29 Giugno 2018
di Interviste, Recensioni
Condividi su:
29 Giugno 2018

Da Oggi In Radio – Le Pagelle Dei Nuovi Singoli In Uscita Il 29 Giugno: Luchè, Giada Agasucci, La Municipal, Motta e…

Da oggi in radio, le pagelle dei nuovi singoli della settimana ascoltati dal nostro critico musicale. Luchè, Motta, La Municipal...

nuovi singoli
Condividi su:

Appuntamento con Da Oggi in radio, rubrica in cui i nuovi singoli in uscita oggi sono stati ascoltati dal nostro critico musicale Fabio Fiume che, diciamolo, non manda a casa contenti proprio tutti gli artisti…

Si ricorda che si tratta del parere del solo Fabio e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi alla fine delle mini recensioni non mettono in alcuna relazione gli artisti tra loro. Essi sono attribuiti alla valenza del brano rispetto alla carriera di chi lo propone.

Partiamo subito…

Giada Agasucci & G-Max – Autostop

Votata alla dance come strada scelta per provare ad emergere, ha chiaramente rinunciato ad esprimere le sue peculiarità interpretative per cui era stata notata per proporsi con questi brani in stile Baby K. Indubbiamente c’è un po’ di spersonalizzazione e se la cosa avviene a favore di un brano che potrebbe cantare anche la figlia della mia vicina la cosa non ha granchè senso. Parlo di artisticità ovviamente perché il pezzo nell’insieme è caruccio ed ha comunque un buon sound.
Sei

BandaBardò – Se mi rilasso collasso

Con un bel po’ di amici ( Consoli, Silvestri, Bollani, Gazzè e Caparezza ) la Bandabardò mette su questo pezzo di grande forza popolare, da concerto di piazza di quelli che tutti si fermano ad ascoltare. Una carica elettrica insolita pervade tutto il pezzo.
Sette

Federica Carta – Tra noi è infinita:

Ci vuole un’arte a scegliere uno dei pezzi più inutili dell’album per farne un singolo. Non che il brano sia brutto, ma cosa racconta? Non poggia sulle peculiarità vocali della cantante, riconducibili all’espressività. Si tratta di un poppettino che avrebbe potuto cantare chiunque e che non aggiunge e non leva ad una carriera che avrebbe bisogno di aggiungere… ed ancora molto.
Cinque

Laura Ciriaco – Qualcosa di speciale

Voce molto dura, maschile direi, tanto che se non si leggesse il nome si penserebbe davvero che a cantare sia un giovanotto. Anche le note più alte dell’inciso fanno parte comunque anche di un registro maschile. Detto questo, il pezzo però funziona e magari questa caratteristica potrebbe rendere Laura degna di essere notata perché differente dalla massa. Bella ritmica che per una voce del genere è essenziale.
Sette

Michele Cortese – Solo Lou Reed

Una voce che conosce pochi rivali maschili in fatto di potenza, trova oggi un pezzo che ha un suo senso e non solo bella mostra della stessa. Anche la parte musicale è curata ed interessante, con chitarre che fanno evocazione e punteggiature di piano che fanno calore. Buoni i raddoppi vocali.
Sette

Cri & Sara Fou – Il vizio

Il mondo chitarristico del primo si unisce al bel cantato dell’autrice, capace di non essere banale nel disegno delle sue evoluzioni vocali. Ovviamente l’unione è molto forte, ancor più se immaginata per esecuzioni live. La forza si perde se si pensa al mondo radio, anche se arrangiata con un minimo di base avrebbe potuto far invidia alle migliori composizioni di Elisa.
Sette

Gabriele Deca – Lattice

C’è qualcosa di Max Gazzè in questo brano che è intelligente metricamente ed ha anche licenze linguistiche che però appaiono assolutamente il giusto approdo per la storia raccontata. Anche l’arrangiamento musicale della parte finale è quanto mai interessante anche se avrebbe meritato una nuova ripetizione d’inciso che magari puntasse maggiormente sulla forza della linea melodica, tipo come con l’orchestra a Sanremo.
Sette

Dilo – Nono giorno delle ferie d’estate

Un chitarra e voce di bell’atmosfera, che percorre una storia che si lascia ascoltare e viene decantato da una voce giusta anche nella capacità di apparire confidenziale ed intima, come una canzone del genere richiede. Ovviamente le potenzialità radio sono basse.
Sei +

