4 Aprile 2021
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4 Aprile 2021

Holden: il racconto dell’album di esordio Prologo track by track

E' uscito l'album d'esordio di Holden Prologo. Ecco il racconto delle 17 tracce che compongono il disco, ricco di spunti e contaminazioni.

Holden
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E’ uscito l’album d’esordio di Holden Prologo. Un progetto ambizioso nel quale il giovane artista ha scelto di proporre diversi generi musicali, che descrivono nella maniera migliore una personalità artistica davvero interessante.

Joseph Carta si presenta così dopo un contratto discografico con Believe con un disco nel quale spiccano le collaborazioni con Coez, Quentin40 e Gemello.

“Un album, il mio primo. Dentro c’è tutto: dedizione, passione, amore, odio.

L’ho scritto e prodotto esprimendomi con le mie parole ma soprattuto la mia musica.

Ringrazio Gemello, Coez e Quentin40 per avermi appoggiato ed essere parte di PROLOGO, è difficile esprimere quanto sia grato e fiero di aver collaborato con questi tre grandissimi artisti, quindi mi limiterò a dire GRAZIE.

Spero che riuscirete a percepire, quasi toccare, l’emozione che provo facendo musica e le emozioni che proverei se non la facessi. È la sensazione più simile all’amore che conosco, e mi fa sentire vivo. Nella musica ho trovato una famiglia, una casa ed una ragione, un obbiettivo.

PROLOGO, il capitolo 0, 17 parti di me e della mia storia, 17 tracce.”

HOLDEN PROLOGO – TRACK BY TRACK

01. genesi111 (intro)
genesi111 è l’intro di Prologo. Il brano con cui Holden ha deciso di aprire il suo disco d’esordio.
Una presentazione chiara e diretta, un crescendo di archi e chitarre che accompagnano il flusso di parole di Joseph. genesi111 è lo sfogo di chi ci mette la faccia e vuole finalmente presentarsi al
mondo, di chi è crollato e riparte da zero.

02. alieno
alieno è la prima traccia ufficiale nonché brano regalato a sorpresa ai fan quattro giorni prima dell’uscita dell’album. alieno è il piede sull’acceleratore che dà il boost al disco, la partenza ideale per entrare concretamente nel racconto del progetto discografico.

Con questo pezzo Holden catapulta l’ascoltatore direttamente nel suo universo lasciandolo abbracciare da un mix di sonorità diverse che ben descrivono la creatività senza limiti e barriere che caratterizza la composizione di Prologo, dove qualsiasi incasellamento di stile o genere non è invitato a partecipare.

03. california 24h
Un distillato di energia condita da archi e fiati; una sferzante scarica elettrica di positività trascina al centro della scena il protagonista di questa storia, immediatamente catapultato alla conquista del mondo dei grandi. “Sono il mio produttore” è l’affermazione con cui Holden inizia il suo sogno americano, la creazione del suo regno musicale e artistico.

04. va bene così
Un manifesto d’indipendenza e autonomia dove Holden, tra considerazioni agrodolci verso una storia finita, dimostra di non essere mai cambiato anzi, che l’odio ricevuto non è stato altro che
un’iniezione catartica per permettergli finalmente di prendersi il suo posto nel mondo.

05. cliché (feat. Coez & Quentin40)
Holden ha l’onore di vedere in Prologo la partecipazione di Coez, gigante del nuovo cantautorato moderno e Quentin40, pilastro della scena rap. Le strofe dei due ospiti si intersecano come un mosaico perfetto nel quadro di cliché, brano che mescola sapientemente pop, r&b e rap per creare un trio inarrestabile che mira direttamente alle stelle.

06. fallo tu per me
fallo tu per me è il racconto di una storia ormai consumata dal tempo e dal dolore che, però, non riesce a trovare un epilogo da parte di nessuna delle due parti. “Non riesco a mollare, fallo tu per
me (…) Ma ci facciamo del male, pur di non lasciarci andare” è l’urlo disperato con cui Holden accetta il compromesso di una relazione dolorosa ma che non vuole chiudere per paura dei rimorsi.

fallo tu per me è lo specchio delle relazioni dove i sentimenti, seppur annebbiati dal muro dell’incomunicabilità e dalle reciproche incomprensioni, non riescono ad esaurirsi.

07. nostalgia
Tra ricordi offuscati di una storia che sembra non funzionare più, Holden racconta la sua perdita di rotta tra parole sbagliate, responsabili di incomprensioni e causa di sfoghi carichi di rancore. Il
ritmo accelera e pop e rap si mescolano sotto il tormento dei sentimenti, chiedendo una cura alla propria nostalgia.

