Little Pieces of Marmelade – La Band, il nuovo singolo dei Little Pieces of Marmelade per Astralmusic: una ballad minimale e grezza, ostinata e potente, seconda e ultima anticipazione dell’album in arrivo.
little piece of marmelade – la band, Il singolo
Un grido lacerante per aprirsi totalmente, senza filtri. La Band è il manifesto graffiante di chi ha voglia di ricominciare e di riavvicinarsi a se stesso. Dopo le scariche ad alto volume dell’irriverente Family Therapy, i LPOM tornano a una dimensione più scarna, diretta, quasi “a nudo”: ricominciare da dove tutto è partito, come dopo un reset, ritrovando ciò che è essenziale — la band.
“La Band è uno di quei rari momenti in cui ci sediamo al piano e ci mettiamo a nudo. È una canzone che parla di amicizia fraterna, di perdere tutto e tutti. E rimanere solo noi due, Frankie e DD, in carne e ossa, senza ipocrisie. Dopo essere stati svuotati, traditi, abbandonati, ci siamo finalmente ritrovati. È un brano molto intimo, ma necessario: un grido al mondo su come stiamo e su cosa abbiamo vissuto, con la libertà di essere soltanto noi. Lo abbiamo registrato in presa diretta insieme al nostro caro amico Manuele Marani al violoncello, senza sovraincisioni o trucchetti moderni per lasciare che l’imperfezione diventasse parte del linguaggio.”
La cover (tutta nera) come presa di posizione

La copertina del singolo è completamente nera. Non è un vezzo estetico né una scorciatoia minimalista ma una presa di posizione decisa e silenziosa. In questo caso il nero non è elegante, né rassicurante: è tossico — spiega Frankie — come il colore della macchia che si allarga nel cuore della società, la traccia di una febbre che non guarisce. È un promemoria del nostro disagio collettivo, di una generazione che respira ansia e disillusione come fosse ossigeno. Una scelta per rendere visibile l’invisibile, l’alienazione che ci attraversa tutti, anche se la camuffiamo con filtri e sorrisi.
little piece of marmelade – la band testo e Significato
Riconosco che è umano
Nascondere idee Per gelosia o rancore
Non siamo eterni
Ma amico mio Ritorna al divino
Che ho stima di te
Ho voglia di ricominciare
Si noi siamo qui
Per distinguerci
La nostra sveglia è la band
Che ha una coperta anche di Giorno e non vorrei,
Perderti o abusare di te
Io non mi riconosco nelle città
E dormo nell’aldilà
Cosa importa a noi
Ma amico mio
Ci consumano le alte velocità
Hanno vinto sull’umanità
Lungimiranza
Cosa importa a noi
La nostra sveglia è la band
Che ha una coperta anche di
Giorno e non vorrei,
Perderti o abusare di te
La Band è una confessione a due voci e una dichiarazione di metodo: tornare all’essenziale. Il “noi” non è un espediente retorico ma il centro emotivo del brano: l’amicizia fraterna fra Frankie e DD come unico luogo sicuro dopo un periodo di silenzi, fratture e disillusioni. L’idea chiave è tutta nel verso “La nostra sveglia è la band”: la musica come dispositivo che ti rialza, ti richiama alla realtà, ti fa ripartire.
L’incipit riconosce le “ombre” umane — gelosia, rancore, paura di esporsi — ma le attraversa cercando una dimensione più alta (“Ritorna al divino”): non religiosità didascalica, bensì un invito a ritrovare senso, stima reciproca e un codice etico condiviso dentro il rapporto creativo. Il “ricominciare” è quindi concreto: ridurre, togliere, registrare in presa diretta, accettare l’imperfezione come parte del linguaggio. È la poetica DIY che diventa contenuto, non solo forma.
Al centro, la metafora doppia di “sveglia” e “coperta”: la band è insieme strappo e protezione. Ti scuote dal torpore ma è anche rifugio (“coperta anche di giorno”) contro la velocità che “consuma”, una società che ha scambiato l’urgenza per valore e ha “vinto sull’umanità”. Qui l’alienazione urbana esplode nel verso “Io non mi riconosco nelle città”: perdita di identità, spaesamento, sonno vigile (“dormo nell’aldilà”) come stato mentale.
Il ritornello torna sull’ambivalenza affettiva: “non vorrei perderti o abusare di te”. La relazione (umana e musicale) è un patto di cura: esserci senza consumarsi, ritrovarsi senza strumentalizzarsi. È una linea sottile che il brano mette a fuoco con lessico semplice e immagini nette.
La scelta di una ballad minimale, scarna e in presa diretta, rende udibile il non detto: respiri, frizioni, grana delle mani sugli strumenti. Anche la cover nera dialoga col testo: non eleganza, ma densità tossica del presente, una macchia che si allarga. L’oscurità non è posa: è il fondale su cui quel “grido lacerante” può finalmente risuonare, costringendoti a sentire più che a vedere.
Bio
I LPOM sono Daniele “DD” Ciuffreda (voce, batteria, pianoforte, synth) e Francesco “Frankie Wah” Antinori (chitarra, basso, synth, seconda voce). Compagni di lunga data, suonano insieme da oltre 10 anni mescolando grunge, punk blues e psichedelia in un sound ruvido e potente. Dopo un primo EP autoprodotto, nel 2020 esce l’omonimo album d’esordio prodotto da Giacomo Fiorenza; nello stesso anno partecipano a X Factor Italia chiudendo al secondo posto. Nel 2021 sono nei club con numerosi sold out, nel 2022 pubblicano Ologenesi e seguono due anni di tour e scrittura. Il 2025 segna il ritorno con Family Therapy (27 giugno) e una serie di date estive a cura di Crox Concerti. La Band è il nuovo singolo per Astralmusic, seconda e ultima anticipazione dell’album.
Foto in copertina di Francesco Torresi