Esterina – Santo amore degli abissi

Sound tirato e cupo allo stesso momento per il duo, che nonostante abbia scelto un’espressività non certo solare, canta di quanto la vita possa essere bella anche quando fa male, anche quando fa come gli pare. Voce non certamente tecnica ma adatta alle scelte sonore.
Sette

Daniele Fossati – L’amore del futuro

In alcuni passaggi mi ha ricordato la capacità intima di Rosario Di Bella. La canzone ha una bella atomosfera d’insieme e le chitarre sono piene di evocazione e figlie di un rock vicino ad un certo tipo di band anni 70/80, tipo America. Piacevole e disincantata.
Sei ½

Ivan Granatino & Rosario Miraggio – Quando un amore se ne va 2.0

La parte iniziale fa tanto Feel di Robbie Williams. Poi è perfetto amalgama tra gli stili dei due. Ivan è molto contemporaneo, modaiolo, e segue le tendenze cavalcandole con sufficiente padronanza. Miraggio invece è una delle voci napoletane più belle, intesa proprio come colore e capacità di reggere una melodia. Questo lo ancora più facilmente al passato che però riesce ad attualizzare. Il brano funziona per i loro diversi pubblici diventando un passo in avanti per entrambi.
Sette

Tauro Iovino – Io sono l’ultimo

Ballata vecchia sia come concezione metrica che come impostazione interpretativa. L’attacco ( ma solo quello s’intenda ) è praticamente Amarti è l’immenso di Ramazzotti, ma il brano poi vola verso un mood più vicino al re dei Sorcini, senza però averne la capacità di recitare un testo.
Quattro=

Junpupp – Senza trama

Un pop rock arrembante che è interessante soprattutto nella parte musicale che gode di innesti sonori particolari e lascia percepire provenienze diverse dei membri della band che arrivano dal funk, dal reggae,finanche all’elettronica. Qualche cambio tempo non così usale. Piacevole.
Sei ½

La Municipal – I Mondiali del ‘18

Sempre interessante la proposta di Romeus & Soci, perché c’è sempre un’intelligenza melodica a condimento di un progresso ritmico che scavalca piacevolmente le barriere tra il pop e il rock. L’inciso suona molto Baustelle.
Sei ½

Legno – Sei la mia droga

Essenziale l’arrangiamento delle strofe, giusto per accompagnare una voce abbastanza piccola in termini di estensione. L’inciso dà l’impressione di essere più povero nonostante il riempitivo corale. E poi seppur renda l’idea, l’uso della frase dimmi se domani sarai la mia droga che mi fa volare… proprio bello non è!
Cinque =

Luchè – Torna da me

Il rapper napoletano stupisce con un brano a tematica trap che però alla fine non si può definire realmente tale. Le voci non sono lavorate in maniera compulsiva e l’arrangiamento è prevalentemente una ballata chitarra e voce. Tra l’altro l’artista napoletano racconta l’amore, quello che va raccontato per il sentimento in sé.
Sei ½

MaLaVoglia – Allevati a terra

Tutto molto istintivo, come se a suonare fosse una band ruspante riunitasi con gli strumenti nella stalla della masseria di famiglia. Il pezzo ha una sua forza che indubbiamente live può ottenere più favori che in radio. E loro indubbiamente la voglia di fare musica ce l’hanno.
Sei

Marta – Caduta libera

Brano pop ispirato a mondi americani che furono già di artiste tipo Hilary Duff e simili. Anche la voce ha quella stessa impertinenza che tutto sommato interviene in appoggio di un colore non proprio così identificabile. Non toglie e non mette come a dire non brutta ma nemmeno da ricordare domani.
Cinque ½

Micaela – 3 volte niente

Torna la “splendida stupida” e lo fa con un brano che però non ha delle prerogative particolari per farla emergere come interprete ed ancor più come cantautrice, visto che qui firma pure. Si tratta di una canzoncina con produzione elettronica che però non la lascia emergere. L’avrebbe potuta cantare chiunque.
Cinque

