23 Maggio 2025
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23 Maggio 2025

EMMA chiude la sua trilogia con un album e un atto di consapevolezza: “Era l’inizio”

Il giovane cantautore ha presentato il suo progetto, alternativo ma consapevole, al MI AMI Festival

Era l'inizio è il nuovo album di EMMA che presenterà al MI AMI Festival
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Giovedì 22 maggio è uscito Era l’inizio (MONKSTA / PALACE), il nuovo album di EMMA, giovane cantautore nato in Germania e cresciuto in Puglia. Con questo progetto, EMMA chiude la trilogia di ERA con un disco che nasconde in sé l’epicità di una fine che parte dall’inizio.

Era l’inizio rappresenta appunto la fine di un viaggio iniziato nella solitudine della propria stanza e terminato nel rumore del mondo esterno. Questo perché EMMA, una volta portata la sua musica al pubblico, ha dovuto confrontarsi con le logiche del mercato, spesso frettolose, performative e consumistiche.

Per EMMA, Era l’inizio è un atto di consapevolezza e allo stesso tempo di liberazione, la fine di un ciclo artistico. Il progetto racconta la tensione tra autenticità e aspettativa, tra urgenza espressiva e dinamiche industriali.

EMMA descrive il tutto con queste parole, dallo stile particolare: «grazie, questa cosa non l’ho scritta io, ma un mio grande amico, a volte visti negli occhi degli altri cl conosciamo meglio di come pensiamo, e lo quest anno attraverso quanti occhi diversi mi sono visto ?».

«il 22 maggio suonerò al miami e lascerò andare via una vita intera vissuta in un piccolo anno, chissà perché ?, nonostante tutto .. ho voluto dire ti amo un altra volta .. forse, x l’ultima volta ? quello che ha insegnato emma a me è il coraggio, eppure io continuo ad avere paura, sempre paura, di come sono davvero ogni volta che lo vedo davanti a me, ma, chissà perché… ogni volta, mi fa un po’ meno paura se sei tu a guardarmi, chissà … perché ? alla fine, vorrei che tutto questo fosse stato solo, un inizio».

Questa riflessione di EMMA è culminata nel live al MI AMI Festival di ieri, 22 maggio, intitolato !!!UCCIDI EMMA!!!. L’artista è stato protagonista di una performance simbolica che denuncia la morte dell’arte e dell’identità creativa sotto il peso del capitalismo musicale. Si tratta a tutti gli effetti di un titolo provocatorio che segna l’inizio di una presa di posizione radicale e necessaria che chiude la trilogia.