22 Ottobre 2021
di Interviste, Recensioni
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22 Ottobre 2021

Le Pagelle nuovi Singoli italiani in uscita Venerdi 22 Ottobre

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Pagelle nuovi singoli italiani in uscita il 22 ottobre a cura di Fabio Fiume.

E questa settimana sono tornati ad essere tantissimi gli artisti in uscita. Ho contato 78 cartoline digitali nuove ed era chiaramente impossibili ascoltarle tutte.

Come sempre ho ascoltato tutti i big della nostra canzone, quelli storici e quelli sanciti dalle classifiche degli ultimi anni e poi, a sorteggio, una serie di esordienti, di nuove proposte. Non me ne vogliano quelli non estratti, ma davvero ascoltarvi tutti avrebbe significato non darvi la giusta attenzione e questo sarebbe stato quanto meno inutile.

Approfitto, prima di lasciarvi alla lettura delle nuove pagelle, per ricordare a seguito di un messaggio molto polemico della settimana scorsa, che mi rimproverava di aver dato un voto mediocre a Vasco contro uno buono ad Ultimo, che i voti al termine delle mini pagelle non relazionano gli artisti fra loro, ma la canzone giudicata in base al percorso dell’artista che la propone.

Ergo, se Vasco prende 5, quel 5 è rispetto alla sua produzione vecchia e non rispetto alla canzone di Ultimo. Mi scusino i due artisti se li ho chiamati in causa, ma erano loro quelli su cui è nata la piccola polemica.
Adesso a voi buona lettura.

Badisco – Fammi mancare

Musicalmente il pezzo ha una sua originalità, così come la forma canzone in sé, con diverse pause e ripartenze. Tuttavia trovo il testo un po’ confuso nel suo racconto di una mancanza, che non si riesce a ben capire di che tipo sia. Non è troppo passionale per far intendere un amore, ma nemmeno troppo distaccato per lasciar capire che non lo sia. Non brutto, ma ribadisco, confuso.
Sei=

Briga, Gemitaiz & Il Tre – Non mi regolo

Ci ha messo diversi anni per darsi un tono da cantautore pop ed adesso Briga torna alle origini, al rap con un brano che ha la linea melodica di Novembre che Roberto Casalino scrisse per Giusy Ferreri… però lui fra gli autori non c’è! Il connubio fra i tre tutto sommato funzionerebbe pure, con Gemitaiz che qui primeggia per velocità di freestyle, però, però, la somiglianza è davvero troppa.
Cinque

Don Joe, Ernia & Rose Villain – Kandinsky

Sulla base, decelerata di Free, successo del 1997 per Ultra Natè , si racconta di una fine forse non voluta ma alquanto rassegnata. Strano pensare che un brano che per 25 anni è stato sinonimo di danze sfrenate adesso si faccia ascoltare per comprendere. Villain qui molto incisiva, col suo biascicare le parole, quasi strusciarle sul loop del pezzo, in contraltare ad Ernia che invece avanza serrato.
Sei 1/2

Erre Punto – Vecchia Roma

Lettera d’amore per una Roma che fu, resa ancora più rappresentativa dalla scelta di far “stornellare” l’intro. Si parla di Roma ma il discorso potrebbe estendersi a tutte le città, a tutte le nostre radici cancellate da una modernità che tutto sommato non piace a nessuno. Avrei tenuto più presente quell’intro, particolarmente esaustivo dello stato d’animo e delle motivazioni di questa scrittura.
Sei

Ianez – Analisti ne abbiamo?

Trovo molto sagace il testo di questo brano però… diciamo che però di risentire Zitti e Buoni dei Maneskin in salsa elettropop non ne avevo proprio voglia!
Quattro

Il Volo – Ecstasy of gold

L’interessante viaggio del trio nell’omaggio in album al mastodontico Ennio Morricone, parte in promozione da questo fantastico gioco d’atmosfere western che il grande maestro ha saputo rendere iconico. E’ un progetto di cui godere appieno, acquistando l’album per poterlo ascoltare nel proprio salotto ma forse poco sensato per i lidi radiofonici. Loro perfettamente addentro alla cosa.
Senza Voto

La Rappresentante Di Lista – Religiosamente

Quanto può essere importante trovare la persona con cui lasciarsi andare, e di conseguenza non lasciarla andare? La voce di Veronica Lucchesi tocca qui una bellezza soave forse quanto mai prima. Sarà anche il suggestivo arrangiamento, la scelta dei suoni che hanno magie provenienti da luoghi d’Asia lontani. Pezzo custode di magia.
Otto

