12 Maggio 2021
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12 Maggio 2021

Mahmood a Vanity Fair sul DDL ZAN: “È necessario, la violenza e l’omofobia esistono, sono sotto gli occhi di tutti…”

Il cantautore ha voluto anche raccontare un episodio di bullismo che ha segnato la sua adolescenza

Mahmood nuovo album
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In attesa che venerdì esca il suo nuovo singolo, Klan (ne abbiamo parlato qui), Mahmood ha rilasciato una lunga intervista a Vanity Fair nel numero già in edicola che lo vede ritratto in copertina, dove si è nuovamente speso a favore del DDL ZAN andando anche a ripescare episodi di bullismo nel suo passato.

Mahmood, che uscirà l’11 giugno per Island Records con il suo secondo album, Ghettolimpo, si è già speso nelle scorse settimane a favore della legge Zan.

Le dichiarazioni di Mahmood

Mahmood ha voluto cercare di spiegare le motivazioni per cui è necessaria una legge come quella del DDL ZAN nel nostro paese. Un paese in cui l’omofobia, inutile negarlo, si manifesta con gli occhi e la voce fino ad arrivare a gesti come quello di una madre che caccia il figlio di casa… un paese in cui, basta entrare una sera su applicazione come Clubhouse per rendersene conto, anche i più giovani ancora ragionano pensando che fr**io sia l’offesa peggiore che si possa rivolgere a qualcuno…

Credo sia il minimo che ci debbano, che debbano a tutti. Una tutela che ha un motivo, non ce lo stiamo inventando. La violenza e l’omofobia esistono, sono sotto gli occhi di tutti, si materializzano in insulti, ironie, parole sbagliate, in silenzi di madri, quando va bene, in schiaffi di padri, gesti ignobili, violenti. Ma non vi si gela il sangue a pensare a una figlia cacciata di casa perché ama una ragazza? O all’idea di potere essere aggrediti per un bacio? Quante volte ci hanno fatto battute che non desideravamo sulla nostra pelle, quante volte non ci siamo sentiti sicuri nell’andare a scuola? Ci rendiamo conto? Nell’andare a scuola“.

Mahmood ha poi continuato ricordando un episodio di bullismo della sua adolescenza…

Alle medie. Un compagno mi viene sotto, mi butta a terra, mi rompe gli occhiali, mi spacca la squadra, un calcio alla cartelletta di educazione tecnica, ammaccata. La fine di un gesto tremendo, io che torno a casa dolorante, sporco, violato. Neanche lo sospesero. I suoi amici, il ricatto del giorno dopo: “E tu vedi di non fare nomi“. Ancora oggi ho paura di essere attaccato perché frainteso. Le canzoni sono il mio riparo. L’arte e la bellezza salvifiche perché tutto è connesso in quella luce, in quella forza, in quell’amore“.