3 Febbraio 2015
di Direttore Editoriale
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3 Febbraio 2015

MASSIMO DI CATALDO scagionato. Ma conta più l’artista o l’uomo?

Massimo Di Cataldo viene scagionato dalla accuse di violenza lanciate un anno e mezzo fa dalla sua compagna. Riflessione del direttore sulle conseguenze...

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Era luglio del 2013, esattamente un anno e mezzo fa quando attraverso il suo profilo Facebook Anna Laura Millaci, ex compagna del cantante Massimo Di Cataldo, pubblicò delle foto molto crude del suo viso tumefatto e sanguinante accusando Di Cataldo di averla ridotta lui in quello stato arrivando anche a dichiarare che, per quelle stesse botte, aveva subito un aborto spontaneo.
Nonostante l’inizio di un’azione legale nei suoi confronti fin dal primo giorno Massimo Di Cataldo ha negato ogni coinvolgimento nella vicenda giurando in ogni modo possibile che lui a quella donna non aveva mai fatto del male. Ora, dopo oltre un anno e mezzo di fango gettato sul viso e sulla carriera professionale di una persona arriva la verità… ma potrà la verità ridare indietro quello che la menzogna ha definitivamente macchiato?

Il tribunale di Roma ha espresso il suo giudizio: Massimo Di Cataldo non ha ha picchiato la sua ex compagna e con esso giunge la richiesta di archiviazione delle accuse di maltrattamento e di procurato aborto.
A quanto pare le foto di Anna Laura Millacci erano false, fotoritoccate e per questo ora è accusata di simulazione di reato e calunnia.
Ed è accusata dalla difesa di aver distrutto la carriera del cantante.

Queste le parole esatte degli organi di stampa, Il Corriere della sera per l’esattezza, sull’accaduto. Le riporto perché le parole hanno un peso, anche se nessuno sembra più comprenderlo oggi, e tutta questa lunga e delirante vicenda lo dimostra:

Ebbene, dopo diciotto mesi quelle foto raccontano una verità ancora più complessa, dove chi recita una parte ambigua è adesso la Millacci. A questa conclusione arriva la consulenza disposta dall’avvocato Daniele Bocciolini, difensore del cantante, secondo cui non c’è compatibilità tra le tracce ematiche presenti sul volto e le percosse denunciate dalla moglie. In altre parole non si capisce da quale ferita provenga il sangue sul viso della donna. Una tesi sposata dalla Procura, con la nuova richiesta di archiviazione. Il problema adesso è chiarire cosa si cela dietro le accuse avanzate dalla moglie dell’artista, sulla quale si allunga una luce inquietante: la Millacci sostiene di essere stata colpita dal marito a mezzogiorno e svela le violenze scattandosi dei selfie 100 minuti dopo l’aggressione. Ma è dentro questo intervallo di tempo che una foto — rinvenuta nel telefonino della Millacci — non fa tornare il conto: sono le 12.11 quando lei s’immortala e appare in ottime condizione. Inevitabile il sospetto che in quell’ora abbia preparato la scena. Il problema a questo punto è capire perché lo ha fatto.

Giustizia è fatta dirà qualcuno.
Io penso che no, nessuna giustizia potrà ridare indietro quello che le parole, gli stati sui social del popolo del web, gli sguardi della gente… hanno infierito a Di Cataldo in questo anno e mezzo perché, anche se fino ad una sentenza ipoteticamente nessuno è colpevole, purtroppo nella realtà le sentenze arrivano prima di quelle dei tribunali… e sono sempre spietate. Se di mezzo c’è la violenza su una donna lo sono ancor di più.

Ora quello che sembra importare a tutti è dimostrare che la donna ha distrutto la carriera di Massimo Di Cataldo. No, non è così. Non è questo il nocciolo della situazione.
L’ex compagna di Massimo usando la sua condizione di donna, sfruttandola con furbizia, ha distrutto un uomo e la sua credibilità pubblicamente… lo ha tacciato di uno dei reati più gravi che esistano, la violenza sulle donne, e ha permesso che l’opinione pubblica, i giornali, le televisioni e, l’immenso e di facile giudizio su qualsiasi argomento popolo del web, ne distruggesse certezze, dignità e volontà.
Questa per me è la cosa più grave. Non la carriera di Di Cataldo che, se vogliamo essere sinceri arrancava pesantemente già da anni prima di questa vicenda… perché capita, il successo può venire meno, anche quello grandissimo di un ragazzo che negli anni ’90 era un idolo delle ragazzine, protagonista di un telefilm cult (I Ragazzi del muretto) e antagonista musicale su tutte le riviste teen dell’altro idolo degli anni ’90 Gianluca Grignani. Può venire meno per errori professionali o per incapacità di riuscire a trovare “le corde” giuste per riuscire a toccare nuovamente il cuore del pubblico.
Ripeto: quello che è stato distrutto è un uomo che, essendo un artista e un personaggio pubblico, ha pagato lo scotto più alto: la gogna mediatica. E a quella purtroppo non c’è scampo e le immagini che vi riporto di alcuni degli innumerevoli post contro Di Cataldo pubblicati sul suo profilo Facebook in quei giorni lo dimostrano.

