13 Maggio 2025
di Blogger
Condividi su:
13 Maggio 2025

Eurovision 2025, le pagelle della prima semifinale: Tommy Cash piatto (4.5), Red Sebastian del Belgio stupisce e coinvolge

Quindici nazioni in gara, dieci posti in palio e il commento puntuale di Davide Maistrello per All Music Italia

Pagelle Eurovision 2025 prima semifinale a cura di Davide Maistrello
Condividi su:

EUROVISION 2025, le pagelle della prima semifinale

🇮🇸 ISLANDA: VÆB, Róa

Performance tarata presso un pubblico teen, con una scenografia in stile Minecraft e una coreografia dove i due fratelli e le quattro backing fingono di navigare. Migliorati vocalmente nel corso della settimana, si sono tenuti la loro migliore esibizione per il live show e hanno aperto la serata con divertimento ed energia. Voto: 6.5


🇵🇱 POLONIA: Justyna Steczkowska, Gaja

Fuoco, fiamme, violini, maschioni seminudi, un drago gigantesco sul LED e due tiranti che sollevano Justyna a diversi metri d’altezza: la Polonia porta tutti i cliché dell’Eurovision degli anni ’00, ma con un budget consono al 2025. A tratti un po’ confusionaria ma ha il suo pubblico e Justyna ha grande mestiere, anche se il brano non decolla. Voto: 5.5


🇸🇮 SLOVENIA: Klemen Slakonja, How Much Time Do We Have Left

Bravissimo Klemen ad elevare con emotività e racconto una canzone di per sé non così forte, nobilitata ulteriormente dall’arrivo della moglie Mojca a cui è dedicata. Grandissimo lavoro di scenografia tra luci e inquadrature strette, con il coup de theatre della strofa cantata a testa in giù. Nel mare di performance eccessive di questa edizione, la Slovenia si distingue e commuove. Voto: 7.


🇪🇪 ESTONIA: Tommy Cash, Espresso Macchiato

Necessariamente si tratta di una canzone e una performance che dividono, con grafiche a tratti irriverenti e arroganti ed il gimmick di una finta fan che sale sul palco a ballare con Tommy invece delle tanto chiacchierate nonnine di Ostuni. Vocalmente resta carente e un po’ piatto, c’è da dire che non è una canzone che ha bisogno di una vocalità alla Whitney Houston e il pubblico in arena la aiuta molto. Voto: 4.5.


🇪🇸 SPAGNA: Melody (Melodía Ruiz Gutiérrez), Esa diva

Okay, è un pezzo “nato vecchio” anche in termini eurovisivi, ma chi se ne frega! Melody si districa benissimo in questo flamenco-revival dello schlager di metà anni ’00, con una performance camp ma non sopra le righe, molto più professionale e dignitosa di quella vista al Benidorm Fest. Non merita la bottom 5 sabato sera e probabilmente riuscirà a scamparla. Voto: 7.5.


🇺🇦 UCRAINA: Ziferblat, Bird Of Pray

Performance sbagliata e fuori contesto, con questo brano prog-rock la cui atmosfera onirica è stata del tutto spogliata in questo tripudio di rosa shocking, luci e fuochi artificiali. Risente ovviamente del contesto storico in cui viviamo, ma è il pacchetto più debole messo in scena dall’Ucraina nell’ultima decade e oggettivamente non merita un piazzamento come quelli ottenuti gli anni scorsi. Voto: 4.


🇸🇪 SVEZIA: KAJ, Bara bada bastu

A un orecchio non attento la Svezia potrebbe passare come una joke entry, ma non lo è o comunque è la migliore mai messa in scena all’Eurovision. Vocalmente Jakob, Axel e Kevin sono impeccabili, si muovono all’interno di una performance super complessa e tecnicamente impeccabile divertendo, risultando credibili e dando punti a tante canzoni che vorrebbero sfidarli sul piano dell’escapismo e della caciara. Voto: 9.


🇵🇹 PORTOGALLO: NAPA, Deslocado

La performance della band indie pop di Madeira non ha nulla di sbagliato, ma arriva totalmente depotenziata dopo l’allegro casino dei KAJ. Guilherme e compagni hanno portato una canzone che da sola non è abbastanza forte per sopravvivere su un palco dove anche il minimalismo va presentato in un altro modo. Per loro una partecipazione dignitosa ma nulla di più. Voto: 6.


🇳🇴 NORVEGIA: Kyle Alessandro, Lighter

Kyle Alessandro ha 19 anni ed è il più giovane artista in gara quest’anno, ma non lo si direbbe per il carisma, la sicurezza e il piglio che porta sul palco, non solo per come canta ma anche come si muove e interpreta. Coreografia molto simile al MGP ma con qualche accorgimento per renderla più adatta al contesto eurovisivo (una pausa più lunga prima del dance break e un ballerino di break che arriva per l’ultimo ritornello). Voto: 8.5.


