21 Dicembre 2014
di Riff di Carta
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21 Dicembre 2014

RECENSIONE:
DIETROLOGIA – I SOLDI NON FINISCANO MAI – FABRI FIBRA

Prince Greedy questa settimana analizza il libro (ora uscito anche in formato economico) di Fabri Fibra: Dietrologia - i soldi non finiscono mai

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TITOLO: Dietrologia – I soldi Non Finiscono Mai
AUTORE: Fabri Fibra
EDITORE: Rizzoli
PREZZO: 9,90 €

Oggi i libri di successo non li scrivono i bravi scrittori ma le persone famose. In questa strana e desertificata epoca il libro non è più condivisione di contenuti scomodi o particolarmente significativi ma affermazione di un proprio posto privilegiato nel mondo, un passaggio commercialmente obbligato per qualsiasi artista di rilievo. Garantisce esposizione mediatica, incremento del proprio profilo culturale presso la gente, qualche euretto sull’estratto conto e una bella affermazione del proprio ego. Senza considerare che un giretto dalla Bignardi di turno a raccontare i propri tormenti a qualche milioncino di persone fa sempre piacere. E poco importa se si ha poco da dire. Tanto sei famoso.
Qualche anno fa anche il controverso rapper Fabri Fibra ha deciso di lanciarsi nell’accogliente mondo della scrittura con Dietrologia – I soldi Non Finiscono Mai, Rizzoli, 16,00 € (ora riproposto a 9,90 € in edizione economica). Ma bisogna riconoscere che l’ha fatto con un certo stile. Il libro addirittura si fregia della prefazione di Marco Travaglio, il che è indicativo di quanto sia popolare il rapper, uno che può permettersi di coinvolgere il più celebre giornalista italiano. O quanto il buon Travaglio ritenesse se non proprio giuste, almeno affini le idee contenute nel testo. Oppure quanto paghi bene Rizzoli. Non so, sceglietene una e accendetela.

L’MC marchigiano, fedele al suo personaggio, non consegna ai posteri un volume infarcito di dettagli personali e curiosità sulla propria vita ma un abbozzo di indagine sociologica del nostro beneamato paese delle banane e della cultura giovanile che faticosamente lo abita.
Le poche parti autobiografiche sono molto pulite e appena accennate. La parte del leone lo fanno le analisi al ‘sistema-Italia’, fra pensieri di facile presa e soluzioni che definire semplicistiche è un eufemismo.
Dire, ad esempio, ai giovani di emigrare per allargare gli orizzonti della mente e scappare dalle maglie del nostro paese è un suggerimento per certi versi anche condivisibile ma non di certo una soluzione ai problemi che ci affliggono.
Se tutti i giovani facessero le valige verso altre patrie, lascerebbero questo paese agli sciacalli che lo hanno depredato fino a farne una parodia. Significa arrendersi in primis alla mafia, ai politici arraffoni, ai corrotti, a quelli in tonaca che non pagano un euro di tasse e via con tutto il beneamato circo dei parassiti che ben conosciamo.
Dietrologia, ben camuffato dietro alla patina di ribellismo, mi pare segua pacificamente questa rassegnazione.
Il libro viene definito come una raccolta di pensieri scomodi. Personalmente mi sembrano comodamente banali. Anche in virtù del fatto che provengono da un artista che, soprattutto negli ultimi anni, sembra valutare il proprio valore non in base alla bella musica che ha prodotto ma ai soldi che ha guadagnato. Nel recente dissing all’ex amico ora nemico Vacca, arriva a sbeffeggiarlo perché non ha vinto dischi d’oro e non ha fatto i soldi come lui.
E anche nel libro il messaggio “fate i soldi così poi vivete come cazzo vi pare passa spesso, e neanche troppo celato.
Eppure, nonostante i tanti passaggi a vuoto, non credo sia giusto definire Dietrologia un brutto libro. A Fibra va riconosciuto comunque il merito di aver messo, nelle circa 300 pagine del testo, il dito non su una ma mille piaghe che infettano il nostro povero paese, avvelenando il futuro nostro e dei nostri figli. Sicuramente sarebbe stato più facile per lui raccontare al distratto ghost writer di turno le folli storie capitategli in tour, il rapporto con i fan e gli spunti da cui sono nate le sue celebri canzoni. Probabilmente avrebbe venduto di più e lavorato meno.
Il limite del libro credo sia anche il limite del Fibra artista e del genere che rappresenta: eccellente quando si tratta di focalizzare l’attenzione sulle cose che non vanno e deludente quando prova a fornire spiegazioni e, soprattutto, soluzioni.
Vero è “che sono solo canzonette non mettetemi alle strette” come cantava Bennato. Tuttavia, a suon di evidenziare sterilmente solo quello che ci fa male, alla fine a guadagnarci è unicamente la paranoia e il signor Xanax.
D’altronde Fibra ce lo anticipa già nel titolo che farà dietrologia, e un pochino, in questo momento, la sto facendo anche io.
Darsi del venduto, del bugiardo e del dietrologo prima che lo facciano gli altri è una tecnica consolidata per il re del rap italiano. E fino ad adesso ha sempre funzionato.
Più che la forza al conquistatore servì l’astuzia.
E lui è uno che ne ha tanta.
Alla prossima.
P.G.

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