Achille Lauro – Io e te

Colonna sonora di un film in uscita, Anni Da Cane, in cui lo stesso Lauro recita una parte, questo brano in realtà non è un inedito, in quanto lo stesso artista ha rielaborato il pezzo che interpretava in feat per Joey, a cui l’anno scorso lo aveva dato. Si tratta solo di una precisazione dovuta e non di una critica. Il pezzo ha infatti una sua forza poggiata sulla batteria incalzante e quest’atmosfera rock maledetta che gli è stata conferita. Poi forse Lauro così maledetto non è.
Sette

Lilo – Regina Elisabetta

E’ un rivendicare il volere essere donna con la propria faccia, anche non truccata, anche non essere come lui la vuole. Questo il senso lato, perchè in realtà il pezzo reclama la possibilità di essere donne fuori dal cliché, come la Regina Elisabetta che ha sempre comandato e scelto ciò che voleva. Irriverente la postura vocale, ma per il pezzo ( che però può stancare in fretta ) era la migliore possibile.
Sei

Christian Panico – La giostra dei ricordi

Grande voce che veleggia su modalità liriche. Quando “poppizza” invece ricorda da vicino quella di Red Canzian che però è rimasto imprigionato in una canzone dei Pooh del 1981! Questo per dire che suona tutto molto vecchio e nemmeno la ricerca di variazioni di dinamiche agevola lo svecchiamento. Bravo si ma la canzone proprio no.
Quattro

Ron – Sono un figlio

Il racconto di un tempo che fu, il racconto della sua vita, della sua infanzia. L’essenzialità di un mondo che era vero, concreto. Padre e madre raccontati con una nostalgia sapiente, con un grazie di fondo mai pronunciato per davvero nel testo ma sottinteso più volte con la sapienza ed intelligenza del non detto. Chiaramente è fuori tempo massimo per le regole del mercato odierno, ma non credo certo che Ron, con un brano del genere, miri ad un passaggio radio in più o ad essere “strimmato” come non ci fosse un domani.
Sette

Federico Rossi & Ana Mena – Sol i mar

Ascoltando questo pezzo mi viene spontaneo pensare: ma quando Edwige Fenech lascia cadere via il reggiseno? Questa licenza di vecchie provenienze è per spiegarea quanto questo pezzo mi lasci pensare alle commedie scollacciate degli anni 70/80. E’ però un brano melodicamente efficace e che trova nell’essere proposto in duetto la sua forza maggiore.Troppo breve però.
Sei 1/2

Shari – Follia

Interessante proposta giocata con i vuoti di una base che è un continuo pieno e vuoto con i pieni mai troppo pieni ed i vuoti mai troppo lunghi. Shari ha voce che tende alla lacrima, al lamento, ma che è parecchio interessante per punti di forza che quasi non ti aspetti e che donano forza impattante importante al brano.
Sette

Ivan Stray – Le bombe

La voce ricorda un po’ il primo Morgan, quello nei Bluvertigo . Il pezzo, completamente elettronico, parla chiaramente delle bombe, della guerra, dell’essere soldato per costrizione più che per convinzione. La scelta di confondere però tutto con suoni computerizzati invadenti rende distraente il procedere e magari il concetto generale non lo meritava.
Quattro 1/2

Tha Supreme – M%N

Reputo interessante questo pezzo, però ammetto di non capire nulla di quel che dice. C’è bisogno di ascoltarlo col testo scritto dinanzi, altrimenti è ostrogoto. Per capirlo meglio bisogna andare di cuffie, ed anche se capisco che i giovanissimi la musica l’ascoltano prevalentemente dal cellulare con le cuffie, bisognerebbe rendere il tutto più comprensibile anche per audio aperto. Tha Supreme ha comunque sempre il suo mood, una personalità che non richiama nient’altro ed in un mondo piuttosto stereotipato che musicalmente lo vorrebbe annesso, è cosa importantissima.
Sei 1/2

Zucchero – Follow you follow me

Già ai tempi di Wonderful Life di Black e prima ancora Everybody’s got to learn sometimes dei Korgies, divenuta Indaco dagli occhi del cielo, Zucchero ci aveva chiarito quanto fosse bravo a rileggere brani altrui dandogli una personalissima veste, rispettosa eppure calzante su di lui alla perfezione. Adesso è la volta di questo classico dei Genesis che rivive di nuova luce, non tradendo l’attinenza rock, semmai vestendola di una nuova contaminazione quasi country.
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