21 Marzo 2019
di Direttore Editoriale
Condividi su:
21 Marzo 2019

Classifiche e streaming. Nesli e il coraggio di esporsi. A quando gli altri nomi del pop?

Il cantautore è il primo ad esprimersi in maniera netta, come già fatto dal nostro direttore, sulla questione streaming, vendite e classifiche

Condividi su:

Su All Music Italia ci siamo spesso espressi nel corso degli anni sulla situazione Classifiche di vendita / Streaming / Certificazioni. L’opinione di questo sito, e la mia opinione in particolare, è sempre stata chiara. Evviva lo streaming e l’evoluzione che non va contrastata anche se continuo a pensare che chi spende 10/15 euro per comprare un album non può contare in termini di classifica quanto chi spende 9.99 € al mese per ascoltare tutta la musica del mondo da Spotify. Ora anche Nesli, durante la presentazione del suo nuovo album, Vengo in pace, si è espresso in merito.

Io e Nesli abbiamo avuto modo di chiaccherare e confrontarci poco prima della conferenza stampa e ci siamo trovati d’accordo su alcuni punti. In primis la necessità di non svantaggiare agli occhi del pubblico nessuno perché è noto, alcuni generi vanno più forti tra i giovani e nello streaming. Alcuni artisti appartengono ad una generazione (e di conseguenza il loro pubblico) più avvezza all’ascolto che all’acquisto.

Ripeterò sempre un paio di parallelismi cardine per me… Se vado in biblioteca e affitto un libro, quel libro sarà sempre una, e soltanto una, copia venduta. Quando esisteva Blockbuster e si affittavano/compravano i dvd esistevano due classifiche separate, una per la vendita, una per il noleggio. Questo dovrebbe accadere anche nella musica, almeno finché il cd, che in molti danno già per morto, esiste ancora in commercio. Dopo si vedrà…

Durante la conferenza stampa del suo album Nesli ha riproposto il frutto di questo nostro scambio di opinioni e delle idee che potrebbero essere messe in pratica.

Soluzione uno. Proporre la suddivisione tra album venduti e album streammati al fine di stilare una doppia classifica. Di sicuro questa soluzione sarebbe quella più corretta ma capisco che per la FIMI monitorare un’ulteriore classifica potrebbe essere complicato

La seconda soluzione, quella più semplice, sarebbe quella di indicare almeno nella classifica di vendita le percentuali di venduto e di streammato al fianco di ogni album. Questo permetterebbe a tutti di conoscere il risultato reale andando a capire cosa ha determinato la posizione occupata in classifica. Perché a volte un disco all numero #1 può aver venduto meno di un disco alla #2. E’ già successo diverse volte.

L’ultima che ricordo? La settimana in cui uscì Essere qui di Emma. Il disco vendette più copie fisiche e digitali di Rockstar di Sfera Ebbasta, ma fu superato da quest’ultimo grazie al contributo degli stream.

È impossibile negare che gli artisti rap e quelli pop con un vasto seguito teen risultino avvantaggiati con gli attuali metodi che, seppur con pesi diversi, uniscono vendite e stream. Il web è pieno di gruppi di fan organizzati con account premium che organizzano ascolti in gruppo, playlist con un unica canzone, contest organizzati con ascolti da account Premium in cambio di premi, il bonus cultura per i 18enni che si può spendere anche con Spotify etc… diciamocelo, un trentenne non ha tempo ( e voglia) per partecipare a tutto ciò.

Ora quando in passato ho lanciato la proposta di rendere noti i dati, in maniera ironica, Enzo Mazza (Ceo di FIMI) mi etichettò su Twitter come dinosauro (qui la risposta al precedente editoriale sull’argomento). Può essere, ma se così fosse non mi sono ancora estinto e quindi continuo a manifestare il mio pensiero chiedendomi perché in America sono pubblici addirittura i numeri delle copie di dischi venduti settimanalmente mentre nel nostro paese è così improponibile conoscere ogni settimana in che percentuale la posizione in classifica è determinata dalle vendite e quanto dallo stream?

Lo trovo un atto di rispetto verso una generazione di artisti che, può rinnovare costantemente il proprio pubblico fino ad un certo punto.
Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Ligabue, Andrea Bocelli, Emma, Francesco De Gregori, Biagio AntonacciFiorella Mannoia, Loredana Berté, Enrico Ruggeri… son tantissimi, impossibile elencarli, sono la maggior parte i nomi che vengono danneggiati da questa presentazione dei dati di vendita.

Danneggiati perché questo è quello che tecnicamente succede:

  • Esce il disco pop di XXX, grande artista sulla cresta dell’onda da vent’anni.
  • Il disco entra alla #2 perchè, grazie allo stream i rapper YYY e ZZZ risultano aver “venduto” più copie
  • L’ufficio stampa di YYY e ZZZ diffonde questo risultato
  • I siti copiano e incollano questo dato
  • Il pubblico generalista legge e pensa che le quotazioni di XXX sono in ribasso. La percezione nei suoi confronti ne risentono negativamente

Ecco Nesli è stato il primo artista della “vecchia guardia” ad avere il coraggio di esporsi. Molti altri artisti ne parlano ma forse hanno timore nell’esporsi pubblicamente per paura di essere visti come “rosiconi”. No, non lo siete, state solo difendendo il vostro lavoro, un lavoro che in molti casi vi è costato anni a seminare stando attenti a non sbagliare. Unitevi e fatevi sentire.