13 Ottobre 2020
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13 Ottobre 2020

Ferdinando Arnò: il racconto di un disagio esistenziale nel singolo “Che Peccato” con Mouri e Precious

Che Peccato è il brano del producer Ferdinando Arnò interpretato dal rapper pugliese Mouri e dalla regina della rap-queer ballroom Precious.

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E’ uscito Che Peccato, nuovo singolo del producer Ferdinando Arnò, che per raccontare con il rap un disagio esistenziale e personale ha scelto di collaborare con il rapper pugliese Mouri e la regina della rap-queer ballroom scene di New York Precious.

“E’ il racconto in chiave rap di un disagio esistenziale e personale che diventa metafora delle difficoltà dei giovani del sud ad esprimere il loro potenziale. In ambito artistico e non solo.”

Queste le parole di Mouri, co-autore e voce del brano.

Il singolo è accompagnato dalla cover realizzata da Fabrizio De Tommaso, disegnatore per Dylan Dog.

A dare forza al messaggio di Che Peccato è il tocco internazionale di Ferdinando Arnò, arrangiatore e produttore discografico, fondatore di Quiet, please!, studio di registrazione e casa di produzione attivi in ambito discografico e pubblicitario.

FERDINANDO ARNÒ

Ferdinando Arnò si forma a Boston studiando improvvisazione jazz al Berklee College of Music.

Al ritorno in Italia lavora come arrangiatore e compositore per la televisione, la discografia e per il teatro.

Negli anni Novanta inizia a comporre per la pubblicità, attività che si consolida nel 2000 con la nascita di Quiet, please!.

Da allora ad oggi sono migliaia le campagne pubblicitarie su cui ha lavorato e per i quali ha ottenuto moltissimi riconoscimenti anche internazionali.

Nella musica pop importante il suo contributo nelle prime fasi di carriera di Malika Ayane.

Precious, con il suo groove potente, ha un approccio al rap duro e diretto, quasi parlato, figlio delle hip hop battle che vanno in scena nelle infuocate ballroom di New York. Un tratto della sottocultura LGBT newyorkese in cui drag queen e drag king si sfidano a ritmo di musica in competizioni di ballo e sfilate emulando le pose dei modelli su Vogue. Un movimento divenuto un simbolo della protesta contro l’omofobia e l’identità di genere.

Foto di Ciro Frank Schiappa