Elisa San Siro 2025: sold out, sostenibilità e visioni future. Il concerto del 18 giugno sarà molto più di uno show.
Lunedì 19 maggio siamo stati invitati a un pranzo stampa che ha avuto il sapore delle grandi anteprime e la concretezza dei progetti visionari. Al centro della conversazione, il debutto di Elisa a San Siro, previsto per il 18 giugno 2025. Un evento già sold out da mesi, ma che, a dispetto della prevedibile retorica celebrativa, non si è presentato come un punto d’arrivo, bensì come un inizio. Di un nuovo modo di pensare la musica, l’ambiente, il ruolo sociale dell’artista.
La cornice è quella di uno stadio tra i più iconici d’Europa. Ma la sostanza è quella di un progetto culturale integrato, dove l’intrattenimento si fonde con la sensibilizzazione, e ogni elemento — dalla scenografia alla logistica, dal guardaroba ai trasporti — è pensato in chiave sostenibile.
Un concerto “eccentrico”: tra show, visione e metamorfosi
Il live di San Siro durerà tre ore e si preannuncia come un vero e proprio best of emozionale: un viaggio musicale che attraverserà vent’anni di carriera, dagli esordi in inglese fino alla maturità italiana. Il palco sarà condiviso con ospiti speciali: il primo nome confermato è Cesare Cremonini, ma non sarà l’unico.
Ad accompagnare questo viaggio, una regia visuale poetica e immersiva, fatta di luci, proiezioni e installazioni che, come ha spiegato Elisa, “non vogliono impressionare, ma toccare”. Lo spettacolo avrà anche vari cambi di look, a sottolineare le metamorfosi che da sempre abitano l’estetica e la scrittura dell’artista.
Eppure, a fare davvero la differenza sarà il cuore ambientale del progetto, che punta a trasformare il concerto in un caso studio replicabile per tutto il settore live italiano. Non un “greenwashing da palcoscenico”, ma un vero impianto sistemico, che mette in discussione il modello stesso di produzione di un evento su larga scala.
elisa san siro: Dal palco alla città: la filiera della sostenibilità
Il concerto sarà accompagnato da una lunga lista di azioni concrete:
- uso di biocarburante HVO (al posto del gasolio) per generatori e trasporti tecnici, con una riduzione del 70% delle emissioni di CO₂;
- raccolta differenziata capillare con il supporto di AMSA, dentro e fuori lo stadio;
- mobilità sostenibile potenziata grazie alla collaborazione con ATM, FS, Lime e altri partner;
- iniziative di economia circolare, come la campagna di riuso degli abiti in collaborazione con VestiSolidale;
- carbon footprint misurata da Tetis e JustonEarth per garantire trasparenza e impatto scientifico.
Tutte queste azioni non sono isolate, ma si inseriscono in un percorso che Elisa ha avviato già nel 2022 con il primo “Protocollo per i live sostenibili” e con la sua adesione formale agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU.
Come ha ricordato Andrea Rapaccini (Presidente di Music Innovation Hub), “non possiamo più permetterci eventi che ignorano il loro impatto. Serve fare squadra tra artisti, venue, promoter e amministrazioni”.
Plantasia: musica e natura per rigenerare Milano
Ma il progetto forse più straordinario è quello che va oltre lo show, lasciando un’eredità fisica e culturale alla città di Milano. Si chiama Plantasia – Parco Sonoro, ed è il primo parco urbano d’Italia pensato per essere ascoltato, oltre che vissuto.
L’area scelta è una ex cava contaminata di 40.000 mq in via Quarenghi, a soli due chilometri da San Siro. Elisa ha voluto che questo spazio venisse rigenerato con tecniche di fito-bonifica, ovvero attraverso la piantumazione di specie vegetali capaci di assorbire e trasformare gli inquinanti presenti nel terreno. Le essenze arboree non saranno scelte a caso, ma selezionate dopo un’analisi chimica del suolo, per individuare le varietà più adatte a bonificare in modo naturale le sostanze tossiche.
Accanto alla bonifica, prenderà vita un percorso immersivo sonoro, ispirato alle ricerche scientifiche sul rapporto tra musica e crescita vegetale. Il nome Plantasia è un omaggio a Mother Earth’s Plantasia, l’album cult del 1976 di Mort Garson, composto appositamente per “l’ascolto da parte delle piante” — un disco che oggi torna attuale come manifesto ecologico e spirituale.
Il progetto sarà finanziato con fondi pubblici, ma anche con una raccolta collettiva promossa da Elisa attraverso For Funding, la piattaforma di crowdfunding di Intesa Sanpaolo. L’idea è coinvolgere non solo cittadini e cittadine, ma anche altri artisti e imprese culturali, per dare forma a una nuova alleanza tra creatività e natura.
Fondazione Lotus: dalla musica alla ricerca
A fare da motore a questa visione, c’è Lotus, la fondazione creata da Elisa per promuovere progetti di ricerca e sperimentazione ambientale legati all’arte. Lotus non nasce come una semplice etichetta solidale, ma come un laboratorio che connette artistə, scienziatə, urbanistə e cittadinanza in iniziative concrete di rigenerazione, sostenibilità e immaginazione ecologica.
Non a caso, Elisa parla spesso di un passaggio necessario: dall’antropocentrismo all’ecocentrismo. Un gioco di parole per dire che il centro non siamo più (solo) noi. Che dobbiamo decentrare lo sguardo, e ascoltare altri ritmi, altre forme di vita, altri bisogni. L’ambiente non è solo il contesto in cui facciamo le cose. È il soggetto stesso delle cose che facciamo.
elisa san siro: Il concerto del futuro è già qui
Il 18 giugno 2025 non sarà solo una data nella carriera di Elisa. Potrebbe diventare una data spartiacque per l’intera industria musicale italiana, un laboratorio a cielo aperto di ciò che potrebbe (e dovrebbe) essere ogni evento culturale nei prossimi anni.
C’è chi va a San Siro per la gloria. Elisa ci va per restituire senso al rito collettivo della musica. Un concerto che abbraccia, cura, interroga. E che pianta un seme.