08. roma milano
Il racconto di una storia d’amore a distanza che si consuma tra le due città, tra istantanee e fotografie di ricordi vissuti tra i quartieri delle due metropoli. Tra Porta Romana e la Magliana pezzi di cuore e sguardi nei vicoli si rincorrono su un tappeto di synth e new pop per dirci che il sentimento vince sulla distanza.

09. flute (feat. Gemello)
flute (che prende il nome dai flauti del beat e non dal testo) è un brano dalle sonorità notturne, scure. Racconta del tormento che si prova quando la persona accanto non è più quella che si pensava fosse. L’immagine che si ha nei propri ricordi ormai non combacia più con quella reale del presente, questo provoca un senso di solitudine e sofferenza, e la consapevolezza che ciò di bello è stato costruito ormai è solo un castello di carta pronto a crollare.

10. paranoie
È nella notte che si trova il momento perfetto per dar sfogo ai demoni che abitano in ognuno di noi, spesso oscurati dalla luce del giorno. Tra dondolii emotivi e trasognate allucinazioni ai piedi dell’orsa maggiore, è alla luna che Holden consegna paranoie ed equilibri precari di una notte passata in bianco, dove l’unica cura sembrano i tasti di un pianoforte.

11. ma tu sei andata via
ma tu sei andata via si apre come un’introversa ballad dal retrogusto amaro, dove la voce di Holden è quasi ridotta ad un timido sussurro per poi esplodere nel ritornello con un grido al quale viene affidata tutta la rabbia e l’incomprensione verso una storia finita senza averne capito a fondo il perché

12. fuck you (3 AM)
In fuck you le luci si abbassano e i ritmi accelerati delle tracce precedenti rallentano per lasciare spazio alle atmosfere soffuse della notte, dove fanno eco le sirene in lontananza. Gli arrangiamenti, ora più minimali, si spogliano dell’elettronica per lasciare spazio a una timida chitarra acustica condita dalla voce di Holden che racconta la solitudine di una notte romana passata in compagnia delle stelle.

13. 105 freestyle
Holden torna ad alzare il volume dando una sferzata rap all’album con una mina cruda e diretta proprio nella parte più intima e rilassata del disco, quasi a voler ricordare le sue origini.
105 freestyle accoglie sapientemente il flow di Joseph, impegnato in un testo di riscatto sociale e artistico, che non manca di introspezione e interventi mitologici: “Come Paride adesso io scocco
questa freccia”.

14. accelero ancora
Continua la dimensione notturna di Prologo. Se in brani precedenti Holden ha offerto una panoramica di Roma di notte vista dai tetti dei palazzi, sembra quasi che qui voglia portare l’ascoltatore a fare un giro in macchina per le periferie romane. È così che tra accenni di malinconia e strati di inquietudine assistiamo a uno dei pochi momenti di stasi musicale di Prologo, un downtempo in cui la voce di Holden ha il potere di cullare e accompagnare verso le prime luci
dell’alba.

15. se un senso c’è
se un senso c’è è stata scritta durante le prime settimane di isolamento e racconta in musica il senso di smarrimento provato al termine di una relazione che tanto ha dato, ma che altrettanto ha anche tolto. Il vuoto che si viene a creare con l’assenza della persona amata è incolmabile e sembra essere sempre più difficile ritrovare il senso e lo scopo dei propri giorni e gesti quotidiani.

16. solo polvere
Ultima traccia del disco prima dell’outro. Sintetica ballad dalle tinte rap, una riflessione affidata alle note di un pianoforte dove consapevolezze amare sulla fine di una relazione si intrecciano per dare voce a due amanti che, ora al capolinea della loro storia, non possono continuare il viaggio iniziato insieme. “E mi guardi come stessi andando e io non vengo con te”.

17. buio (outro).
L’opera prima di Holden ha il suo epilogo in buio. Degno finale di questo film, dove nei titoli di coda archi che sembrano strappati al mondo cinematografico si alternano ad un fluire incessante di barre roventi di rabbia, creando un climax crescente in cui Holden consegna all’ascoltatore il suo atto di fede.

Dopo sedici tracce che indagano i rapporti sentimentali, le ansie e le paranoie di un ragazzo ormai diventato uomo, l’epilogo di Prologo non può che essere dedicato all’eroe di questa odissea. “A me, e a tutte quelle volte che volevo farla finita, che ho pensato di mollare e che mi sono fatto male”