa al servizio di canzoncine appunto. In questo caso resta un motivetto carino, meno urticante di qualche successo che la nostra ha alle spalle con il suo gruppo d’esordio. Potrebbe funzionare sul social, quello dove fare i mini video, grazie ad un testo utilizzabile e frastagliabile in più frasi.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Rico – Mi sta stretto

Si racconta delle strade precostruite che si vorrebbe si percorressero, quando invece c’è una fondamentale rincorsa ad essere se stessi. Il significato è netto e ben spiegato e viene snocciolato su una chitarra dal sapore vagamente funky che regala un colore arancio estivo. Tutto è comunque molto leggerino ed in proporzione al suo giovane autore ed interprete. E’ quel classico brano che potrebbe passare inosservato e nessuno ne sentirebbe la mancanza, così come scoppiare all’improvviso e solo perché qualcuno ci ha scommesso. I casi nelle estati musicali degli italiani si sprecano in tal senso.
Sei
⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Lor3n – Notte

La storia è finita, o forse no! Non si è propriamente convinti un questo rap/pop che racconta si di una storia che sembra giunta al capolinea ma che non sembra abbia messo tutta questa lontananza fra i due protagonisti. La voce è acerba, adolescenziale e non è facilissimo seguire senza che si perda qualche parola per la via, così accavallate come sono. Eppure il pezzo ha una sua intelligenza; come l’inciso che rallenta il ritmo rispetto alle strofe o come le tante parole, cosa da cui spesso fuggono i brani dei giovanissimi. Più che sufficiente.
Sei+
⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

Milanosport – Sushi

Sguardo rock internazionale con parecchi riferimenti ad un passato rock/dark e new wave che viene riproposto qui e che appare come un suono nuovo, essendo fuori oggi da ogni logica di mercato. Aiuta anche la scelta di proporsi in inglese che crea un amalgama chimico giusto con il sound, una reazione naturale, spontanea. Difficile pensare ad un riscontro discografico immediato ma la band potrebbe usufruire di questa semina con gli anni a venire.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

Sofia Sole – Dimenticato (te)

Pezzo che vive di atmosfere (nell’ inciso) e del bit indovinato nelle strofe. L’artista è dotata di una voce particolare che potrebbe rivelarsi un’arma vincente, una possibilità di riconoscibilità. E fra il bit e le atmosfere si racconta di un amore finito che però ha insegnato alla nostra ad amarsi di più. Non è il brano della vita ma funziona.
Sei 1/2
⭐⭐⭐⭐⭐⭐✨

Drillionaire, Lazza, Blanco & Sfera Ebbasta – Bon ton

E’ un brano questo altamente funzionale in base a ciò che gira e che sa conquistare il pubblico più giovane attualmente. I tre artisti che accompagnano Drillonaire sono fra i tre di maggior successo e già per questo dovrebbero garantire un grande successo. In realtà però la cosa più forte del pezzo, dove i tre fanno loro stessi senza regalare nulla di nuovo, è invece la base, che è lavorata molto bene e sembra strappata alle migliori produzioni pop/dance d’oltremanica, tipo Years And Years o Kylie Minogue , ripulite però di quel divismo glamour e glitterato e sporcato con il linguaggio assolutamente “street” dei tre.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Mario Venuti, Lucariello, Fabiana Martone & Neney Santos – Napoli-Bahia

Che abbia sempre amato la musica brasilera di Mario Venuti è cosa nota da almeno trent’anni. Che però la gemellasse nella sua idea con il sound partenopeo, tanto da collaborare anche con due artisti della capitale del sud, il rapper Lucariello e una delle ex voci del progetto Nu Genea, Fabiana Martone, sembrava fino a ieri inaspettato. Ne viene fuori un pezzo che è un miscuglio di sapori, che ti fanno volteggiare un sole caldo di tutti i sud del mondo, che ti riempie di saudade ma allo stesso tempo ti regala la voglia di aprire le finestre e farsi ascoltare dal quartiere.
Sette
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐

Daniele Vit – Goodbye

Inutile girarci attorno: Daniele Vit deve cantare queste cose qui! La voce dell’artista che nella carriera ha spaziato attraverso molteplici esperienze, sembra proprio strappata ai nastri a bobina conservati negli archivi Motown. E giù quindi di fiati, cori tipicamente soul, anche di matrice 60’s, così come la ritmica che sembra proprio presa da quegli anni li, in bianco e nero e su cui la sua voce disegna geometrie non facilmente riproducibili da tutti. E non è difficile immaginarlo anche in qualche passetto coreografico tipico di quei mondi li, che in Italia ad esempio portò Rocky Roberts. Molto bene.
Sette+
⭐⭐⭐⭐⭐⭐⭐+

 

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