9 Gennaio 2020
di Interviste, Recensioni
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9 Gennaio 2020

Sanremo 2020: quel cast sempre complicato da montare! Pensieri ad alta voce…

Una riflessione del nostro critico musicale sia sul discorso "Big" al Festival, che sugli artisti in in gara, nome per nome

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Sanremo 2020 cast, commenti del critico musicale di All Music Italia, Fabio Fiume.

Faccio una premessa: quest’anno del Festival, della sua organizzazione, dei nomi dentro o quelli fuori, non me ne sono volutamente occupato, lasciando al direttore Massimiliano Longo l’onere di farlo.

Non andrò inoltre io a Milano al preascolto dei brani, per una scelta strettamente personale ma, non da ultimo, per la voglia di scoprire i brani proprio come tutti gli altri, tutti voi, a partire dal giorno 4 Febbraio, giorno in cui, come tutti gli anni, sarò chiamato a recensirli in diretta per All Music Italia.

Mi avete però chiesto in tanti cosa ne penso di questo cast scelto per animare la settantesima edizione della kermesse, tanti che ho deciso di accontentarvi, creandomi un piccolo spazio per dirvi la mia in questo piccolo momento di ferie.

Inizio col dire che le polemiche erano e sono ogni anno prevedibilissime, ma queste sarebbero evitabili qualora si capisse che il Sanremo dei sogni, quello che anche io da addetto ai lavori vorrei, è un’utopia.

Ogni direttore artistico spera di avere sulla scrivania un brano per la gara da parte di Vasco, di Tiziano, dei Negramaro, di Giorgia, di Zucchero, di Laura…. E potrei continuare.

Ma non avviene, non c’è nulla da fare. Tutti ci provano, tutti chiamano, ma la risposta è sempre la stessa: “No, Sanremo no”! “Non ho bisogno di Sanremo”, “Non ho un disco pronto”, “Quest’anno non rientra nei miei piani perché sarò in Burundi per la transumanza degli Gnu”.

Non è che voi dobbiate avere bisogno di Sanremo, è Sanremo che ha bisogno di voi per esser grande e dovreste sentirvi onorati pure di arrivare undicesimi se il Festival vi chiama, perché se lo fa, significa che contate ancora.

Inutile rispondere che non avete un disco pronto, tanto oggi funzionano i singoli, non gli album , ed una canzone buona nel cassetto c’è sempre.

Inutile avere paura di finire un posto dietro all’ultimo cantante di Talent, perché il successo non è mai passato per le vittorie a Sanremo e questo lo insegna la storia. Conta fare bella figura.

Ed invece il nostro più grande evento viene snobbato dai grandi della musica proprio per quella cosa che si chiama gara, che però è quella che ha salvato il Festival e lo ha reso un evento quasi unico al mondo.

Senza la gara fatta di punteggi, classifiche, vincitori e vinti, quanto pensate ci sarebbe voluto perché Sanremo facesse la fine del Festivalbar et simili?

In più, quando nel 2007 Pippo Baudo inserì la voce “SuperOspite Italiano”, questa speranza di vedere i grandi big concorrere è diventata praticamente inutile.

Tutti quelli che hanno come minimo un disco d’oro da appendere alla parete ( nonostante la miserrima cifra di 25.000 copie vendute/streammate ) si sente in dovere di essere considerato un fuori gara ad honorem.

Ed anche quando questo non avviene, quando le cose non girano bene, il fatto che dei “tuoi pari” possano essere superospiti fa sì che non ci pensi nemmeno ad andare in gara, perché quasi un’ammissione di debacle. E non è che non ce ne sia bisogno eh!

Se Baudo inconsapevolmente non avesse creato questa voce, dove pensate sarebbe finita ad esempio ( e non me ne voglia perché l’amo ) Gianna Nannini il cui ultimo lavoro non è riuscito nemmeno ad entrare nella top 100 dei più venduti dell’anno? O Biagio Antonacci che è solo 83° e lontanissimo da un ipotetico disco d’oro?

O ancora Emma che ci ha messo due mesi per arrivare al traguardo dell’oro ed il platino potrebbe rivelarsi un miraggio? E potrei continuare perché di big al grande ribasso ce ne sono parecchi, dalla grande vecchia scuola ( Zucchero in testa ), alle belle voci femminili che devono ripiegare su ristampe per riuscire a raggranellare qualche copia in più ( vedi Giorgia o Elisa ), fino pure a qualche scricchiolio dell’attuale mondo del rap ( Fibra la cui raccolta è un flop ad esempio ).

No, si aspetta che le cose appaiano irreparabili, ( vedi Pelù di cui scrivo in basso ) per prendere in considerazione l’idea.

E’ chiaro quindi che per comporre un cast che non scontenti nessuno si finisce con lo scontentare tutti, pescando un po’ qua e un po’ la, il cantante per la nonna fedele a Rai 1 anche se sta trasmettendo i salti delle cavallette e quello per il ragazzetto che deve staccarsi per 5 minuti dalla Playstation, giusto per avere un picco di share. Nel mezzo il tutto e il niente.

E’ con questo cuore e con questo cervello che ho aspettato di conoscere la lista dei partecipanti e, pertanto, non mi aspettavo niente di diverso da quel che è uscito. Ecco allora cosa penso del cast, SENZA e sottolineo SENZA aver ascoltato nessuna canzone.

Sono considerazioni basate esclusivamente sul nome proposto, su cosa rappresenta per il mercato ( parlo di mercato ) musicale italiano, se questi è in contrasto ( in diversi casi ) con una valenza artistica, e per quale motivo ( probabilmente ) tale artista ha deciso di andare al Festival.

Domani potrei cambiare totalmente idea, perché ciò che mi muove alla fine non è il nome, ma le canzoni e quindi… le aspetto come tutti voi.

Clicca su continua per conoscere il parere di Fabio Fiume su ogni singolo campione in gara.