5 Febbraio 2020
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5 Febbraio 2020

Irene Grandi: “La realizzazione è quello che sento mentre canto”

"Sono stata contenta della performance, mi sono sentita forte"

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Irene Grandi in gara a Sanremo 2020 con il brano Finalmente io scritto da Vasco Rossi, Gaetano Curreri, Roberto Casini e Andrea Righi, arriva in sala Lucio Dalla per la conferenza stampa.

14 febbraio esce versione speciale di Grandissimo con Finalmente io ed un altro inedito Devi volerti bene.

Irene Grandi si presenta così: Mi sento contenta di questo pezzo che ha dato la carica a me ed al Festival, sono onorata di aver aperto il Festival.

E’ stata una dimostrazione di fiducia degli addetti ai lavori nei miei confronti.

 

Come è nata l’idea di questa nuova produzione con Vasco? 

Lui ci insegna che nella musica ci può stare la provocazione, non ha filtri, è molto sincero, la sua carica ed il magnetismo che si sente in presenza di Vasco è forte. Crede in quello che fa.

Il mio percorso si è rinnovato, nel tempo c’è stato un filo che non ci ha mai separati.

C’è stato un riavvicinamento, gli ho chiesto se voleva scrivermi un pezzo, era il 2018, il pezzo è arrivato a fine 2019. Vasco ci crede molto.

 

Accettazione di errori e mancanze, quali sono?

Sono stata contenta della performance, mi sono sentita forte. Sento che mi arriva una bella adrenalina contagiosa. La descrizione di un momento di chi ha una grande passione, di chi non pensa alle mancanze ma vive il presente e si sente realizzato. La realizzazione è quello che sento mentre canto.

 

Hai festeggiato i 25 anni di carriera, con te anche Levante e Carmen Consoli, cosa ti lega a loro?

La grinta e l’originalità, hanno un linguaggio, una poetica diversa, sempre irriverente e profonda che scava nell’anima. Nei messaggi, nelle risposte, si creano domande esistenziali che a me piacciono. Grazie alle note musicali arrivano messaggi che ti fanno arrivare alla consapevolezza.

Sicilia e Toscana sono legate per la cultura e la lingua, la ricerca della parola giusta, attraverso l’uso della parola.

 

Tour in Sicilia senza Vasco?

E’ Vasco che viene dietro a me! (ride)

 

Quando si consegna un testo è cucito addosso? si entra in empatia con l’autore, ti hanno proposto il testo o l’hai commissionato?

Con Gaetano Curreri ho sempre parlato di temi esistenziali, non l’amore, ho più voglia di parlare di storie personali e consapevolezza. Attraverso Grandissimo sono proiettata al nuovo, ho voluto fare esperienze a mondi paralleli.

La ricerca a volte fa perdere la coscienza di quello che si è fatto. Mi sono riappropriata delle mie radici, di tante belle canzoni, mi sento rappresentata a 360°.

 

Ti senti di incanto? il palco dà magia o ansia?

Aprire il festival mi ha dato sicurezza, questa cosa mi ha dato una calma interiore.

 

Hai avuto modo di partecipare al testo o ti è arrivato confezionato su di te?

Già confezionato ma sull’arrangiamento e la melodia ci siamo confrontati.Ci è piaciuto un arrangiamento pop rock, calcare la mano sarebbe diventato esasperare l’effetto. Da un confronto con Celso Valli abbiamo inserito archi e chitarre acustiche che danno una linea.

Vasco mi ha dato qualche dritta, per qualche piccola sfumatura. Per me è stato un arricchimento.

Dal momento in cui la interpreto diventa mia, e mi sento completamente a mio agio

 

Serata dei duetti La musica è finita di Ornella Vanoni, perchè proprio questa canzone?

Amo molto il suo repertorio ed il modo di cantare, ha una capacità di interpretare molto semplice ed elegante, grande comunicatrice, una forza della natura.

Bobo Rondelli continua la linea del fuori classe, fuori dal coro, perfetto per il pezzo le nostre voci si sposano bene

 

Cosa suggerisci per un po’ più di rock in questa vita?

Cercare i nostri punti di forza, la conoscenza di se è importante, cercare continuamente di sapere chi siamo, ognuno di noi ha un talento o una passione, bisogna prima conoscere le nostre vere passioni.

 

3 fermi immagini della tua carriera?

Il debutto con Fuori.

La tua ragazza sempre è la carta d’identità del rock, sintesi di quello che ero in quel momento, irriverente, provocante, critica, forte e femminile.

Con Pino Daniele, ballad di Napoli, ballad d’amore, è stata un’opportunità con un grande della musica.

Il periodo in cui ho esplorato di più è stato con Stefano Bollani e poi con “Il vento senza nome”, non molto apprezzata al Festival. Canzone interiore, interpretata in vari modi, ognuno ci vedeva la propria storia, conferma della mia creatività. racconta la donna coraggiosa.