20 Gennaio 2020
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20 Gennaio 2020

Junior Cally, Mazza della FIMI: “Il rap è costituito da forme di linguaggio spesso molto crude e dirette.”

"Il rap, e più in generale la musica urban, è costituito da forme di linguaggio spesso molto crude e dirette" afferma il CEO della FIMI

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La polemica su Junior Cally al Festival di Sanremo (vedi qui) non ha nessuna intenzione di arrestarsi.

Nella giornata di oggi gli utenti di Facebook e Twitter continuano a discutere animatamente dividendosi tra chi chiede che Junior Cally venga estromesso dalla manifestazione e chi dissente all’ombra del pericolo rappresentato dalla censura.

Interpellato dall’Ansa anche Enzo Mazza CEO della FIMI di è espresso al riguardo.

Quando si affrontano questioni che riguardano la creatività artistica, è evidente che si debba procedere con la massima cautela per evitare fenomeni di vera e propria censura.

Il rap, e più in generale la musica urban, è costituito da forme di linguaggio spesso molto crude e dirette.

Un genere musicale, come sottolinea Mazza, in costante ascesa tra i giovanissimi…

…prima negli Stati Uniti, poi in Europa e Italia, ha goduto di un crescente successo tra le nuove generazioni. Streaming e smartphone ne hanno amplificato l’audience tra millennial e generazione Z“.

Ci permettiamo inoltre di aggiungere che i testi più espliciti riportano la dicitura apposita EXPLICIT CONTENTS e, pertanto, non dovrebbero essere fruibili dai minorenni. Poi, come sempre, tutto sta nelle mani dei genitori.

Riguardo a Junior Cally e Sanremo Mazza aggiunge:

In questo contesto negli ultimi anni il Festival ha cercato di avvicinarsi ai giovani e ha dovuto necessariamente fare i conti con un repertorio ‘difficile’ per il pubblico tradizionale.

Ma è un’evoluzione irreversibile della quale bisogna comprendere gli scenari nei quali si sviluppa e il linguaggio che si traduce poi in musica e in liriche.

Per i teenager di oggi i rapper sono spesso ciò che per le nostre generazioni hanno rappresentato Battisti, De André o i Pink Floyd.

Se Sanremo vuole rappresentare al meglio la musica italiana, deve farsi carico anche di proporre questo genere musicale.

È un’evoluzione naturale che abbiamo visto anche ai Grammy negli Usa o ai Brits a Londra. Le polemiche ci stanno, la censura, magari preventiva, certamente no“.