8 Febbraio 2024
di Caporedattore
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8 Febbraio 2024

Sanremo 2024: conferenza stampa Alessandra Amoroso. “A 70 anni mi vedo nella casetta di mia nonna a Otranto coi miei alberi di frutti”

Tra abbracci e commozione, Alessandra Amoroso racconta il suo primo Festival di Sanremo da concorrente in Sala Stampa Lucio Dalla.

alessandra amoroso sanremo 2024
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Sanremo 2024: conferenza stampa Alessandra Amoroso.

Fino a qui è entrato in TOP10 di EarOne.

Alessandra Amoroso prende la parola per ringraziare tutti.

ESC: ti piacerebbe andare? Con questa canzone o la cambieresti?

Neanche uscita e già la devo cambiare? Da buona terrona scaramantica. Andare all’ESC sarebbe vincere Sanremo… mi piacerebbe, ma fino a un certo punto. Questa canzone per me significa tanto, quindi andrei solo con questa, se dovesse essere.

Sanremo per te è un traguardo o un punto di partenza per un nuovo inizio.

Un punto di partenza, mi sono concessa di concedermi nell’ultimo anno e mezzo. E’ un momento di rinascita.
Prima di questi 15 anni ho vissuto abbastanza intensasmente.
In questi 37 anni ora mi vedo nella mia totalità e mi dò anche una pacca sulla spalla.

Cosa è cambiato quest’anno che ti ha fatto decidere di venire a Sanremo?

Ho sempre detto che ci sarei venuta solo con il brano giusto. E’ stato il caso, il destino, non lo so. Per me con la musica è sempre un incontro magico.
Quando ci siamo incontrati, io e il brano, ho capito che era il momento giusto per questa cosa così grande.

Oggi mi sento pronta ad affrontare tutto.

Venerdì canterai con i Boomdabash. Cosa ti ha dato finora e cosa ti darà ancora questa collaborazione?

C’è tanta amicizia tra di noi e un legame forte: la terra, il dialetto e i nostri valori. La voglia di condividere il palco con dei fratelli.
Poter omaggiare il mio Salento per me è importante. Anche il maestro d’orchestra è salentino e ho portato Lecce a Sanremo.

Hai mai pensato di fare un’altra cosa oltre a cantare?

Ci ho pensato. Penso che la musica farà sempre parte della mia vita. Non so se tutto in questo modo. A 70 anni mi vedo a casa, magari a Otranto dove è nata mia nonna, forse nella sua casetta, coi miei alberi di frutta e la mia serenità.

E’ più difficile vivere con leggerezza sui social?

E’ molto difficile per chi non ha, tipo me, la possibilità di essere accompagnato in un percorso. Penso che la cosa importante sia chiedere aiuto, parlare senza vergogna. Le persone che giudicano e criticano con la sola voglia di annientarti non meritano tutta questa energia da parte nostra dal dover comprentere, capire e giustificare la cattiveria. La cattiveria esiste per tutti e in qualsiasi lavoro.

Bisogna essere consapevoli e dare il giusto impegno a quella roba lì. Deve essere piccolo.

Sulla canzone…

Mi chiama Fabio (Ketra) e mi dice che hanno una canzone. Mi chiede di ascoltarla e sono andata a Milano. Abbiamo iniziato a buttare giù parole.

C’erano già dei riferimenti che mi piacevano molto. Raccontava di un uomo che cadeva dal 50esimo piano e diceva “Fino qui tutto bene”.

Abbiamo chiesto a Vasco la possibilità di citare Sally. In quel momento mi sono sentita come lei, con le parole che venivano fuori con l’esigenza di raccontare e raccontarsi. Lì ho detto: “posso riuscire a mettere in un testo quello che in questo anno e mezzo ho vissuto”. Racconto le mie cadute.

Posso trovare persone che si sono sentite come me. E’ una taglia unica: quello che indossi e ti sta bene.

Questa è la canzone giusta per me e magari anche per gli altri.

Hai un rito scaramantico prima di salire sul palco?

Più di uno, ma uno non lo posso dire, troppe parolacce! L’altro è l’imbocca al lupo di mia mamma.