22 Dicembre 2025
Condividi su:
22 Dicembre 2025

Mr. Rain videointervista, “Ora pubblico quando mi va. Carlo Conti ha sentito il brano per Sanremo ma era tardi”

Il cantautore racconta il nuovo singolo Casa in fiamme, il lavoro con Dardust e un 2026 fuori dagli schemi.

Mr. Rain durante l’intervista su Casa in fiamme per All Music Italia
Condividi su:

Video intervista a Mr. Rain in occasione dell’uscita del nuovo singolo, Casa in fiamme, seguito di Effetto Michelangelo, che sta fungendo da apripista verso un 2026 pieno di nuova musica, ma non a cadenza “regolare”.

Nel corso della nostra intervista, infatti, Mr. Rain ha spiegato come sceglierà di pubblicare i brani senza basarsi su periodi più o meno forti, su scadenze o su imposizioni discografiche.

Continuate a leggere per l’intervista a Mr. Rain.

Mr. Rain: “Non voglio più seguire le scadenze discografiche”

Sei stato assente per un po’, come stai?

“Sono in fase iper creativa e infatti sto droppando singoli a distanza di poche settimane. Ho fatto un anno senza pubblicare niente, ho iniziato a lavorare al nuovo disco in italiano e in spagnolo.

I due singoli sono i primi che sto pubblicando del nuovo disco e non c’entrano molto a livello sonoro; l’anima però è la stessa, cioè il bisogno di comunicare per un’esigenza, e sono due canzoni importanti.

La prima perché è stata la prima che ho scritto del disco; Casa In Fiamme è speciale perché per la prima volta ho avuto l’occasione di lavorare in studio con Dardust.

Mi ha dato un sacco di consigli. Prima di entrare in studio con lui mi sono imposto di accogliere ogni consiglio e gli ho dato carta bianca. Ho solo spiegato cosa preferivo e poi mi sono completamente fidato e affidato al suo ingegno artistico. Spero che nell’album ci siano altre canzoni con lui”.

Il significato di Casa In Fiamme e la storia dietro il brano

Parlando del singolo, racconti la storia di due persone che si ritrovano in una situazione quasi paradossale. Ce la racconti?

“È la storia di un sacco di persone, perché tanti si trovano a stare con una persona e, pur di ricostruire quello che sta andando in pezzi, sono disposti a rimanere in un posto e restare abbracciati a questa persona anche se tutto sta cadendo a pezzi.

Due persone disposte a combattere per ricucire i rapporti. La canzone parla in generale di tutti i rapporti, che sia amore o amicizia, e spero che la gente lo stia percependo. L’ho scritta per un bisogno di scriverla.

Ho rivoluzionato tutto il mio modo di fare musica, tornando ad anni fa, a quando avevo solo bisogno di scrivere. Non voglio più seguire le scadenze discografiche o la hit estiva”.

Hai fatto sentire la canzone a Carlo Conti, dato che è sanremese?

“È molto sanremese, sì, e gliel’abbiamo fatta sentire. Sfortunatamente sono arrivato molto tardi e abbiamo scelto di non proseguire, però Carlo l’ha sentita negli ultimi giorni. Siamo così contenti di questa canzone che abbiamo chiuso il master e in quattro giorni l’abbiamo pubblicata”.

Pubblicare musica senza un piano marketing “impostato”

Come mai questa scelta?

“Non ho più sbatti, voglio vivermela così come vivo nella vita. Sono molto impulsivo, cerco di prendere ogni scelta di petto e non voglio seguire un piano marketing: è troppo impostato per il mio modo di vivere di ora.

Voglio che il giorno in cui mi alzo e scrivo una canzone perfetta per quel momento, chiudo il mix e pubblico. Solo per l’album avremo scadenze, quello va un po’ più programmato, ma per i singoli la prenderò così. Voglio uscire con un sacco di canzoni nel 2026″.

La saturazione del mercato e la corsa alle uscite

Queste cose che ci stai dicendo le hanno dette tantissimi artisti. Com’è possibile che si sia arrivati a questo punto di saturazione?

“È stata naturale questa consapevolezza. Io dieci anni fa avevo tempo di studiare e fare un prodotto davvero qualitativo e con un’anima unica. In questo mondo di oggi, che va così veloce, tutti mi dicono la stessa cosa: c’è questo bisogno (non dato da noi) di fare musica su musica e continuare a pubblicare canzoni, entrando in un circolo in cui sei quasi obbligato a pubblicare, altrimenti ti dimenticano o crolla il mondo, e così si dimentica il significato della canzone.

In primo piano dovrebbe esserci la musica e purtroppo, al giorno d’oggi, non vedo questo. Vedo che tanti sono stufi di correre e giustamente vogliono prendersi del tempo per rallentare un secondo. Non è un addio alla musica o pigrizia, semplicemente per un prodotto in cui metti dentro la tua anima c’è bisogno di un certo tempo.

Dall’ultimo disco, Pianeta di Miller, ho scelto di pubblicare solo quando ne ho bisogno. Guarda Salmo: è tornato in Sardegna e ha scritto un disco controcorrente prendendosi il suo tempo e spazio. Sono ciecamente a favore”.

Non ti spaventa questa cosa nel breve periodo?

“Dipende… Non mi spaventa perché non sono schiavo dei numeri, dei like, delle views, quindi questa cosa non mi spaventa. La mia missione è comunicare quello che ho dentro e, se allo stesso tempo riesco a dare un contributo alle persone che mi ascoltano, sono felice così.
Non mi interessa fare uno stadio o un club da 100 persone. Voglio fare questa cosa più a lungo possibile e, per farlo, bisogna essere sinceri con chi ascolta”.

Molto spesso si demonizza l’etichetta discografica perché è quella che spinge a over-performare. In questo caso, cosa ha detto la discografica?

“Sì. Quando parlo di pressioni parlo di tutto il panorama musicale, di un sistema che sta andando in una direzione scomoda per noi artisti. In questa mia scelta di fermarmi e prendermi il mio tempo per pubblicare mi hanno appoggiato.
Ho fatto il discorso che ho fatto a te e loro mi hanno supportato totalmente. Non ce l’ho con qualcuno in particolare, bensì con tutto il movimento musicale al giorno d’oggi”.

L’esigenza di tornare al formato fisico si può riconquistare o siamo schiavi dello streaming?

“A me e a tutti i nostri colleghi penso faccia piacere tornare ad avere qualcosa di fisico, soprattutto il vinile, però onestamente la vedo molto dura.
Sono figlio degli anni ’90 e ricordo che a sei anni avevo il walkman: andavo al negozio, ascoltavo il CD e, se mi piaceva, lo prendevo, altrimenti niente. Le nuove generazioni non sono abituate.

Ho due sorelle della nuova generazione e non so quanti dischi abbiano, credo pochissimi. C’è passione e affezione agli artisti, però manca questa cosa del formato fisico e per me è un peccato”.

Hai già un’idea ipotetica sui futuri live?

“Farò live nel 2026, anche perché la sezione live è quella che mi manca di più del mio lavoro. Faccio tutto per i live e sto già pensando e studiando per il nuovo tour, valutando modalità un po’ controcorrente. Tornerò al 100%.
Non so ancora bene il periodo, ma da metà anno in poi di sicuro”.

VIDEO INTERVISTA A MR. RAIN

Se vuoi commentare o farci sapere la tua opinione su questa notizia ti aspettiamo su Facebook, X, Threads e Instagram.
Inoltre, se non vuoi perderti neanche una news, iscriviti gratuitamente al nostro canale Telegram qui.