Motta – Quello che siamo diventati

Sound molto vicino al mondo d’oltremanica, soprattutto nell’inciso che arriva dopo strofe che melodicamente trasportano in maniera quasi ipnotica. In alcune sfumature la voce del nostro fa molto Richard Ashcroft e tutto sommato un po’ anche l’immagine. Alla fine comunque il mood è quello.
Sette

Gian Luca Naldi – Tutto quello che

Scritto proprio così, Gian Luca, staccato, si propone con questo lento esistenziale su base abbastanza solita, che prende un po’ di ritmo col tempo. Il testo è ordinato e metricamente ben scritto. L’inciso forse poteva esser meno ripetitivo.
Sei

Sergio Noya – Interno notte

Voce molto anni 70, soprattutto quando alza la tonalità. Il brano è un easypop nemmeno poi così easy come concetti. “Noi fili sospesi per panni mai stesi” è un po’ emblema di una generazione tutta, che ha un po’ paura di prendere le occasioni che capitano, perdendole prima ancora di provare.
Sei ½

Daniela Pedali – Como quien pierde una estrella

Voce bellissima anche se usata sempre con una vena di melodrammaticità che magari… anche un po’ meno! Va dato atto alla bella Daniela che però passano gli anni e non perde colpi. Il problema è che ci vuole la canzone che faccia la differenza e non tanto la nota lunga tenuta, perché dopo che l’hai ascoltata una volta, la seconda ti sei già stufato.
Sei

Piccola Orchestra Karasciò – Tabula rasa

Molte cose andrebbero cancellate dalla vita di tutti noi, come su un pc, col cestino sul desktop in cui trascinare ciò che non ci serve. Il testo è intelligente e l’arrangiamento è tipico di un agglomerato di musicisti che cura più il calore e la specificità dei suoni che la parte ritmica, che è qui solo componente e non priorità della base.
Sei ½

Fabio Poeta – Tutto apposto

Piglio rock ma modo di cantare un po’ obsoleto, come se si fosse tornati dietro di colpo di vent’anni. Anche il gioco vocale degli “are are are” non è proprio originalissimo. Unica cosa positiva è che per un attimo mi sono sentito uno sbarbatello.
Cinque

Popular Chic & Gianni Pettenati – Bandiera gialla

Pettenati ci ha basato una carriera su questo classico dei 60 che qui viene reso in una versione dance un po’ anni 90 nelle sonorità, con strofe riscritte ovviamente in salsa rap. E Gianni c’è per davvero, ripreso dall’epoca. Il tutto però resta altamente trascurabile.
Quattro

Resurrextion – Estemporaneo

Rap vecchia maniera su una base ansiogena ma ben fatta, elettronica e di atmosfera che mi ha fatto pensare ad alcune basi stile Art Of Noise. L’ingresso della vocalist nell’inciso è pieno e soave al tempo stesso, con un ‘ottima capacità di raccontare davvero ciò che canta. Probabilmente un po’ di ritmo avrebbe giovato.
Sei +

Fabiana Rosciglione – Aguas de marco

Una romana del Brasile con questo brano del grande Jobim qui rivisitato e ringiovanito senza stravolgerlo granchè. Una cosa bella non merita contraccolpi e Fabiana si è messa a servizio del pezzo e non ha provato ad impressionarlo. Belli i fiati che subentrano nella variazione, spezzando una saudade di fondo.
Sette

Mauro Tummolo – Un’altra storia

Rock incalzante che prova a raccontare un abbandono in maniera però un po’ troppo già sentita. Il punto di forza è la ritmica. Le due linee vocali con cui però si è deciso di arrangiare l’inciso, in alcune parti all’unisono inteso come tonalità ma non sempre a tempo sono invece una nota di fastidio.
Cinque ½

Wlog – PaDroni della sabbia

Elettronica ispirata a qualche decade fa, approccio vocale leggero, vicino invece ad ambientazioni indie. Può funzionare se sposata da qualche network importante, altrimenti resta un buon proposito e poco altro.
Sei+

Gloria Zaccaria – Amarti davvero

Su ritmi cadenzati, figli di lavoro di studio, si muove una canzone che parla della possibilità di fermarsi ogni tanto, di amarsi davvero. La voce di Gloria è interessante come colore anche se non dà la sensazione di avere particolare estensione e come tale, dovrebbe quindi puntare più sullo spessore.
Sei