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Ora quello che bisogna sperare è che si ridia dignità a quell’uomo, che il numero di articoli e servizi televisivi che dicono la verità su di lui sia direttamente proporzionale a quelli che lo hanno demolito agli occhi del pubblico…
Che non accada, come troppo spesso succede purtroppo, che dopo qualche articoletto arrivi il silenzio. Perché le brutte notizie hanno sempre più spazio della buone verità. Ora è importante dare una mano in tutti i sensi ad un uomo che ha avuto la forza di lottare contro la menzogna, che ha resistito alla paura che la verità potesse non trovare luce, dargli una mano nel rialzarsi e imparare a convivere con queste cicatrici che nemmeno 10 dischi di platino potranno cancellare.
Questa è l’unica cosa che conta perché una volta che l’essere umano avrà sconfitto tutti i demoni che questo anno e mezzo ha fatto scaturire in lui, a quel punto anche l’artista sarà tornato alla luce e, a quel punto, come chiunque altro, potrà ritrovare la serenità per fare musica e, se saprà farla nel giusto modo il pubblico lo ascolterà nuovamente.
In questa mia visione delle cose, settimana scorsa ho visto un’intervista a Massimo Di Cataldo a I Fatti vostri dove, con il suo avvocato, parlava della vicenda (trovate qui il video). L’unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è stato il voler sottolineare, da parte dell’avvocato, che Massimo quest’anno ha presentato un brano a Sanremo e che sarebbe stato un bel gesto permettergli di “riscattarsi” nel luogo da cui è nato. Non penso sia la strada migliore, ma ovviamente è solo un punto di vista. Credo che ora sia giusto che l’uomo abbia spazio per riprendersi la sua dignità. Verrà anche il momento per riprendersi il suo palco.
Concludo con un abbraccio virtuale a Di Cataldo e con il testo e il video del suo primo successo, una canzone che per anni nei momenti di sconforto e abbattimento è stata per me fonte di un urlo liberatorio nel cantarla.
Torna a cantarla anche tu Massimo e inizia a liberarti dei demoni di cui, ingiustamente, ti hanno riempito la testa. Come cantavi tu trova la strada per tornare “libero come il sole“.

CHE SARÀ DI ME – MASSIMO DI CATALDO – TESTO

Certe sere lo sai
a casa non tornerei
una preghiera non c’è
per non sentire il vuoto in me
ci si arrampica ai sogni
ma si cade giù
e con i lividi addosso
poi non si vola più

e poi mi dicono ancora
non eri quella per me
ma che ne sanno di noi
di come vivo senza te
il tuo profumo sul letto
non vuole andare via
e certe sere ho paura
di che sarà di me

chi mi darà la sua mano
a chi darò la mia mano
io non so più se una risposta ch’è
se nascerà ancora il mondo
se salita dal mio fondo
io te lo giuro sai
ho paura sai
di che sarà di me

e un’altra notte è già qui
sulla mia cena a metà
sulle parole che tu
avrai scordato ovunque sei
e questo freddo che ho dentro
è già una malattia
in questo mondo sbagliato
tu non sei più mia

chi mi darà la sua mano
a chi darò la mia mano
io non so più se una risposta ch’è
se nascerà ancora il mondo
se salita dal mio fondo
io te lo giuro sai
ho paura sai
di che sarà di me

non potrò scordarti mai
mentre il mondo scorda me
ora che tu non ci sei 
dimmi che sarà di me

rinascerà ancora il mondo
risalita dal mio fondo
ma te lo giuro sai 
ho paura di che sarà di me
io te lo giuro sai

CHE SARÀ DI ME – SANREMO 1995