🇧🇪 BELGIO: Red Sebastian, Strobe Lights

Il Belgio aveva tutto da perdere cambiando una performance che funzionava già molto (quella della finale nazionale Eurosong): l’ha fatto reinventandola da zero e portando il mondo rave-EDM di Red Sebastian sul palco di Basilea con un’idea veramente cool, coinvolgente e incentrata sul tema dello specchio e il twist geniale di tre doppelgänger che affiancano il cantante nel corso dell’esibizione. Il mio preferito di questa semifinale. Voto: 9.5


🇮🇹 ITALIA: Lucio Corsi, Volevo essere un duro

Esibizione molto fedele al racconto con cui Lucio Corsi si è fatto conoscere al pubblico italiano, incentrata su un mood vintage e sull’uso degli strumenti (un lunghissimo pianoforte nero, la chitarra elettrica e l’armonica a bocca che Lucio suona dal vivo). Non apprezzo molto gli stacchi di camera molto lenti e che “appesantiscono” un po’ un’esibizione già di per sé meno energica delle altre, ma è un pacchetto che ha la sua dignità e di cui come italiani possiamo sicuramente essere contenti. Voto: 7.5.


🇦🇿 AZERBAIGIAN: Mamagama, Run With U

Vorrebbero fare i Daft Punk in chiave etnica, ma si scontrano con le difficoltà vocali di Asaf (mai al top tutta la settimana) e una performance legata a due prop luminosi – una mezzaluna e un cerchio sospeso – che riempiono il palco ma stonano un po’ con le visual delle decine di persone che appaiono sugli schermi LED dietro la band e le coriste. Bella da vedere, meno da sentire. Voto: 5.


🇸🇲 SAN MARINO: Gabry Ponte, Tutta l’Italia

Dico subito che il problema non è Gabry – che fa il suo con esperienza e mestiere – ma tutto il resto. Non credo che questa conformazione a tre cantanti, fisarmonica e tamburello valorizzi una canzone che ha bisogno di movimento e di “riempire il palco” in un modo in cui Gabry, fermo alla consolle, ovviamente non riesce a fare. La salva senza dubbio l’interazione col pubblico in arena. Voto: 5.5.


🇦🇱 ALBANIA: Shkodra Elektronike, Zjerm

Forse la canzone più amata e sostenuta dal fandom, verosimilmente non vincerà ma potrà ottenere un ottimo piazzamento sabato sera. Beatriçe, con il suo carisma, domina la scena e convince – meno forte il break centrale di Kolë, che spezza un po’ ritmo e a mio avviso non è catturato adeguatamente dalle telecamere. Belli i colori e la scenografia curata da Ombra World dividendo il palco in due in muri di rosso e bianco. Voto: 7.5.


🇳🇱 PAESI BASSI: Claude Kiambe, C’est la vie

Canzone molto ruffiana, scritta in un francese decisamente elementare per cercare di catturare il pubblico e le giurie orfani di Voilà (Barbara Pravi, Francia 2021) e Mon amour (Slimane, Francia 2024). Si distingue per una performance meno sopra le righe rispetto alle altre, con Claude che canta accompagnato da violinisti e conclude con un momento emozionale di fronte a un sé stesso bambino in un finto specchio. Per quello che vuole essere, funziona. Voto: 6.5.


🇭🇷 CROAZIA: Marko Bošnjak, Poison Cake

Tanta confusione e tante idee buttate alla rinfusa per una performance che vorrebbe riprendere il successo di Bambie Thug (Irlanda 2024) riproponendo lo stesso scenario da antro delle streghe con fumo, laser, colori scuri, cambi d’abito. Si è provato a dare una forma a una canzone che è un po’ un pastiche di quattro melodie diverse, ma il risultato finale rimane davvero molto cacofonico ed inconcludente. Voto: 4.


🇨🇭 SVIZZERA: Zoë Më, Voyage

Un piano sequenza, una luce e una ballata intensa in francese le armi con cui la Svizzera prova a difendere il titolo dopo la vittoria di Nemo. Trovo sia una performance minimalista ma estremamente coraggiosa e deliziosa dal punto di vista televisivo, un racconto con pochi ingredienti ma tantissimi dettagli e tanta emozione. Peccato l’incidente e il glitch di camera finale, ma meglio stasera che sabato! Voto: 9.


🇨🇾 CIPRO: Theo Evan, Shh

La performance è molto complessa, con Theo e quattro ballerini che si muovono e si arrampicano su una struttura composta da due prop giganti a forma di parallelepipedo che vengono mossi in diverse conformazioni. Trovo l’impressione generale di una proposta un po’ “bella senz’anima”, super codificata con tanti spunti di cose già viste all’ESC negli anni, bene eseguita, ma non in grado di incidere per le posizioni che contano. Voto: 6.5.

Credits foto: EBU/Sarah Louise Bennett e Alma Bengtsson 

Precedente