29 Novembre 2020
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29 Novembre 2020

Il critico musicale Michele Monina intervista Massimiliano Longo, direttore di All Music Italia

Una lunga chiaccherata per parlare del sito, di Area Sanremo, degli artisti emergenti e, sopratutto, del ritrovato ruolo da manager

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Michele Monina intervista per noi il Direttore di… All Music Italia.

Il critico musicale più temuto degli ultimi anni ha deciso di realizzare per noi un’intervista un po’ anomala, ovvero una chiacchierata con Massimiliano Longo, che di questo sito, come sapete, è l’ideatore, fondatore e direttore dal 2014.

La stima tra i due dura da anni (Massimiliano infatti era un accanito lettore di Tutto Musica proprio negli anni in cui Michele era la penna di punta della rivista Mondadori) e. non a caso, il critico è stato uno dei nostri editorialisti in occasione del compleanno del sito qualche anno fa (trovate qui il suo editoriale).

L’occasione per realizzare quest’intervista nasce dal ritorno in prima linea in veste di manager e produttore esecutivo di due artisti emergenti del nostro direttore… ma non si parlerà solo di questo. Buona lettura.

MICHELE MONINA intervista MASSIMILIANO LONGO

Hai cominciato lavorando a fianco di artisti, sei poi passato a creare e dirigere un sito indipendente di musica ma oggi torni anche a lavorare con e per artisti emergenti, perché? 

Hai ragione, ho iniziato il mio percorso in questo ambiente al fianco degli artisti. Per la precisione con Gianluca Grignani, Syria e Niccolò Agliardi.

Ti confesso che lavorare a stretto contatto con chi crea musica è da sempre la parte di questo lavoro che più sento vicina a me. Dopo quasi sette anni passati solo su All Music Italia, e visti i risultati raggiunti, impensabili per un sito indipendente senza grandi aziende alle spalle, ho sentito l’esigenza di tornare a “divertirmi”.

Massimiliano Longo con Gianluca Grignani a Video Italia nel 2002

E come ti è nata questa voglia?

Guarda, è stata una cosa che ho focalizzato solo ultimamente. È come se negli ultimi 15 anni avessi fatto un enorme giro nel mondo della musica per poi tornare a fare quello che amo di più. Solo che vi sono tornato più maturo, consapevole e con un bagaglio di esperienze importantissimo. È come un cerchio che si chiude in pratica

La spinta ti confesso che l’avevo già da tempo. Ogni giorno mi confronto con realtà emergenti e mi scontro con le difficoltà che hanno proprio nell’emergere e farsi ascoltare. Spesso i ragazzi mi confessano che vengono loro proposte solo due strade da produttori o etichette, il talent show e i nuovi social come TikTok. Questo per alcuni di loro è una vera e propria violenza psicologica che li mette in crisi.

Per carità, io non ho nulla contro i talent, anzi, ci vado anche da giudice quando capita perché penso comunque che sia importante conoscere le cose dall’interno. Inoltre non li trovo sbagliati, sono perfetti per un certo tipo di target e per alcuni generi musicale, fanno il loro lavoro. Al tempo stesso però credo fermamente che non tutti gli artisti siano adatti a questi contesti in quanto seguono principalmente regole televisive. Molti giovani artisti hanno personalità per cui metterli h24 in televisione diventa una sorta di violenza psicologica.

Bisognerebbe trovare nuovi percorsi perché oggi sembra ci sia spazio solo per la musica abbinata all’immagine mentre quello che dovrebbe arrivare per prima cosa sono le canzoni. E infatti quelle ce le scordiamo dopo una manciata di mesi, se va bene.

In ogni caso tornando alla tua domanda la voglia di tornare ad avere a lavorare su degli artisti c’era ma per tornare in campo doveva scattare la scintilla, non lavorerei mai con talenti di cui io per primo non comprerei un album e, sopratutto, con artisti di cui non riesco a vedere un percorso duraturo da costruire nel tempo.

Dirigendo un importante sito di musica, non credi che le due cose possano creare conflitti di interesse?

Sul conflitto di interesse credo che debbano giudicare gli altri. Io sono certo di una cosa: la linea editoriale del mio sito è sempre stata lineare e trasparente.

Non abbiamo paura di esporci su cosa ci piace e su cosa non ci piace. Ci sono artisti che sul nostro sito hanno trovato ampio spazio solo perché godono della nostra pura stima artistica. Se qualcuno è bravo perché non dargli maggior visibilità. Questo per esempio è successo con Irama (prima del boom post Amici), ma anche Romina Falconi, Ermal Meta e tanti altri. Sono artisti in cui abbiamo creduto per passione non avendo nessun legame economico con loro. E quando qualcosa non ci è piaciuto musicalmente non ci siamo risparmiati nelle critiche.

Ho sempre pensato che come sito di informazione abbiamo il compito di informare, per quel che riguarda la sezione news ma che, al tempo stesso, nelle altre sezioni tipo le pagelle di Fabio Fiume, gli approfondimenti o i miei editoriali, possiamo, anzi dobbiamo, esporci. Altrimenti le persone potrebbero pensare che ci piace tutto, e non è pensabile per nessuno di quelli che fanno il nostro lavoro.

I miei ragazzi semplicemente vengono trattati su All Music Italia come quegli artisti in cui crediamo di cui ti parlavo prima. Certo, magari hanno un articolo in più o un banner pubblicitario, ma finisce lì. Sono fermamente convinto che non è imponendo qualcuno che lo fai funzionare. La “storia” Bianca Atzei / Rtl 102.5 su questo ci ha insegnato molto, no?

Bastasse un articolo su All Music Italia a lanciarli, magari… no serve tanto lavoro, dedizione e studio. Quindi alla fine la differenza sta semplicemente nel fatto che sono gestisti da me, e i nostri lettori ne sono al corrente.

Clicca su continua per andare avanti nella lettura dell’intervista di Michele Monina.